Ore a piedi: 2.45
Difficoltà: T - Turistico
Ulteriori dettagli , Mappa e GPX
Nel piccolo borgo di Fontanelle inizia un itinerario ricco di storia e tradizione, un percorso che accompagna il visitatore alla scoperta della vita rurale di un tempo e del rapporto profondo tra uomo e acqua, elemento essenziale per queste terre.
A Fontanelle, all'inizio del percorso, una tabella spiega:
Una passeggiata di 3 ore alla scoperta delle soluzioni adottate dai contadini di montagna per abitare e modellare l'ambiente nel quale l'acqua è preziosa.
Un mondo costellato da una miriade di pozzi in pietra, dentro le antiche contrade circondate da orti, broli, prati e boschi.
Un luogo che Bepi de Marzi ha definito: terra incantata, prima dell'ultimo balzo a salire l'Altopiano, prima di perdere gli orizzonti della pianura e del mare.
Il percorso parte proprio accanto alla tabella informativa, nel centro di Fontanelle, imboccando via Pisoni tra la tabella e il bar-tabaccheria.
Fontanelle
Inizio del percorso
La strada asfaltata scende leggermente e, superate le ultime case della contrada, diventa una strada di campagna.
In uscita da Fontanelle
Il percorso dopo Fontanelle
Dopo circa seicento metri, un segnale del percorso invita a deviare a destra verso contrada Busa.
Svoltare a destra per Busa
Dopo un brevissimo tratto inizia un suggestivo sentiero nel bosco. Oltre alle tabelle segnaletiche, lungo il percorso si notano anche dei segni rossi a forma di picca, tracciati su sassi o tronchi, che aiutano a seguire l’itinerario.
Indicazioni nel bosco
Indicazioni nel bosco
Usciti dal bosco si affronta probabilmente la parte più critica del percorso. Si cammina sul fondo di una piccola valle, dove l’erba alta può facilmente nascondere le tracce da seguire. Mi auguro che questo tratto venga mantenuto con l’erba tagliata al punto giusto, per permettere di orientarsi senza difficoltà.
La valle erbosa
In vista di contrà Busa
Si arriva così a contrà Busa, dove il percorso attraversa il piccolo centro abitato e prosegue lungo una stradina secondaria in direzione di contrà Tortima.
Contrà Busa
Contrà Busa
Contrà Busa
A contrà Tortima si giunge nella piazza principale, dove il percorso attraversa la strada provinciale della Fratellanza per proseguire sul lato opposto.
Contrà Tortima
Contrà Tortima
Contrà Tortima
Per raggiungere contrà Bielli si attraversa un breve tratto di campagna aperta, da cui si gode un bel panorama sulla pianura.
Verso contrà Bielli
Verso contrà Bielli
In contrà Bielli si prosegue sempre dritti, attraversando anche qui la strada. È bene fare attenzione a non seguire la tabella con l’indicazione “rientro a Fontanelle”, utile solo a chi desidera accorciare il percorso.
Contrà Bielli
Contrà Bielli
Si prosegue in direzione di Scaletta. Il percorso compie un’ampia deviazione che, attraversando i prati, regala una vista spettacolare sul paesaggio circostante.
Verso località Scaletta
Punto panoramico
Superato il prato, il percorso si addentra in un suggestivo camminamento nel bosco, dove l’ombra degli alberi accompagna per un tratto tranquillo e silenzioso.
Dettaglio del percorso
Dettaglio del percorso
Nel bosco si incrociano diversi sentieri: è importante prestare attenzione alla segnaletica e seguire la traccia GPX che potete scaricare per evitare deviazioni.
Dettaglio del percorso
Dettaglio del percorso
Si raggiunge il punto più alto del percorso, dove un’altra tabella illustra il panorama che si apre di fronte, aiutando a riconoscere le località visibili all’orizzonte.
Punto panoramico
Punto panoramico
Il bosco si dirada e, arrivati in località Scaletta (non una contrada ma un semplice toponimo) il percorso svolta bruscamente a sinistra.
Dettaglio del percorso
Località Scaletta
Località Scaletta, scendere a sinistra
Dettaglio del percorso
Il sentiero conduce nei pressi di una piccola pozza, per poi proseguire fino a contrà Frighi.
Dettaglio del percorso
La pozza
Contrà Frighi
Da contrà Frighi si prosegue su una breve strada asfaltata che, in pochi minuti, conduce a contrà Pizzati.
Verso contrà Pizzati
Contrà Pizzati
Si entra in contrà Pizzati, dove si trova la caratteristica “Piazzetta Filò”, per poi ritornare sulla strada asfaltata.
Contrà Pizzati
Contrà Pizzati
Raggiunto il capitello, si abbandona la strada asfaltata e si imbocca il sentiero di fronte che conduce verso contrà Bastianelli.
Verso contrà Bastianelli
Verso contrà Bastianelli
Il sentiero si incrocia con un altro, ma le indicazioni fanno deviare a destra, seguendo la direzione per la contrada.
Proseguire a destra
Arrivati a contrà Bastianelli è possibile accorciare il percorso seguendo le indicazioni per il rientro a Fontanelle, ma noi proseguiamo attraversando la strada e dirigendoci verso contrà Ciscati.
Contrà Bastianelli
Contrà Bastianelli
Contrà Bastianelli
Proseguendo lungo la strada asfaltata si raggiunge contrà Ciscati, dove si attraversa la strada principale per imboccare una stradina in salita che conduce a un altro caratteristico pozzo.
Verso contrà Ciscati
Contrà Ciscati
Contrà Ciscati
Verso il pozzo
Un pozzo della contrada
Dopo aver visitato il pozzo, si torna indietro per pochi metri e si imbocca una stradina sulla destra che permette di scoprire la contrada.
Contrà Ciscati
Contrà Ciscati
Seguendo il sentiero che passa dietro la casa, si raggiunge la strada principale della contrada, che va nuovamente attraversata per proseguire in direzione della “Val de le Pomare”.
Dettaglio del percorso
Attraversamento della strada
Proseguendo lungo la strada sterrata si costeggiano le Pomare, continuando poi in direzione di contrà Bertacchi.
Verso le "Pomare"
Proseguire a sinistra
Dettaglio del percorso
In un paio di tratti il percorso diventa meno agevole, con il fondo un po’ sconnesso e qualche punto dove è necessario prestare attenzione.
Dettaglio del percorso
Dettaglio del percorso
Superata la contrada, il percorso prosegue lungo il sentiero e in pochi minuti riconduce al punto di partenza a Fontanelle.
Contrà Bertacchi
Contrà Bertacchi
Uscita dalla contrada
In vista di Fontanelle
Come si raggiunge:
Mappa e traccia GPS:
SCHEDA PERCORSO | |
|---|---|
Zona: | Altopiano dei 7 Comuni o di Asiago |
Provincia / Comune: | Vicenza / Lusiana Conco |
Categoria: | Montagne |
Tipologia: | Naturalistico, Paesaggistico, Storico, Panoramico |
Coordinate punto di arrivo: | 45.802815 - 11.634792 (45°48'10" N - 11°38'5" E) |
Coordinate parcheggio: | 45.795922 - 11.630676 (45°47'45" N - 11°37'50" E) |
Altitudine di arrivo (m): | 848 |
Altitudine minima (m): | 708 |
Altitudine massima (m): | 888 |
Dislivello (m): | 290 |
Difficoltà del percorso: | T - Turistico |
Ore a piedi:(complessive, esclusa visita) | 2 ore 45 minuti |
Km totali: | 8,00 |
Come si raggiunge: | A piedi |
Tipo di tragitto: | Percorso ad anello |
Storia:
Fontanelle
Contrada Annessa alla Reggenza dei Sette Comuni (1310-1807)
Il nome di Fontanelle risale alla prima metà dell'Ottocento ed è legato alla formazione del centro abitato cresciuto attorno alla chiesa parrocchiale di Sant'Antonio delle Fontanelle. Nel 1742 la popolazione della vallata eresse una piccola chiesa per avere un luogo di culto nei giorni festivi e la dedicò a Sant'Antonio da Padova. La chiesa e il successivo caratteristico campanile vennero costruiti sui prati vicino alle case dei Bonati, sull'altro lato della valle rispetto alla contrada Rodighieri, proprio nel punto d'incontro delle due strade più antiche, quella che porta a Schiani, Frighi e Pizzati e quella principale di fondovalle che collega tutte le altre contrade.
All'inizio dell'800 si chiamava "Contrada delle Fontanelle" quella che oggi è la Contrada Ciscati, perchè in quel luogo, dopo una pioggia o allo scioglimento della neve, si formavano delle sorgenti effimere chiamate appunto "fontanelle".
Quando nel 1802 nasce la parrocchia di Sant'Antonio delle Fontanelle le persone della vallata cominciano a incontrarsi regolarmente vicino alle contrade Bonati e Rodighieri. Nel 1828 la chiesa viene ampliata e dotata di tre altari. Accanto ad essa vengono costruite nuove case e a poco a poco cresce un centro abitato che non ha un nome se non quello della parrocchia. Ma Sant'Antonio delle Fontanelle è un nome lunghissimo che viene presto abbreviato in: Fontanelle.
Cosí nelle mappe italiane del 1887 la Contrada delle Fontanelle si chiama Ciscati e il nome Fontanelle indica il centro che conosciamo oggi. Lo sviluppo di Fontanelle traspare anche dai dati demografici. Nel 1802 la più grande contrada della vallata è Ciscati con 123 abitanti mentre solo 74 persone vivono nelle contrade Bonati e Rodighieri. Fontanelle diventa il maggiore nucleo abitato nel corso dell'Ottocento quando la sua popolazione quadruplica e arriva al massimo di 317 persone nel 1921.
Nei decenni successivi inizia l'emigrazione, favorita anche dalla crisi della lavorazione della paglia, molto diffusa in questa zona dell'Altopiano.
La radicale trasformazione del tessuto economico avvenuto dopo il 1970 determina il definitivo abbandono delle colture tradizionali e il progressivo accentramento della popolazione. Da allora i campi, i prati e i pascoli, dissodati faticosamente con generazioni di lavoro, sono invasi dal bosco che avanza incontrastato nelle zone agricole abbandonate.
Lo spopolamento colpisce in modo drammatico le contrade della vallata che perdono più di tre quarti degli abitanti. A Fontanelle la presenza dei servizi e di nuove attività produttive fanno sì che nel 2020 vi risiedono 234 persone, "solo" il 26% in meno del 1921!
Il processo di migrazione di gran parte della popolazione rurale verso le zone di maggior sviluppo economico della pianura è comune a tutta la montagna europea tranne poche realtà dove viene finanziata l'agricoltura di montagna.
Anche se i boschi sono frutto dell'abbandono, vanno coltivati per prevenire gli incendi e la proliferazione dei parassiti o le devastazioni come quella della tempesta Vaia del 2018. I boschi sono il polmone della terra: assorbono anidride carbonica e rilasciano ossigeno, depurando l'atmosfera.
Grazie alla loro crescita l'Italia è riuscita a raggiungere gli obiettivi del protocollo di Kyoto.
Contrada Busa
Contrada Annessa alla Reggenza dei Sette Comuni (1310-1807)
La morfologia del luogo ha dato il nome alla contrada e alla valle retrostante, chiamata la busa dei Puli. Le famiglie Poli o Puli, originarie di Gomarolo, si sono fermate qui incontrando i Crestani della zona della Tortima. La contrada è a cavallo di due fasce fitoclimatiche che la arricchiscono della presenza di specie vegetali e animali, e la particolare posizione, affacciata sulla pianura dell'Italia settentrionale, ne fa una rotta di transito per molti uccelli migratori. Nel 1917, dopo la disfatta di Caporetto, dietro a Busa correva l'ultima linea di trincee a difesa della pianura. Si narra che il re Vittorio Emanuele III, in visita alle truppe, si sia dissetato al pozzo centrale della contrada; e la famosa Brigata Sassari sostò per due mesi tra Busa e Tortima prima della riconquista dei Tre Monti nel gennaio 1918. Nella II guerra mondiale invece, a Busa passava l'ultima linea difensiva tedesca, ma da allora la contrada è tornata a vivere una pacifica vita sociale.
Tortima
Contrade Annesse alla Reggenza dei Sette Comuni (1310-1807)
Il nome di Tortima è presente per la prima volta in un documento del comune di Marostica del 1407 e può derivare dal termine alto bavarese tor che significa valico, oppure da piccola torre, riferito alla torre di avvistamento che la tradizione pone sul monte Zanchi nel Basso Medioevo.
La contrada, posta sul bordo della ripida scarpata che domina la pianura, è collegata al piano dalla antica strada del Sette.
Le case sono distribuite sulla dolce sella del valico, lungo la via armentaria che lo attraversa. Questa via è diventata la sede della strada della Fratellanza dal 1917.
Le due pregevoli case settecentesche, poste all'ingresso meridionale della contrada, appartengono al tempo in cui qui si andava diffondendo la lavorazione della paglia.
La paglia di qualità più pregiata proveniva dai terreni aridi e sassosi degli Spiadi, la costiera che corre da Tortima ai Boffi e che ha la pianura come mare. Il frumento marzuolo era seminato in primavera e veniva raccolto prima della completa maturazione. Gli steli, i fastughi, restavano sottili ed erano sufficientemente resistenti per formare la treccia fine, la cordela fina, adatta ad essere trasformata in raffinati cappelli d'alta moda. La lavorazione della paglia è stata una importante fonte di sostentamento per donne, ragazzi e uomini, dal 1700 al 1960 in tutta l'area meridionale dell'Altopiano e della fascia collinare attorno a Marostica, che era il polo di questa industria.
Nel 1802 la popolazione di Tortima era di 56 persone e la vicina contrada Tumeleri ne contava 46. Nel 1921 gli abitanti erano cresciuti rispettivamente a 218 e 123 unità. Nel 2020 a Tortima vivono 57 persone e 35 ai Tumeleri, un ritorno alla situazione di due secoli fa, tranne per il numero di case.
Contrada Bielli
Contrada Annessa alla Reggenza dei Sette Comuni 1310-1807
Il nome della contrada Bielli compare in un documento notarile del 1421 come soprannome di un certo Ser Pietro detto Bielo. La pronuncia locale è: Biili, con la prima "i" molto lunga, come in tedesco, mentre la "e", muta, serve a prolungare il suono "i".
La contrada offre un panorama spettacolare e vastissimo sulla pianura ed è collegata a Tortima dal Filone detto della Nasa, la mulattiera che sale al monte Zanchi. Su questo monte, nel Basso Medioevo, pare esistesse una piccola torre d'osservazione detta Torre o Rocca Trissa.
La contrada Bielli ha la tipica forma degli abitati di montagna caratterizzati da file di case a schiera, affacciate sulla corte comune che contiene i pozzi per la raccolta dell'acqua. La costruzione della strada carrozzabile ha occupato parte della corte ed eliminato alcuni pozzi, ma sotto al piano stradale ci sono ancora le loro cisterne.
Contrada Frighi
Contrada Annessa alla Reggenza dei Sette Comuni 1310-1807
Frighi prende il nome da Federico ed è la contrada più orientale della vallata di Fontanelle, situata al bordo dell'area disboscata dove le coltivazioni sono riparate dal crinale della Scaletta.
L'antico nucleo di case è costruito sul promontorio tra la valle del Chèchele (o Chèlchele) e quella dei Pizzati, in una zona umida creata dall'acqua della falda superficiale che alimenta anche la pozza del Chèchele (Kàchele in cimbro significa Scodella).
Alla fine dell'Ottocento gli abitanti dei Frighi e dei Pizzati costruirono un pozzo sulla strada che unisce le due contrade per raccogliere l'acqua che affiorava dalle fontanelle al disgelo o subito dopo le precipitazioni.
Il pozzo, chiamato posso vecio, ha la la parte superiore della cisterna permeabile all'acqua della falda mentre quella inferiore è impermeabilizzata con argilla per conservare l'acqua nei periodi di siccità.
Contrada Pizzati
Contrada Annessa alla Reggenza dei Sette Comuni 1310-1807
Il nome Pizzati potrebbe derivare da Petz, antico nome bavarese di Pietro. La sobria bellezza architettonica della contrada nasce da materiali locali usati con maestria per creare case originali, ampie corti, portici, archi, scalinate modellate nella roccia e pozzi di fine fattura. Le date incise sulle pietre delle case sono tra le più antiche della valle e la data del 1778 è la più antica tra i pozzi. Pizzati è una contrada attorniata da orti e broli che danno lo spazio vitale alle case in un insieme armonico ed elegante.
Ma oggi qui lo spopolamento della montagna si manifesta in modo spietato. I vecchi terrazzamenti proteggono ancora le poche case abitate dall'avanzata del bosco che ha invaso i pascoli periferici. La contrada, che appare avvolta nel silenzio, porta però i segni di una presenza tenace di cura ed affetto dei suoi abitanti che in alcuni periodi dell'anno tornano ad alimentarla di nuova vita.
Contrada Bastianelli
Contrada Annessa alla Reggenza dei Sette Comuni 1310-1807
Il nome della contrada Bastianelli deriva dal diminutivo di Bastian, ovvero Sebastiano, ma oltre duecento anni fa era chiamata "Valentini". La Contrada Bastianelli si trova al centro della vallata di Fontanelle, a fianco dell'antica via armentaria che risale la valle fino ai Ciscati e arriva poi in Altopiano dal valico delle Porte.
L'ingresso della contrada è abbellito dal capitello dedicato a Santa Teresa, che introduce alle case a schiera e alle ampie corti punteggiate da numerosi pozzi.
L'esposizione a mezzogiorno e il dolce declivio del terreno la rendono una contrada aperta e luminosa.
A monte dell'abitato corre la valle dei Pasini che confluisce subito in quella delle Fontanelle. L'alveo delle due valli è scavato negli strati compatti di Biancone (Maiolica) e questa pietra poco fessurata impedisce che l'acqua delle precipitazioni si disperda subito nel sottosuolo, ma fluisca verso i terreni e i numerosi pozzi della contrada.
Contrada Ciscati
Contrada Annessa alla Reggenza dei Sette Comuni 1310-1807
Il nome della contrada Ciscati risale alla seconda metà dell'Ottocento e deriva da Cesco, l'abbreviazione di Francesco. Prima di allora il nome era "Contrada delle Fontanelle" perché, dopo la pioggia o al disgelo, si formavano delle fontanelle alimentate dalla falda superficiale. L'acqua affiorava lungo l'antica via armentaria, sopra la contrada, dove oggi c'è un pozzo. Vicino a queste sorgenti temporanee si sono stabiliti i primi abitanti della valle e, alla metà del '500, qui furono costruite le prime case in pietra della vallata.
È anche la contrada più popolata tra quelle alte della valle, mentre Tortima lo è tra le contrade davanti.
Il gran numero degli abitanti di un tempo portò ad erigere due distinti capitelli, dedicati alla Madonna e a Sant'Antonio. Oggi una popolazione più esigua coltiva con passione gli orti e i frutteti che coronano il centro abitato, mentre il bosco si avvicina alle nuove residenze della contrada.
Contrada Bertacchi
Contrada Annessa alla Reggenza dei Sette Comuni 1310-1807
L'origine del nome della contrada può derivare da Alberto oppure dalla forma bavarese Wertach, che significa: campo con acqua, riferito alla vena d'acqua che affiorava nella valletta vicino alle case.
La contrada, collocata quasi sulla sommità di un dolce crinale, è circondata da prati, orti e da campi che, verso il fondovalle, diventano campi terrazzati per attenuare la maggiore pendenza del terreno.
Il capitello dedicato alla Madonna accoglie chi entra ai Bertacchi e il grande pozzo nella corte quadrata segna il centro del nucleo originario formato da una manciata di case.
A questa contrada, sospesa tra la terra e il cielo, si arriva camminando lungo stradine bordate da siepi di sambuco (sambugaro), nocciolo (noselaro) e maggiociondolo (gegheno) che fanno intravvedere scorci panoramici sulla distesa di contrade della vallata e sul centro di Fontanelle.
Natura e Ambiente:
Le fontanelle e i pozzi
La presenza dell'acqua rende speciale questo tratto della via che l'uomo ha percorso fin dalla preistoria per arrivare in Altopiano.
La quantità d'acqua che cade ogni anno nella vallata di Fontanelle, pioggia o neve che sia, è così tanta che potrebbe ricoprirne la superficie per un metro e mezzo di altezza. Un terzo delle precipitazioni è assorbito dalla vegetazione o evapora. L'altra parte scorre brevemente in superficie e poi si infiltra nel terreno per disperdersi nella vasta rete di acque sotterranee che alimentano le numerose sorgenti ai piedi dell'Altopiano. Nelle terre alte di questo massiccio carsico le sorgenti sono invece molto rare. Una di queste si trovava nel luogo dove ora c'è il pozzo. Qui, dopo una pioggia o al disgelo, l'acqua affiorava dal sottosuolo e formava delle sorgenti temporanee che erano chiamate: fontanelle.
La presenza delle fontanelle ha favorito la nascita dei primi insediamenti permanenti della vallata. In seguito i nuclei familiari aumentarono e con essi crebbero le contrade. Alla fine del 1700 i lebi, le antiche vasche per l'acqua, non bastavano più a fornire quegli scarsi cinque litri destinati giornalmente ad ogni persona. Le famiglie, da sole o in gruppi, cominciarono allora a scavare dei pozzi con delle grandi cisterne per raccogliere e conservare una maggiore quantità d'acqua. Nei pozzi arrivava, e arriva ancora, il flusso della pioggia convogliata dai tetti, ma soprattutto la grande quantità di acqua sotterranea proveniente dalla falda freatica. In questo luogo la falda è molto superficiale e il pozzo la intercetta per vari metri di profondità in modo da fornire acqua anche quando piove poco e la falda cala di livello. Il rivestimento della cisterna del pozzo è costruito con la tecnica delle pietre a secco. Le pietre disposte in cerchi concentrici terminano con una cupola sovrastata dalla vera da pozzo che ha la funzione di protezione.
La parte superiore del rivestimento è permeabile all'acqua che così può passare dalla falda freatica alla cisterna mentre la parte inferiore è sigillata con argilla per evitare che si disperda nel terreno carsico.
I pozzi sono stati costruiti con la stessa tecnica di impermeabilizzazione della cisterna fino al 1950.
Oggi, che gli acquedotti arrivano in ogni casa, gli abitanti della contrada utilizzano l'acqua raccolta dai pozzi per tutti gli usi che non richiedono l'acqua potabile.
La Val de le Pomare
Le piante sono il motore della vita sulla terra
Gli alberi di mele danno il nome alla valle che fa da confine tra la dorsale della Costa e del Bertacchi con la vallata di Fontanelle. Il nome Pomare ha più di duecento anni perché è riportato nelle mappe del catasto napoleonico del 1813 insieme a quello della Valle de l'Arete e della vecchia strada comunale, detta Boara, dove ora ci troviamo. Gli imponenti faggi qui vicino hanno visto i cartografi francesi all'opera e hanno sentito anche il nostro arrivo oggi. Per un faggio avere un'età di duecento anni significa essere poco più che maggiorenne ed i boschi sarebbero pieni di altri alberi maestosi se non fosse per l'azione dell'uomo. Noi usiamo il legno, le fibre, i medicinali e i frutti dalle piante, ma conosciamo solo il 10% delle specie vegetali e sappiamo pochissimo della loro esistenza che dura da milioni di anni. Fortunatamente, grazie anche a Stefano Mancuso, scienziato di fama mondiale e direttore del Laboratorio Internazionale di Neurobiologia Vegetale dell'Università di Firenze, cominciamo a capire meglio queste forme di vita che costituiscono oltre l'85% della biomassa del nostro pianeta.
Le piante sono esseri viventi molto diversi da noi perché sono radicate, e il terreno dove crescono è fondamentale e preziosissimo per loro che non si possono spostare. Le piante sono una colonia formata da molti componenti che comunicano tra loro e condividono una vasta rete radicale, in simbiosi con i funghi, che vive per tempi lunghissimi. Percepiscono i suoni, la luce, la temperatura, l'umidità, la gravità, i campi elettromagnetici, le concentrazioni chimiche nel terreno e le molecole nell'aria come l'anidride carbonica. Percepiscono anche la presenza dell'uomo, dei predatori e usano tutti questi segnali per interagire con l'ambiente e tra di loro.
Ma soprattutto producono l'ossigeno che respiriamo e sono gli unici esseri viventi capaci di catturare la luce del sole e di trasformarla in carboidrati e zuccheri che sono alla base della vita sulla terra.
Senza le piante non ci sarebbero gli animali erbivori e nemmeno quelli carnivori che di essi si nutrono.
Le piante sono speciali perchè sono fatte per essere mangiate e riescono a sopravvivere grazie alla straordinaria architettura del modello vegetale che distribuisce sull'intero corpo tutte quelle funzioni vitali che negli animali sono concentrate negli organi. Se un solo organo si guasta l'animale muore, invece le piante possono perdere fino al 90% del corpo senza soccombere.
Ecco alcune delle piante che vivono in questo ambiente e che lo hanno trasformato: il faggio (Fagus sylvatica), l'acero di monte (Acer pseudoplatanus), il carpino nero (Ostrya carpinifolia), il frassino (Fraxinus excelsior), l'orniello (Fraxinus omus), il ciliegio selvatico (Prunus avium), il maggiociondolo (Laburnum anagyroides), il nocciolo (Corylus avellana), il corniolo (Comus mas), il sorbo montano (Sorbus aria), il sambuco (Sambucus nigra) e l'abete rosso (Picea abies). Qui il loro nome familiare è: el fagaro, l'agro, el carpene, el frasino, l'orno, la siaresara, el gegheno, el noselaro, el cornolaro, el molessene, el sambugaro, el pesso.
Le piante sono un modello al quale ci possiamo ispirare per risolvere il problema del riscaldamento globale che mette a rischio la nostra sopravvivenza. Ben l'80% dell'anidride carbonica e di altri gas serra del pianeta sono prodotti nelle città dove vive la maggior parte della popolazione mondiale e che occupano meno del 2% delle terre emerse. Se in ogni città ci fosse un bosco come questo il suo contributo sarebbe preziosissimo per la riduzione dei gas serra. In ambiente urbano le piante portano anche altri sensibili benefici alla psiche umana, migliorano l'umore e la salute delle persone, velocizzano la guarigione dei malati, riducono lo stress e il tasso di aggressività facendo diminuire anche gli incidenti stradali.
Anche voi, che siete qui nel bosco, state ricevendo una terapia benefica per stare meglio ed avere la mente più reattiva ed attenta. Per migliorare ancora di più la qualità della vita, piantate un albero, e se abitate in città, piantatene ben più di uno.
"Quando gli uomini vivevano dentro la natura, gli alberi erano un tramite di comunicazione della terra con il cielo e del cielo con la terra"
Mario Rigoni Stern
Data visita: 20/09/2025
Data pubblicazione: Oct. 29, 2025
Autore: Corrado De Zanche