Attenzione: il primo tratto del percorso è umido e bagnato è facile quindi scivolare.
Parcheggiata la macchina davanti alla chiesa di Valle di sopra proseguiamo verso nord-est ed imbocchiamo il sentiero alla prima stradina a destra in discesa.
Tabella di inizio percorso
Inizio percorso
Dettaglio del sentiero
Dopo poco raggiungiamo il primo dei tantissimi mulini che vedremo durante la nostra camminata.
Primo mulino
Primo mulino
Primo mulino
Proseguiamo lungo il sentiero e al primo bivio senza segnali teniamo la destra seguendo il corso del ruscello.
Seguiamo il sentiero a destra
Dettaglio del sentiero
Dopo l'attraversamento di uno dei ponti seguiamo le indicazioni e svoltiamo a sinistra iniziando a salire.
Seguiamo il sentiero a sinistra
Dettaglio del sentiero
Dettaglio del sentiero
Una volta arrivati nel punto più alto ammiriamo quel poco di panorama che la foschia ci permette di vedere e proseguiamo in discesa.
Panorama
Arriviamo dunque alla piccola contrada, Dovighi. Grazie ad una tabella scopriamo che il pezzo di sentiero appena percorso viene chiamato "Sentiero del brutto passo". Dopo un piccolo sguardo alla case di Dovighi proseguiamo seguendo il cartello marrone che indica "Sentiero dei pozzi".
Sentiero del brutto passo
Dovighi
Una finestra di Dovighi
Piantine a Dovighi
Sentiero dei pozzi
Lungo questo tratto alcuni alberi caduti rendono difficoltosa la passeggiata.
Al primo bivio che incrociamo senza segnaletica proseguiamo a destra in discesa e arriviamo alla strada asfaltata dove continuiamo a scendere a destra seguendo poi il tornante a sinistra e subito una curva a gomito a destra che ci riporta nel sentiero.
Seguiamo il sentiero a destra
In discesa sull'asfalto
Riprendiamo il sentiero
Proseguiamo ritrovandoci su strada asfaltata che seguiremo per un bel pezzo. Nel mentre incrociamo un antico mezzo utilizzato per costruire i mulini visti finora che ammontano a uno. Arrivati ad un incrocio continuiamo in discesa a sinistra.
Antica ruspa
Continuiamo a sinistra
Arriviamo a Valle di Sotto e seguiamo le indicazioni del cartello verso destra in salita direzione Valle di Sopra. Torniamo a seguire il sentiero sterrato a destra dove c'è un divieto di transito e poco sotto il cartello rotto del sentiero.
Da Valle di Sotto a Valle di Sopra
Dettaglio del sentiero
Poco dopo ci troviamo ad un bivio, a destra in giù si può tornare a vedere il ruscello mentre a sinistra in alto si continua con la camminata. Continuiamo sempre in salita fino a ricongiungerci con un altro sentiero, seguiamo la strada a destra in salita.
Proseguiamo a sinistra
Continuiamo in salita a destra
Continuando a camminare troviamo di nuovo la strada asfaltata, teniamo la sinistra salendo per poco e poi riprendiamo il sentiero segnalato dall'apposito cartello.
Qualche metro di strada asfaltata
Riprendiamo il sentiero
Forse per la fatica o forse per il caldo non crediamo ai nostri occhi: un altro mulino. Adesso si, possiamo chiamarlo Sentiero dei mulini. Superato l'edificio di nostro interesse si continua in salita per un altro po' e si sbuca a sinistra del parcheggio davanti alla chiesa.
Il secondo mulino
Come si raggiunge:
Da Lusiana procedere lungo la SP69 fino a Velo, continuare su SP69 fino a raggiungere Valle di Sopra.
Mappa e traccia GPS:
Mappa e traccia Sentiero Valle dei mulini di Lusiana
SCHEDA PERCORSO | |
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Zona: | Altopiano dei 7 Comuni o di Asiago |
Provincia / Comune: | Vicenza / Lusiana |
Categoria: | Montagne |
Tipologia: | Naturalistico, Culturale |
Coordinate punto di arrivo: | 45.766762 - 11.549259 (45°46'0" N - 11°32'57" E) |
Coordinate parcheggio: | 45.774307 - 11.550800 (45°46'27" N - 11°33'2" E) |
Altitudine di partenza (m): | 504 |
Altitudine di arrivo (m): | 280 |
Dislivello (m): | 267 |
Difficoltà del percorso: | E - Escursionistico |
Ore a piedi: (andata e ritorno, esclusa visita) | 2 ore |
Km totali: | 3,80 |
Come si raggiunge: | A piedi |
Storia:
(tratta dai tabelloni in loco)
LE MACCHINE IDRAULICHE DELLA VALLE DEI MULINI
Nella valle dei mulini sono presenti tutti i tipi di macchine idrauliche conosciute ed utilizzate per il legno sono distribuite lungo tutto il percorso.
MULINI PER GRANOTURCO E CEREALI
I mulini per grano e cereali erano gli impianti più diffusi lungo la valle del Chiavone Bianco. Come ci ricorda Amedeo Garzotto venivano utilizzati per macinare il granoturco per la farina gialla e più raramente per il frumento. Il suo mulino in località VAL DI SOTTO è rimasto in funzione fino al 1950 ed è stato poi ristrutturato, dopo anni di lavoro, nel 1989 in modo che oggi è ancora funzionante.
All'interno la struttura è formata dal castello costituito da una robusta opera di carpenteria in legno di supporto per la pedana di lavoro, per i palmenti fissi inferiori e per l'asse verticale girevole. I meccanismi in legno che sono compresi nel castello vengono fatti muovere dall'asse o fuso orizzontale che è solidale alla grande ruota idraulica posta all'esterno. Parallelamente alla ruota gira il lubecchio o "scu", una ruota in legno con una corona di perni, che fa presa in una lanterna girevole (caponara) da inserire con un sistema di leve e bloccata da un cuneo. Il lubecchio, la lanterna e un secondo lubecchio formano un moltiplicatore di giri della ruota idraulica che trasmette il movimento al rocchetto o "rochelo" innestato su di un asse verticale in ferro.
L'estremità inferiore dell'asse gira entro una bronzina piantata in una grossa trave, l'estremità superiore è invece a sezione quadrata su cui è fissata la nottola, un pezzo di ferro sagomato a forma di farfalla e bloccato da una zeppa. Con un meccanismo a leva (temperatoia) è possibile alzare o abbassare la trave di sostegno della bronzina e dell'asse del rocchetto e con questi il palmento a macina superiore. In questo modo, avvicinando o allontanando i palmenti, è possibile determinare la grana più o meno fine della farina gialla mentre per la farina di frumento veniva utilizzato un sistema più preciso. Sopra ai palmenti, ricoperti e quasi fasciati da un cilindro in legno, è appesa la tramoggia in cui veniva versato il granoturco da macinare. La fuoriuscita del grano era regolata da un dosatore detto "tafferia" posto in vibrazione mediante un paletto che strisciava sul dorso del palmento mobile facilitando così la caduta dei grani e dei chicchi. In fondo alla massa di granoturco contenuta nella tramoggia veniva posta un'assicella di legno collegata con un filo ad un elemento di latta che oscilla al di fuori. Quando il grano nella tramoggia era finito l'elemento in latta, non più trattenuto, cadeva a sbatacchiare contro il dorso del palmento mobile segnalando così al mugnaio che la tramoggia era vuota e l'operazione ultimata. Dal cassone cilindrico che fascia i palmenti la farina si raccoglie in una breve condotta verticale il legno o lamiera e va a cadere entro un cassone sottostante detto buratto. All'interno del buratto vi è il cosiddetto buratello, un setaccio di forma cilindrica collocato orizzontalmente e un po' inclinato.
Anche il buratello è fatto girare della ruota dalla ruota idraulica e ad ogni giro è percosso da martelletti posti al suo interno in modo da liberare la farina trattenuta dalle maglie.
Una reticella a maglie più o meno fini separa la farina in modo che le particelle più grosse scorrano lungo il cilindro e finiscano in una cassa anteriore. Questo tipo di mulino per macinare grano ed altri cereali era in uso in tutta Italia dovunque fosse stata disponibile la forza dell'acqua necessaria.
I MAGLI PER IL FERRO
I magli erano normalmente utilizzati per la produzione e la manutenzione degli attrezzi agricoli. All'interno di grandi fucine un grande martello di ferro era sollevato dall'estremità posteriore mediante le canne di un albero azionato da un sistema di trasmissioni collegate alla ruota idraulica. Il maglio esistente alla Val di Sotto è rimasto in funzione fino agli anni 50 e all'esterno è ancora visibile e ben conservata una caratteristica tromba idroeolica per l'afflusso dell'aria alla fucina. La tromba idroeolica è una macchina idraulica semplice. Un getto d'acqua e aria viene immesso in una grande botte in pietra ben chiusa con all'interno una specie di piastra d'urto. La pressione dell'acqua che si frange sulla piastra genera una specie di moto convettivo dell'aria che esce con forza da una condotta collegata sotto al piano della fucina. L'acqua defluisce invece attraverso un sifone.
LA SEGHERIA
Le segherie ad acqua rappresentano le macchine più evolute per la tecnologia da utilizzare. L'azione della sega necessita infatti, oltre al saliscendi verticale della lama, anche del moto orizzontale del carrello che fa avanzare il tronco da segare. Uno di questi impianti è ancora presente in Loc. Chiavone nel Mulino di Garzotto Matteo. Un particolare sistema di trasmissione fa aumentare il numero dei saliscendi del telaio. Il telaio su cui sono innestate le lame della sega è azionato da una manovella e da una biella terminali di un grande fuso sottostante al pavimento della segheria. I tronchi da segare erano posti su di un carrello scorrevole su rulli.
I "PESTARINI"
Assieme alle macine da grano si devono anche considerare le pile o brillatoi per l'orzo che erano spesso annessi al mulino. Queste macchine che sono dette comunemente "pestarini" venivano utilizzate per la decorticatura o sbramatura dell'orzo. I grani da sgusciare erano posti in una vasca rotonda di pietra entro alla quale scorrono due piccole moli verticali rotanti e collegate da una barra orizzontale.
La barra è imperniata su di un'asse verticale che viene messo in movimento dalla ruota idraulica mediante il lubecchio e la lanterna.
II termine "pestarino" deriva da un più antico sistema di brillatura dell'orzo costituito da percussori che ricadevano in due conche scavate nella pietra.
Data visita: 08/08/2024
Data pubblicazione: Aug. 14, 2024
Autore: Mauro DZ