Anello Pian delle Fugazze - Campogrosso (variante malga Boffetal)

Anello Pian delle Fugazze - Campogrosso (variante malga Boffetal)

Attraversando il Ponte Avis (m 1545)

 

Questo percorso si differenzia dall'Anello Pian delle Fugazze - Campogrosso per la parte che dal rifugio Campogrosso ritorna al Pian delle Fugazze che invece di essere su strada è su sentiero.

Questa volta siamo partiti dal parcheggio che è sulla strada che dal passo porta a Campogrosso - Camposilvano.
Ritornati indietro verso il passo abbiamo svoltato a destra e subito ancora a destra seguendo le indicazioni per l'Ossario del Pasubio e il Ponte AVIS.

La strada fino all'ossario è percorsa anche da automobili.

Vista del rifugio Papa alle Porte del Pasubio

Vista del rifugio Papa alle Porte del Pasubio

Fino al ponte AVIS si procede su strada asfaltata.

Dettaglio della strada pedonale

Dettaglio della strada pedonale

Dettaglio della strada pedonale

Dettaglio della strada pedonale

L'attraversamento del ponte è regolato da alcune norme che nessuno sembra rispettare, tipo la distanza di  2 metri che dovrebbe esserci tra una persona e l'altra.

Ingresso al ponte AVIS

Ingresso al ponte AVIS

Attraversato lo stretto e ballerino ponte, per un tratto, il percorso è su strada bianca per poi proseguire asfaltata fino al rifugio Campogrosso.

Ponte AVIS

Ponte AVIS

Vista sul Novegno e monte Enna

Vista sul Novegno e monte Enna

Verso il rifugio Campogrosso

Verso il rifugio Campogrosso

Rifugio Campogrosso

Rifugio Campogrosso

Poco prima del rifugio sulla destra inizia il sentiero 170 che porta verso malga Boffetal.

Inizio del sentiero

Inizio del sentiero

Dopo circa 300 metri di salita, su di un incrocio, si trovano delle indicazioni poco chiare in quanto non è più indicato il sentiero 170. E' necessario rimanere sul sentiero che prosegue in salita.

Incrocio, rimanere sul percorso a destra in salita

Incrocio, rimanere sul percorso a destra in salita

Il sentiero entra ed esce dal bosco, la segnaletica risulta chiara.

Dettaglio del sentiero

Dettaglio del sentiero

Bellissimi scorci sul gruppo del Carega ma anche sul più lontano Adamello-Brenta.

Gruppo del Carega

Gruppo del Carega

Dettaglio del sentiero

Dettaglio del sentiero

Panorama verso l'Adamello-Brenta

Panorama verso l'Adamello-Brenta

Dettaglio del sentiero

Dettaglio del sentiero

Usciti dal bosco, il sentiero prosegue su prato erboso. 

Dettaglio del sentiero

Dettaglio del sentiero

Dettaglio del sentiero

Dettaglio del sentiero

Un laghetto e l'inizio del Bovetal Boulder Park, dove, su 10 grandi massi, è possibile cimentarsi con qualche piccola arrampicata.

Il laghetto e Bovetal Boulder Park

Il laghetto e Bovetal Boulder Park

Bovetal Boulder Park

Bovetal Boulder Park

All'incrocio subito dopo il laghetto si prosegue verso la malga che si raggiunge in 5 minuti.

Malga Boffetal

Malga Boffetal

Lasciata malga Boffetal il sentiero prosegue in discesa facendo un'ampia curva verso ovest.

Vista sulla valle e sul Coni Zugna

Vista sulla valle e sul Coni Zugna

Dettaglio del sentiero

Dettaglio del sentiero

Dettaglio del sentiero

Dettaglio del sentiero

Nell'incrocio qui sotto è necessario prendere il sentiero di destra, seguendo i fili dell'alta tensione. I segnali bianco rossi sono un po' nascosti, ma, nel caso andaste dritti, vi ritroverete comunque nella strada corretta andando a destra al successivo incrocio.

Incrocio, seguire a destra i fili dell'alta tensione

Incrocio, seguire a destra i fili dell'alta tensione

Incrocio con la strada forestale

Incrocio con la strada forestale

Dettaglio della strada forestale

Dettaglio della strada forestale

Per circa 200 metri il percorso è su strada forestale per poi proseguire sul sentiero a sinistra al primo incrocio. Per fortuna c'è una tabella che da la direzione perché qui è facile sbagliare. 

Si esce a sinistra dalla strada forestale

Si esce a sinistra dalla strada forestale

Dopo altri 200 metri ancora un incrocio poco evidente,  bisogna fare attenzione ai segnali bianco rossi e proseguire a destra verso nord. Proseguendo dritti però, si arriva comunque sulla strada asfaltata che riporta al parcheggio.

Incrocio, proseguire a destra

Incrocio, proseguire a destra

Dettaglio della strada Sbagliata

Dettaglio della strada Sbagliata

Il sentiero rimane nel bosco sopra alla strada asfaltata e si ricongiungerà alla stessa dopo circa 800 metri.

Dettaglio del sentiero

Dettaglio del sentiero

Incrocio con la strada asfaltata

Incrocio con la strada asfaltata

Arrivati sulla strada asfaltata si prosegue a destra fino al punto di partenza.

Strada verso il parcheggio

Strada verso il parcheggio


Come si raggiunge:

Da Schio (VI) si prende la SP46 che porta a Valli del Pasubio - Rovereto.
Dopo l'ultimo tornante (il 14°) si attraversa il confine Veneto-Trentino arrivando a Pian delle Fugazze. 
Ci sono molti parcheggi, tutti a pagamento.

Apri la mappa Google per il calcolo itinerario


Mappa e traccia GPS:

Mappa e traccia Anello Pian delle Fugazze - Campogrosso (variante malga Boffetal)

Anello Pian delle Fugazze - Campogrosso (variante malga Boffetal)

SCHEDA PERCORSO
Zona:Piccole Dolomiti, Pasubio, Novegno
Provincia / Comune:Vicenza - Trento / Valli del Pasubio - Vallarsa
Categoria:Montagne, Rifugi
Tipologia:Naturalistico, Paesaggistico, Storico, Panoramico
Periodo storico:Prima Guerra Mondiale
Coordinate punto di arrivo:45.728540 - 11.173260
(45°43'42" N - 11°10'23" E)
Coordinate parcheggio:45.759612 - 11.171894
(45°45'34" N - 11°10'18" E)
Altitudine di partenza (m):1162
Altitudine di arrivo (m):1545
Dislivello (m):420
Difficoltà del percorso:E - Escursionistico
Ore a piedi:
(complessive, esclusa visita)
3 ore 40 minuti
Km totali:11,70
Come si raggiunge:A piedi

Storia:

PONTE AVIS

Questo ponte è intitolato ad AVIS (associazione volontari italiani sangue), in memoria del tragico evento che, il primo settembre 1956, avvenne proprio su questa strada.
Alle 15,30, in seguito al maltempo e ad una manovra errata dell'autista, un pulmino con a bordo 27 persone provenienti da Recoaro Terme, precipitò tragicamente nella scarpata.
Grazie alla presenza di alcuni operai che stavano eseguendo dei lavori di manutenzione al manto stradale, venne dato immediatamente l'allarme. Si mobilitò chiunque fosse in grado di dare il proprio contributo: vigili del fuoco, carabinieri, gruppi alpini, ecclesiastici e privati.
Il pulmino si era capovolto più volte nella caduta, provocando la morte di 15 persone. I feriti furono 11 e vennero trasportati d'urgenza all'ospedale di Schio.
I medici, vista la gravità della situazione, lanciarono immediatamente un appello alla popolazione per la raccolta urgente di sangue per fronteggiare l'emergenza.
La generosità di chi era già donatore di sangue e di chi lo diventò quel giorno, contribuì alla salvezza dei feriti.
Nessuno dei donatori, in ossequio ai principi fondamentali del dono, chiese un compenso o chiese a quale dei feriti fosse destinato il suo sangue.
In ricordo al tragico evento e della straordinaria generosità dimostrata dalla popolazione, questi donatori decisero di associarsi ed il 26 maggio 1957 veniva costituita la Sezione Comunale AVIS di Schio.

Con la speranza che il loro esempio ricordi alle generazioni future l'importanza del nobile gesto del "Dono del Sangue".

AVIS SCHIO-ALTOVICENTINO

 

ALPE DI CAMPOGROSSO

SISILLA

Il Sengio della Sisilla (q. 1621), ottimo osservatorio ideale per osservare l'intera sistemazione difensiva del sottostante passo, fu il primo caposaldo ad essere organizzato a difesa del settore di Campogrosso e comprendeva l'elemento difensivo di raccordo con le trincee del Baffelan e del Cornetto. Sulla selletta che precede la sommità, raggiungibile per un sentiero realizzato in gran parte su roccia in posizione defilata, inizialmente fu ricavata una trincea per un plotone (50 uomini) con fronte sud-ovest. Nel 1917, quando fu completata la linea definitiva, sulla Sisilla vi era un trinceramento coperto con un piccolo baraccamento e una nicchia per deposito munizioni e attrezzi. Il limitato presidio che poteva alloggiare sulla Sisilla doveva difendere l'Osservatorio, che era dotato di un apparato fotoelettrico ed una postazione di riflettori. Alla base della strapiombante parete sud, in posizione riparata dall'osservazione e dal tiro avversari, furono costruiti ricoveri per comando, deposito e riserva truppe. Si tratta di quattro caverne scavate nella roccia, lunghe m. 14 e larghe m. 4,50 capaci di ospitare fino a 100 persone ciascuna e munite di opere di difesa dell'accesso. Nelle immediate vicinanze furono infine realizzati altri appostamenti in caverna e postazioni in roccia per mitragliatrice.

Foto storica

Foto storica

 

ORTOGONALE 1

CAMPOGROSSO - UNA LINEA DIFENSIVA STRATEGICA

Le valli dell'Agno e del Leogra già prima della Grande Guerra erano state oggetto di programmi di fortificazione per la difesa dei valichi della Lora, di Campogrosso e del Pian delle Fugazze a causa della loro vicinanza al confine con l'Austria.
Nel maggio 1915 la rapida avanzata delle truppe italiane in Vallarsa e sul massiccio del Pasubio allontanò la linea del fronte.
La situazione cambiò radicalmente dopo l'offensiva sferrata dagli Austriaci il 15 maggio 1916 (la Strafexpedition) sul fronte degli Altipiani Vicentini.
Dopo sanguinosi combattimenti, la manovra austriaca fu bloccata con gravi perdite in Vallarsa, a pochi chilometri dal passo di Campogrosso.
Era dunque evidente l'importanza strategica del passo di Campogrosso così come la necessità di una linea di difesa nord-sud che potesse contenere, in caso di crollo del Pasubio, l'avanzata austriaca nelle valli dell'Agno e del Leogra.
Di conseguenza il Comando della 1a Armata fece realizzare una serie di linee difensive nell'alta Vallarsa e una di massima resistenza (Seconda Linea) sul crinale tra Campogrosso e Pasubio. Nel febbraio del 1917 era in costruzione una Terza Linea dal Passo della Lora per il caposaldo della Gazza, Le Some, le colline a sud di Valli dei Signori e monte Novegno. Compare in questo periodo una Quarta linea strategica di resistenza costituita da due linee ortogonali che diventeranno le prime versioni delle linee Ortogonale 1 e Ortogonale 2. A fine inverno del 1917 la prima linea strategica, denominata inizialmente Destra Leogra, risulta ben delineata sulla destra orografica del torrente Leogra dallo sbocco della Valle di Manfron fino a Case di Malo, correndo sempre ai piedi delle colline.
La seconda linea strategica trasversale alla Destra Leogra, che prese poi il nome di Ortogonale 2, modificata nel tracciato nella seconda metà del 1917, tagliava le valli dell'Agno e del Leogra e incrociava la Destra Leogra al Ponte delle Capre per risalire il versante opposto verso il Novegno. All'inizio di aprile del 1917 il generale Cadorna, Capo di Stato Maggiore dell'Esercito, riconoscendo l'importanza strategica del settore, ordinò il completamento della Destra Leogra fino al Campo trincerato di Vicenza e la costruzione di una nuova linea difensiva (Ortogonale 1) sullo spartiacque tra le valli dell'Agno e del Leogra da Campogrosso fino a Monteviale. Il comando del Genio del V Corpo d'Armata predispose immediatamente un nuovo progetto dove le due grandi linee Ortogonali si intersecavano sul Monte Civillina e costituivano più compartimenti difensivi integrati con altre linee avanzate nella pianura vicentina ("Linea del Piano") fino a collegarsi al campo trincerato di Vicenza.
Dopo i bombardamenti aerei austriaci del 1916 si diffuse l'impiego delle batterie contraeree a difesa delle trincee e dei centri abitati. A ridosso dell'Ortogonale 1 furono attivati ben tre campi d'aviazione militari a Castelgomberto, a Sovizzo e a Trissino.
L'Ortogonale 1 realizzata sul contrafforte montano Agno-Leogra era diventata così una fondamentale linea di arresto in previsione di un eventuale arretramento del fronte sulla linea Mincio-Po.
L'importanza di queste linee strategiche fu confermata alla fine di ottobre del 1917 quando gli Austriaci sfondarono il fronte a Caporetto e arrivarono al Piave e sul Grappa.

 


Data visita: 10/11/2024
Data pubblicazione: Nov. 20, 2024

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