L'anello dell'acqua è un percorso con una lunghezza di circa 2 km che si snoda tra prati e boschi nei pressi del Museo, toccando siti di interesse naturalistico e storico.
Per iniziare il percorso si passa di fronte al Museo dell'acqua dove si trova una tabella con la mappa.
Museo dell'acqua
Museo dell'acqua
Inizio del percorso
Il percorso è segnalato con tabelle in legno a volte azzurre e delle gocce azzurre dipinte su qualche roccia. Bisogna fare un po' di attenzione perché non sono sempre ben visibili.
Dettaglio del percorso
Appena iniziato il sentiero una prima tabella ci indica la direzione per la Città di Roccia. Consultando la mappa ad inizio percorso la città di roccia è una deviazione dal percorso ad anello. Dopo sarà necessario ritornare qui per proseguire.
Incrocio per la città di roccia
Per raggiungere la città di roccia è necessario attraversare la strada forestale.
Attraversamento della strada verso la città di roccia
La strada è molto breve ma con qualche graditissimo panorama.
Panorama verso il Verena, Portule, Interrotto
Panorama verso Spitz Tonezza, Campomolon, Toraro
La città di roccia è mimetizzata all'interno di un boschetto.
Boschetto della città di roccia
La città è recintata per evitare che entri dell'eventuale bestiame delle vicine malghe.
Ingresso
Vicolo della città
Strada principale
Tra qualche vicolo, passaggi e strade non frequentate da automobili si arriva ad un osservatorio o postazione della Grande Guerra.
Vicolo
Discesa verso la postazione
Discesa verso la postazione
Grotta con feritoia della Grande Guerra
Dopo il giro in città si ritorna indietro lungo lo stesso percorso, si riattraversa la strada forestale fino al precedente incrocio. Da lì si continuano a seguire le indicazioni.
Dettaglio del sentiero
Dettaglio del sentiero
Vista del museo dell'acqua
Dettaglio del sentiero
Lungo il percorso diverse tabelle spiegano la morfologia del carsismo, caratteristica peculiare dell'altopiano. Le tabelle sono riportate a fondo pagina nella sezione Natura e Ambiente.
Dettaglio del sentiero
Campo solcato
Dettaglio del sentiero
Giochi di luce
Proseguendo una tabella indica "voragine". Si svolta quindi a sinistra e si sale attraversando una zona recentemente disboscata.
Indicazione per la voragine
Salita verso la voragine
Superata l'ennesima tabella che parla del carsismo si arriva sopra alla voragine denominata "Buso dei Mati".
Tabella
La voragine NON è recintata, quindi è necessario prestare particolare attenzione soprattutto se ci sono bambini.
Buso dei Mati
Buso dei Mati
Buso dei Mati
Superata la voragine si arriva ad un'incrocio dove si prosegue a destra e si scende lungo il bosco.
Ultimo incrocio nel bosco
Ultimo incrocio nel bosco
Attenzione alle piccole tabelle in legno di un azzurro decisamente scolorito!
Dettaglio del sentiero
Un saluto al bosco
Il sentiero termina presso la casa del pastore, proseguendo si arriva in pochi minuti al museo.
Casa del pastore
La strada verso il museo
Come si raggiunge:
Da Asiago (VI) si esce dal paese in direzione Canove. Superato il parcheggio dei camper si arriva al supermercato Migross. Si imbocca la strada a sinistra verso il Kaberlaba. Dal Kaberlaba si sale e si supera la Baitina dove a destra inizia una strada con le indicazioni per il museo dell'acqua.
Mappa e traccia GPS:
SCHEDA PERCORSO | |
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Zona: | Altopiano dei 7 Comuni o di Asiago |
Provincia / Comune: | Vicenza / Asiago |
Categoria: | Montagne, Grotte e Voragini |
Tipologia: | Naturalistico, Storico, Culturale |
Periodo storico: | Prima Guerra Mondiale |
Coordinate punto di arrivo: | 45.832000 - 11.496500 (45°49'55" N - 11°29'47" E) |
Coordinate parcheggio: | 45.839062 - 11.499204 (45°50'20" N - 11°29'57" E) |
Altitudine di partenza (m): | 1151 |
Altitudine di arrivo (m): | 1211 |
Dislivello (m): | 114 |
Difficoltà del percorso: | T - Turistico |
Ore a piedi: (complessive, esclusa visita) | 1 ora |
Km totali: | 2,80 |
Come si raggiunge: | A piedi |
Natura e Ambiente:
Ciclo dell'acqua
Alla carenza di circolazione idrica superficiale si contrappone un’imponente circolazione sotterranea, attraverso un fitto ed esteso reticolo sviluppato sia lungo i giunti di stratificazione delle rocce, sia lungo le fratture, formando spesso condotti di notevoli dimensioni.
Ciclo dell'acqua
Le notevoli precipitazioni (pioggia e neve) alimentano il reticolo sotterraneo, distinto in zona vadosa e zona freatica. Nella zona vadosa le acque scorrono lungo pozzi e gallerie unendosi ad altri ruscellamenti ed ingrossandosi fino ad arrivare ad una quota appena superiore a quella delle risorgenza, il livello di base o zona freatica. Qui il flusso scorre in ampie gallerie completamente sommerse nelle vicinanze della sorgente valchiusana di Oliero, che ha portata media complessiva di circa 15 mc/sec. Le antiche sorgenti valchiusane, ora fossili, Calgeron e Bigonda (sviluppo circa 30 km), sospese a 150 m dall'attuale livello del fiume Brenta, fungono da sistema di troppo pieno della zona freatica in occasione di eccezionali precipitazioni, riversando dagli ingressi potenti getti d'acqua. L'acqua dell'Oliero ritorna in parte sull'Altopiano per il fabbisogno idrico attraverso un acquedotto, chiudendo così il continuo ciclo dell'acqua.
Geologia e carsismo
Il massiccio dell'Altopiano dei 7 Comuni è come una torta a strati rocciosi, composti per lo più da sedimenti marini che milioni di anni fa iniziarono a sollevarsi per l'azione di convergenza tra le placche africana ed euroasiatica (tuttora il massiccio si solleva di 1 mm l'anno).
Geologia e carsismo
Il termine carsismo deriva dal toponimo Carso (regione geografica del Carso di Trieste, analizzata per prima dagli studiosi) e prende origine da Kar, radice paleoindoeuropea che significa roccia o pietra. Con carsismo si indica l'erosione provocata dall'acqua, resa acida dall'anidride carbonica presente nell'aria, su rocce di natura carbonatica. Per questo in superficie non vi sono importanti corsi d'acqua, in quanto essa si infiltra nel sottosuolo, formando un reticolo di cavità sotterranee.
Carsismo superficiale
Osservando il paesaggio si può notare come il fenomeno carsico, unito all'azione del vento e del gelo-disgelo, abbia modellato il terreno: scarsità di corsi d'acqua in superficie e ricchezza di affioramenti rocciosi interessati da erosione.
Scannellature: sono costituite da solchi profondi e larghi qualche centimetro, disposti secondo le linee di massima pendenza della superficie.
Vaschette di corrosione: si formano da una depressione della superficie orizzontale della roccia nella quale ristagna l'acqua piovana
Crépácci di frattura: si formano sia per corrosione dall'alto che, dal basso, per risalita capillare dell'acqua da un giunto di strato.
Città di roccia: è formata da grandi massi calcarei affioranti, isolati tra loro da crepacci che divengono sempre più profondi.
Campi solcati o karren: sono solchi paralleli separati da creste e setti, originati dall'azione corrosiva su tavolati calcarei.
Campi solcati: il progressivo approfondimento dei solchi e l'erosione delle rocce evolvono fino alla forma morfologica detta "città di roccia".
Dolina: è un avvallamento a forma di imbuto dove l'acqua si concentra in un punto di assorbimento. Può avere un diametro di alcune centinaia di metri.
Dolina di crollo: si forma in seguito al crollo del soffitto di una cavità sotterranea poco lontano dalla superficie. Spesso le pareti sono verticali.
L'uso dell'uomo
Nel corso dei millenni l'uomo ha utilizzato le forme carsiche superficiali e profonde a seconda delle diverse esigenze che rispecchiavano la situazione culturale ed economica del momento.
Grotte, ripari e massi isolati hanno rappresentato, fin dalla preistoria, luoghi ideali per l'abitazione e la difesa, luoghi sacri e legati all'immaginario.
L'accumulo di neve fino alla stagione estiva permetteva di sopperire alla carenza d'acqua nei periodi di siccità estraendo blocchi di ghiaccio.
Durante la Prima Guerra Mondiale i crepacci vennero usati come trincee, le cavità come riparo e deposito e i massi affioranti come postazioni di artiglieria perfettamente mimetizzate.
L'uso di cavità come discariche abusive mette a rischio inquinamento il territorio carsico in quanto serbatoio di acque sotterranee, il cui valore, come risorsa, è difficilmente quantificabile.
Toponimi
Il toponimo (dal greco tòpos, luogo e ònoma, nome) è il nome di un luogo geografico. Sull'Altopiano ci sono molti toponimi di origine cimbra, spesso derivati dalle caratteristiche naturali e morfologiche dei singoli siti.
bàssar = acqua
BASSA GRUBA: forra, avvallamento con presenza d'acqua
Mansich inhalten is bàssar ba de rinnet? - si può trattenere l'acqua che scorre?
prönno = sorgente
PRUNNO, diminutivo PRENELE, PRUNELE: il toponimo è molto diffuso. Esempio: sorgente sul fondo dell'omonima radura rotondeggiante a sud di Asiago.
's bàssar 'me prönnen is 's péste - l'acqua delle sorgenti è la migliore.
pach = torrente
PACH: il toponimo è molto diffuso. Esempio: il corso d'acqua perenne che un tempo attraversava Asiago muovendo i mulini, detto anche Roza e Rio Asiago.
dar Ghèlpach khimmet bon Ghelle - il torrente Ghèlpach viene da Gallio
laba = pozza
LABA-LAVA: pozza per abbeverare il bestiame. Esempio: KABERLABA: pózza dell'avena (della zona dove si coltivava l'avena); GROSSELAVA: grande pozza; LUNTARLAVA: pozza di sotto.
de Khróoten krüukent in de laaben - le rane gracidano nelle pozze
Carsismo sotterraneo
Sull'Altopiano dei Sette Comuni sono state finora scoperte ed esplorate alcune migliaia di cavità, oltre 1.500 nel solo territorio comunale di Asiago. La maggiore profondità finora raggiunta è la quota di quasi 1.000 metri dell'Abisso di Malga Fossetta.
Buso dei Mati e altri loch
Le acque sotterranee seguono le fratture e i giunti di strato della roccia, originando forme estremamente variabili, ma ricorrenti. Ogni cavità scoperta e rilevata viene catastata con una "carta di identità" che ne riporta i dati principali.
Buso dei Mati
La pioggia martella le rocce carbonatiche, si infila nelle fessure, scivola nelle diaclasi e nelle faglie: tutto il reticolo di fratture diventa come una spugna piena d'acqua. Grazie ai fenomeni di erosione meccanica e di dissoluzione, via via si formano condotti più larghi, che diventano strade preferenziali per lo scorrimento.
Il reticolo si diffonde nella montagna, anche salendo e scendendo più volte, formando labirinti con contropendenze, rami che si intrecciano e si chiudono ad anello, innumerevoli morfologie ipogee.
Le concrezioni sono formate essenzialmente da calcite, che cristallizza dando origine a molteplici formazioni, classificate in 4 gruppi:
- da gocciolamento (es. stalattiti, stalagmiti);
- per scorrimento (es. colate, crostoni);
- per fenomeni di capillarità (es. eccentriche); per depositi subacquei (es. perle di grotta).
Data visita: 03/11/2024
Data pubblicazione: Nov. 12, 2024
Autore: Corrado De Zanche