Monte Rosso

Monte Rosso

Una isolata altura dei Colli Euganei (m 178)

 

Il Monte Rosso è un'altura isolata; per accedervi si costeggia il parco di Villa Bembiana, attraversando un viale ombreggiato da un filare di platani e carpini. Il bosco è caratterizzato prevalentemente da un ceduo di robinia su una trama di antichi terrazzamenti che un tempo consentivano la coltivazione della vite, dei cereali o dei prodotti dell'orto. Non mancano i punti panoramici che permettono di osservare l'antico reticolo di bonifica.

E' possibile parcheggiare davanti al parco della villa, ma visto che il percorso è decisamente corto abbiamo preferito fare qualche centinaio di metri in più partendo dalla chiesa.

Dalla chiesa si torna sulla strada principale, si svolta a sinistra e si arriva subito sulla strada che costeggia la villa. 

La strada della villa

La strada della villa

Dettaglio del viale

Dettaglio del viale

Terminato il viale si continua a costeggiare il muro della villa svoltando a sinistra.

Svolta a sinistra

Svolta a sinistra

Si prosegue su una strada sterrata fino ad incontrare le indicazioni per la cima del monte. 

Dettaglio della strada

Dettaglio della strada

Dettaglio della strada

Dettaglio della strada

Inizio del sentiero

Inizio del sentiero

Da qui inizia una salita con diversi tornanti e a volte un po' ripida. 

Dettaglio del sentiero

Dettaglio del sentiero

Dettaglio del sentiero

Dettaglio del sentiero

Dettaglio del sentiero

Dettaglio del sentiero

Dettaglio del sentiero

Dettaglio del sentiero

Lungo il percorso si aprono tra gli alberi alcuni punti panoramici (non molto panoramici se c'è nebbia ...).

Panorama

Panorama

Una prima tabella informativa ci racconta un po' di geologia del luogo spiegando da dove arriva l'acqua termale della zona, spoilero che non è dovuto a magma ... (vedi a fondo pagina). Da qui proseguiamo a sinistra in direzione della cima, proseguendo dritti si rimane sul bordo della cava.

Incrocio e tabella informativa

Incrocio e tabella informativa

Dettaglio del sentiero

Dettaglio del sentiero

Dettaglio del sentiero

Dettaglio del sentiero

Si capisce che siamo arrivati in cima dalla tabella ... una zona per riposarsi e il panorama da intravedere tra i rami ancora spogli.

Sulla cima del Monte Rosso

Sulla cima del Monte Rosso

Si scende per un paio di tornanti fino ad arrivare ad un'altra zona fornita di tavolo e panchina.

Dettaglio del sentiero

Dettaglio del sentiero

Dettaglio del sentiero

Dettaglio del sentiero

Dettaglio del sentiero

Dettaglio del sentiero

Per riposarsi un po'

Per riposarsi un po'

Superata la panchina si può arrivare all'ingresso di una galleria. Vedendo la recinzione, anche se divelta, non abbiamo proseguito.

Ingresso di una galleria, dove finisce?

Ingresso di una galleria, dove finisce?

Torniamo leggermente indietro per ritrovare il sentiero del bordo di cava. Si prosegue scendendo a sinistra.

Si prosegue a sinistra in discesa

Si prosegue a sinistra in discesa

Dettaglio dell'incrocio

Dettaglio dell'incrocio

Il sentiero continua a scendere fino alla strada sterrata.

Dettaglio del sentiero

Dettaglio del sentiero

Dettaglio del sentiero

Dettaglio del sentiero

Dettaglio del sentiero

Dettaglio del sentiero

Un altro scorcio tra i rami.

Panorama

Panorama

Arrivati sulla strada sterrata si prosegue dritto fino ad arrivare nuovamente alla villa.

Immissione del sentiero alla strada

Immissione del sentiero alla strada

Dettaglio della strada

Dettaglio della strada

La stagione migliore per percorrere questo itinerario è sicuramente primavera ed autunno dove colori e fiori abbelliscono il colle ed i paesaggi. Le foto fatte in inverno non rendono il luogo bello come dovrebbe essere.


Come si raggiunge:

Sulla tangenziale ovest di Abano Terme (PD) si seguono le indicazioni per il paese Monterosso. Poco prima che la strada costeggi il monte, sulla sinistra si trova la strada che porta alla chiesa dove è possibile parcheggiare.

Apri la mappa Google per il calcolo itinerario


Mappa e traccia GPS:

Monte Rosso

SCHEDA PERCORSO

Zona:

Colli Euganei e Berici

Provincia / Comune:

Padova / Teolo

Categoria:

Montagne

Tipologia:

Naturalistico, Paesaggistico

Coordinate punto di arrivo:

45.369500 - 11.751400
(45°22'10" N - 11°45'5" E)

Coordinate parcheggio:

45.365319 - 11.761697
(45°21'55" N - 11°45'42" E)

Altitudine di partenza (m):

13

Altitudine di arrivo (m):

178

Altitudine minima (m):

13

Altitudine massima (m):

178

Dislivello (m):

165

Difficoltà del percorso:

T - Turistico

Ore a piedi:


(complessive, esclusa visita)
1 ora 10 minuti

Km totali:

3,20

Come si raggiunge:

A piedi

Tipo di tragitto:

Parte del percorso ad anello

Natura e Ambiente:

(tratta dai tabelloni in loco)

Geologia

II M. Rosso (m 178), situato nell'area più settentrionale dei Colli Euganei, emerge dalla pianura già ripido e boscoso, formato quasi completamente da Trachite, roccia eruttiva del secondo ciclo di eventi vulcanici euganei (33 milioni di anni fa). Unica eccezione di un certo rilievo è la presenza, presso una cava nel versante nord, di un filone di lava basaltica che attraversa la massa omogenea del colle. I depositi alluvionali della pianura circondano completamente il M. Rosso e lo isolano dal resto del complesso collinare euganeo. 


Flora

L'abbandono colturale che caratterizza i ripidi versanti e la vigorosa crescita del bosco di robinia non permettono di apprezzare appieno i suoi aspetti vegetazionali. Da segnalare la maestosità di alcuni alberi secolari che dimorano all'interno del parco all'inglese della villa "La Bembiana"; altissime farnie (Quercus robur) intrecciano i loro rami con carpini bianchi, platani, pioppi, olmi. Il punto di partenza del sentiero è posto nel versante rivolto a tramontana un tempo terrazzato e coltivato. L'aspetto attuale è quello tipico di un bosco di robinia con abbondante nocciolo (Corylus avellana), rovo (Rubus ulmifolius), fitolacca (Phytolacca americana), sambuco (Sambucus nigra). Alzandoci di quota, nei pressi del ciglio di una cava di trachite, in un punto maggiormente illuminato dal sole cresce isolato un leccio (Quercus ilex) e il bosco prima è dominato dal castagno, successivamente dalla rovere. Nei pressi della cima la vegetazione assume spiccati caratteri termofili e si riconoscono l'orniello (Fraxinus omus), la roverella (Quercus pubescens), il bagolaro (Celtis australis). Nella parte bassa del monte domina il bosco di robinia (Robinia pseudoacacia), specie che prende il nome dal giardiniere del Re Sole, Luigi XIV, che la diffuse in Europa come pianta ornamentale dall'America settentrionale 400 anni fa.


Aspetti micologici

Di particolare interesse il Macrolepiota procera, comunemente detta "mazza di tamburo", specie molto diffusa e comune, di colore nocciola e odore gradevole, presente in boschi misti di castagno.


Fauna

Lungo il sentiero è possibile individuare interessanti specie quali il cervo volante (Lucanus cervus) distinguibile dall'abnorme sviluppo delle mandibole le cui larve si sviluppano all'interno di farnie. E' possibile incontrare, dopo un piovasco, la salamandra pezzata (Salamandra salamandra) il cui colore segnala la tossicità; infatti le ghiandole della pelle producono una sostanza vischiosa che rende l'animale inappetibile. Da segnalare la probabile presenza di colonie di ferro di cavallo maggiore (Rhinolophus ferrumequinum), il più grande pipistrello appartenente alla famiglia dei Rinolofidi. Tra gli uccelli che nidificano è interessante citare il torcicollo (Jynx torquilla), dal colore mimetico e dal canto caratteristico, e i più comuni cinciallegre (Parus major), pettirossi (Erithacus rubecola) e capinere (Sylvia atricapilla). Tra i gliridi, mammiferi roditori notturni, il ghiro (Glis glis) e il moscardino (Moscardinus avellanarius) appartengono alle specie caratteristiche del territorio euganeo.


Storia e arte

L'area del M. Rosso fu oggetto di scavi che portarono alla luce testimonianze di un certo interesse storico archeologico. In particolare, nella piana in direzione dello scolo Rialto, fu rinvenuto un insediamento su bonifica databile all'Età del Bronzo Recente, mentre su una torbiera alla base delle pendici orientali furono ritrovati i resti di un bue a corna corte (Bos tauros brachyceros, Rutimeyer) risalente a migliaia di anni fa. Poco sotto la cima, nella Busa dea Volpe, in seguito alle arature, sono affiorate i resti di antiche costruzioni in trachite e mattoni, molto probabilmente riconducibili ad una fortificazione militare della famiglia Da Monterosso.
Da segnalare, inoltre, che Villa "La Bembiana" nel 1918 fu la sede dell'Ufficio Stampa del Comando Supremo Militare che il 4 novembre emise l'ultimo bollettino col quale si annunciava la fine della guerra contro l'Austria.


Aspetti paesaggistici/panoramici

II M. Rosso è il primo colle del sistema euganeo che si incontra provenendo da Padova. A causa della sua particolare genesi geologica e delle passate attività estrattive, appare come uno scoglio di trachite circondato dalla campagna circostante. In direzione nord nelle giornate terse, l'Altopiano dei Sette Comuni e il Massiccio del Grappa fanno da quinte ad un panorama che spazia sull'alta pianura padovana, dove il susseguirsi di centri abitati e aree industriali disegnano la trama scomposta della città diffusa. In primo piano si possono vedere i monti San Daniele, Ortone e l'articolato gruppo Lonzina e Sengiari, dietro svettano i monti Alto, Delle Valli, Zogo, Rua con il monastero, Venda, Baiamonte, Altore, Madonna e Grande.

 

I COLLI E LE TERME

I Colli Euganei sono conosciuti nel mondo per le rinomate terme di Abano, Montegrotto, Battaglia, Galzignano e Teolo. Il fenomeno non è legato alla presenza di magma fuso nel sottosuolo, ormai completamente trasformato in solida roccia, ma dipende da un circuito sotterraneo che porta acqua meteorica dall'area, posta a nord ovest, delle Piccole Dolomiti - zona del Monte Pasubio- fino al sottosuolo del gruppo euganeo. Durante il lungo percorso, calcolato in base a studi approfonditi in 25 anni, l'acqua acquista calore per gradiente geotermico, sali minerali e le proprietà che la rendono utilizzabile come termale alla sua fuoriuscita; quest'ultima è facilitata dal particolare assetto delle rocce vulcaniche, fessurate e impermeabili, che le consentono di mantenere inalterate le sue proprietà. Il gradiente geotermico responsabile del riscaldamento dell'acqua è semplicemente l'aumento di temperatura delle rocce formanti il sottosuolo con la profondità; alle nostre latitudini corrisponde circa a un incremento di 3°C ogni 100 metri. L'acqua termale, conosciuta fin da tempi molto antichi, fuoriesce nell'area euganea a temperature tra gli 87° (pozzi profondi) e i 40° circa (sorgenti termali periferiche alla collina e sorgenti di acqua fredda interne al gruppo collinare). Il fenomeno del termalismo si manifesta prevalentemente nell'area nord orientale del territorio euganeo, dove svilupparono i più importanti stabilimenti termali; sorgenti di primaria importanza sono quelle che alimentano il Lago della Costa, tra Monselice e Arquà Petrarca e il vicino laghetto di Lispida, altre sparse sono presenti nella pianura alla prima periferia del complesso collinare tra cui le storiche terme di Val Calaona. I Veneti Antichi conoscevano già la risorsa termale, come testimoniano i numerosi reperti archeologici conservati a Este presso il Museo Nazionale Atestino. In epoca romana attorno alle sorgenti naturali, allora vi erano numerosi laghetti, furono costruite le prime vasche per immersioni a scopo terapeutico in acqua o fango termale. A partire dal I sec. d.C., ritrovamenti archeologici attestano sul colle Montirone la presenza di un tempio dedicato al dio Apono e, nei pressi, un emporium di vasellame destinato a rifornire i visitatori che molto probabilmente utilizzavano il recipiente per bere l'acqua terapeutica. Durante il Medioevo e nei secoli successivi continuò, pressoché ininterrotto, l'utilizzo della risorsa termale. Ai giorni nostri l'acqua viene recuperata per via artificiale, essendosi abbassato notevolmente il suo livello nel sottosuolo, e i fanghi (commistione di argilla, acqua salso-bromo-iodica, microrganismi e biomateriali) ricavati dal Lago della Costa vengono posti in apposite cisterne per i processi che portano alla loro maturazione e al loro utilizzo negli stabilimenti. Esistono circa 170 alberghi termali, ognuno completo di piscina, reparto cure e un complesso sistema di beni e servizi che rendono il prodotto turistico di prima scelta e collocano le Terme Euganee tra le più rinomate a livello europeo e mondiale.Il Parco Regionale dei Colli Euganei è promotore e coordinatore del Progetto EMAS che prevede l'implementazione di un Sistema di Gestione Ambientale, secondo i requisiti del Regolamento Comunitario 761/2001, esteso ai 5 Comuni del bacino termale euganeo (Abano Terme, Battaglia Terme, Galzignano Terme, Montegrotto Terme, Teolo) e finalizzato all'individuazione, valutazione e gestione degli impatti e al miglioramento ambientale a livello territoriale.

I colli e le terme

I colli e le terme

 

LA GRANDE QUERCIA

Presso i Greci la quercia era chiamata drus, l'albero; per i Romani e per i Celti (quercus è una parola celtica che significa "bell'albero") era considerato un albero sacro e oggetto di culto. Con il termine "robur" i romani indicavano sia la quercia che il vigore fisico e quello morale, infatti la sua longevità e la resistenza del suo legno erano il simbolo della forza vitale e della stabilità. La farnia, la quercia più diffusa in Europa, è specie molto longeva (può vivere fino ai 500-800 anni), cresce molto lentamente e fiorisce per la prima volta intorno ai vent'anni d'età. Predilige luoghi luminosi su terreno umido e ricco di sostanze nutritive. Il suo portamento è maestoso, il tronco è diritto e robusto con corteccia grigio-marrone, e la chioma si presenta globosa, molto ampia di colore verde-scuro. Le foglie caduche sono lobate lungo i margini e hanno un picciolo molto corto, mentre le ghiande (lunghe 2-4 cm) sono attaccate ad un peduncolo lungo. Le infiorescenze maschili (amenti penduli) sono composte da fiori di colore verde-giallastro, riuniti in piccoli gruppi, i fiori femminili formano spighe peduncolate. La fioritura avviene tra aprile e maggio quasi contemporaneamente all'emissione delle foglie. Sui Colli Euganei vive nei boschi associata con il castagno, il carpino bianco oppure isolata, ma protetta fra le mura di parchi privati. I suoi frutti, le ghiande, in passato erano l'alimento più importante per i maiali e macinate venivano utilizzate come surrogato del caffè. Il suo legno particolarmente duro e longevo viene impiegato per la costruzione di navi, case, botti e mobili di pregio e dalla corteccia viene estratto il tannino usato anche per la concia delle pelli.


Data visita: 22/02/2025
Data pubblicazione: March 1, 2025

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