Monte Colombara

Monte Colombara

Baluardo austro-ungarico della Grande Guerra (m 1767)

 

Attenzione: la parte finale di questo percorso è fuori dai sentieri tracciati.

Il monte Colombara domina da ovest l'inizio della valle di Nos ed è stato un baluardo austro-ungarico lungo la linea di difesa che partiva dal monte Ortigara fino al forte Interrotto, passando per il monte Forno ed il monte Zebio. Poco si conosce di questo luogo che però presenta degli aspetti difensivi interessanti.

L'inizio del percorso è dall'ultimo tornante che porta a malga Zebio dove la strada diretta verso nord a Casara Zingarella è chiusa alla circolazione.

Inizio del percorso

Inizio del percorso

Dettaglio della strada

Dettaglio della strada

Dettaglio della strada

Dettaglio della strada

La strada è sempre leggermente in salita ed è molto agevole. Da dopo la tempesta Vaia si sono aperti molti scorci che permettono di vedere la sottostante valle e parte della piana di Asiago.

Uno sguardo verso Asiago

Uno sguardo verso Asiago

All'incrocio con la strada che scende verso valle si prosegue in salita a sinistra facendo un curvone che ci dirige verso sud-ovest.

Località Tabela

Località Tabela

Dettaglio della strada

Dettaglio della strada

Arrivo al cippo per monte Colombara

Arrivo al cippo per monte Colombara

Pochi minuti di cammino e si arriva al cippo che indica la direzione per il monte Colombara, che indica:
"M.COLOMBARA m.1840
Estremo e munitissimo pilastro meridionale della linea continua di difesa austriaca che saldandosi con Monte Forno Monte Chiesa Monte Campigoletti terminava a Monte Ortigara nel conflitto 1915-1918"

Cippo di indicazione verso il monte Colombara

Cippo di indicazione verso il monte Colombara

Per capire come arrivare alla cima, cercando i passaggi migliori e di evitare eventuali schianti di alberi, utilizziamo il drone che ci fa scovare alcuni punti di riferimento del percorso da intraprendere.

La valletta oltre il cippo

La valletta oltre il cippo

Zona baraccamenti

Zona baraccamenti

Trincea

Trincea

Da qui si esce dalla strada e ci si dirige verso il monumento al capitano Guido Negri.

Verso il monumento a Guido Negri

Verso il monumento a Guido Negri

Verso il monumento a Guido Negri

Verso il monumento a Guido Negri

Nel nome di Guido Negri il capitano Santo caduto su questo monte il 27 giugno 1916 si sublima la bontà e la fierezza della stirpe

Nel nome di Guido Negri il capitano Santo caduto su questo monte il 27 giugno 1916 si sublima la bontà e la fierezza della stirpe

Il percorso si fa difficile da seguire, consiglio di scaricare ed utilizzare il tracciato GPS.

Tenendo il monumento sulla destra si prosegue per un centinaio di metri. Si intravede una specie di bivio, dritti si scende in uno spiazzo senza alberi ma si prosegue a destra salendo leggermente. 

Particolare del sentiero dopo il monumento

Particolare del sentiero dopo il monumento

Particolare dell'incrocio, si sale a destra

Particolare dell'incrocio, si sale a destra

Questo sentiero termina in un accampamento militare, ma è necessario proseguire in salita verso est.

Zona baraccamenti

Zona baraccamenti

Zona baraccamenti

Zona baraccamenti

Qui il primo riferimento che avevamo visto dall'alto, una trincea.

Trincea e la direzione da prendere

Trincea e la direzione da prendere

Superiamo la trincea in direzione nord-est, dove ci sono meno alberi. Camminiamo lungo una specie di conca dove quasi al termine della stessa, si presentano altri resti di baraccamenti e grotte.

Passaggio sull'avvallamento

Passaggio sull'avvallamento

Superato il passaggio arriviamo al secondo punto di riferimento visto dall'alto. Un muraglione, forse utilizzato per una batteria di cannoni in barbetta.

Muraglione

Muraglione

Anche qui facciamo alzare in volo il drone alla ricerca del passaggio migliore.

Il muraglione dall'alto

Il muraglione dall'alto

Vista del percorso

Vista del percorso

Vista del percorso

Vista del percorso

Individuato il passaggio proseguiamo a nord, tra gli alberi per circa 70 metri per poi deviare a destra verso est.

Direzione da prendere

Direzione da prendere

Arrivati sul terreno roccioso ci dirigiamo nuovamente a nord.

Terreno roccioso da salire

Terreno roccioso da salire

Siamo saliti da qui!

Siamo saliti da qui!

Alla fine della zona rocciosa proseguiamo tra gli alberi e arriviamo in una zona pianeggiante e spoglia.

Punto di arrivo

Punto di arrivo

Dettaglio del pianoro

Dettaglio del pianoro

Zona baraccamenti e grotte

Zona baraccamenti e grotte

Questa è un'evidente zona di un accampamento militare. Ruderi di costruzioni e grotte marcano indelebilmente il terreno.

Dettagli dei ruderi

Dettagli dei ruderi

Dettagli dei ruderi

Dettagli dei ruderi

Dettagli dei ruderi

Dettagli dei ruderi

Dettagli dei ruderi

Dettagli dei ruderi

Dettagli dei ruderi

Dettagli dei ruderi

Grotta

Grotta

Sul ciglio ovest della montagna, superata l'area ruderi e salendo con qualche difficoltà, si incontra un'ulteriore trincea ma si può vedere questo:

Panorama dolomitico

Panorama dolomitico

Pale di San Martino

Pale di San Martino

Piana di Asiago

Piana di Asiago

Abbiamo anche raggiunto la cima del monte, ma è molto difficoltoso arrivarci per la presenza dei mughi che oltre a bloccare la strada impediscono anche di poter vedere il panorama.

Altre foto dal drone:

Panorama verso le dolomiti

Panorama verso le dolomiti

Monte Colombara

Monte Colombara

La parte ovest dello Zingarella e sullo sfondo Cima XII

La parte ovest dello Zingarella e sullo sfondo Cima XII

Panorama verso le dolomiti

Panorama verso le dolomiti


Come si raggiunge:

Da Asiago (VI), uscire dal centro verso Gallio, seguire le indicazioni per la contrada Ebene, aeroporto. Tenete l'aeroporto sempre sulla sinistra fino nei pressi dell'hangar dove, a sinistra andrete verso l'ingresso dell'aeroporto e a destra verso il Monte Zebio. Proseguite per il Monte Zebio, la strada diventerà bianca poco prima di una colonia (in alcuni tratti, dove la pendenza è maggiore, la strada è stata recentemente asfaltata).


Mappe Interattive:

Monte Colombara

SCHEDA PERCORSO
Zona:Altopiano dei 7 Comuni o di Asiago
Provincia / Comune:Vicenza / Gallio
Categoria:Montagne, Sacrari, Cimiteri e Lapidi di Guerra
Tipologia:Storico
Periodo storico:Prima Guerra Mondiale
Coordinate punto di arrivo:45.946790 - 11.521440
(45°56'48" N - 11°31'17" E)
Coordinate parcheggio:45.933630 - 11.522000
(45°56'1" N - 11°31'19" E)
Altitudine di partenza (m):1545
Altitudine di arrivo (m):1767
Dislivello (m):240
Difficoltà del percorso:EE - Escursionisti Esperti
Ore a piedi:
(andata e ritorno, esclusa visita)
1 ora 30 minuti
Km totali:5,00
Come si raggiunge:A piedi

Traccia GPS:

Traccia Monte Colombara

Storia:

(tratta da internet)

Il capitano Guido Negri (tratto da www.frontedolomitico.it)

Il 20 maggio del 1916 viene costituita la nuova Brigata Rovigo e Guido Negri entra a farne parte al comando della 5ª compagnia del 228° reggimento. Solo una settimana più tardi la Brigata viene mandata in linea sull'Altopiano dei Sette Comuni ed alle dipendenze della 4ª Divisione, si dispone presso il Bosco dei Laghetti. Il 26 giugno, ricevuto l'ordine di espugnare le posizioni di quota 1095 (Monte Zingarella) sull'altipiano di Asiago, sceso in val di Nos con la sua Compagnia, Guido Negri muove verso il Monte Colombara dove, risalendo le pendici nord-orientali, il giorno dopo, il 27 giugno 1916, cade colpito al cuore da una palla nemica. Pur non completamente ristabilitosi dalla malattia, non aveva voluto abbandonare i commilitoni, guidandoli fin sotto i reticolati avversari. La salma di Guido Negri venne provvisoriamente deposta nel cimitero di Val di Nos per essere poi traslata al cimitero di Gallio. Il 3 giugno del 1917, nella piazza maggiore di Este, sua terra madre, fra un quadrato di un migliaio di soldati ritti sull'attenti e alla presenza di tutta la popolazione, gli viene conferita la medaglia d'argento al valor militare.  

 

La battaglia di Monte Colombara e Monte Zingarella (tratto da L'Espresso - La Grande Guerra)

Quel giorno si passò a riordinare le truppe, e verso sera cominciammo l’ascesa dei due monti (Colombara e Zingarella). L’oscurità era profonda, ma a renderla più cupa si aggiungeva la densità di quei boschi di grossi abeti, che anche di giorni costituivano un ostacolo per potersi orizzontare.
La cima di questi monti, e che noi dovevamo raggiungere, era temuta dagli austriaci, i quali avevano costruita la loro prima linea di difesa, a metà del pendio, ed avevano inoltre tanti posti isolati, fra quelle rocce, presidiati da nuclei più o meno forti di soldati, di modo che a loro riusciva facile l’offesa e la difesa.
Malgrado l’oscurità, gli austriaci,  si accorsero della nostra manovra ed iniziarono un infernale fuoco di fucileria e mitragliatrici, che data la posizione soprastante in cui si trovavano, infliggevano gravi perdite alle nostre truppe. Nonostante ciò riuscimmo ad impossessarci della loro principale trincea, ove rimanemmo tutta la notte, e spuntava appena l’alba del giorno 28 che mossici di nuovo per occupare quei posti isolati, fummo presi dalla furia del fuoco nemico, che dalle cime dei monti, cercava ostacolare la nostra impresa. Le perdite da parte nostra erano gravi, ma l’ardore della lotta non diminuiva in noi, e così potemmo riuscire ad occupare, in pieno giorno, parecchi di quei posti isolati. Naturalmente anche noi facevamo delle vittime fra gli austriaci, e non mancavano i prigionieri.

 


Data visita: 21/08/2022
Data pubblicazione: 29 Settembre 2022

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