Dalle mie prime visite del 1987 il forte Cherle è migliorato molto, è stato fatto un buon lavoro di pulizia e messa in sicurezza delle zone visitabili.
Forte Cherle - Sentiero d'accesso
Forte Cherle - Facciata corpo casematte
Forte Cherle - Facciata corpo casematte
Il forte a pianta triangolare è stato smantellato per il recupero del ferro nel periodo tra le due guerre. Comunque da l'idea della complessità e della magnifica struttura.
Un enorme fossato circonda tutto il forte per rendere difficoltoso l'accesso da parte della fanteria nemica. In effetti, una volta dentro, le mitragliatrici erano pronte a fermare chiunque avesse avuto il coraggio (o l'ordine) di entrarci.
Forte Cherle - Fossato
Forte Cherle - Fossato
La zona delle batterie è stata in parte ricostruita con delle tabelle informative su come era armato il forte (vedi sotto).
Forte Cherle - Postazione obice
Forte Cherle - Postazione obice
Forte Cherle - Accesso alla postazione obice
Purtroppo di tutta la struttura che rendeva il forte indipendente e anche assediabile per un mese non rimane niente. Non si può visitare la sala macchine, telefonia, camerate ..... pazienza, il fatto di visitare tante di queste strutture ci permette di farci un'idea di come poteva essere.
Forte Cherle - Casamatta principale
Forte Cherle - Passaggi interni
Forte Cherle - Resti della copertura
Forte Cherle - Un angolo
Altro foto dell'esterno forte, fossato, zona batterie e casamatta principale
Questa costruzione ci è sembrata strana, ancora con delle piastrelle. Abbiamo pensato alle docce, anche i militari si lavano
Forte Cherle - Area Docce (?)
Forte Cherle - Area Docce (?)
Forte Cherle - Vasca
Un passaggio sbarrato permette l'accesso ai sotterranei (a vostro rischio) verso il cofano di difesa del fossato e nelle riservette delle munizioni. Gli Austroungarici non costruivano le S.Barbara come nei forti Italiani, erano stanze più piccole. Ma a pensarci bene noi avevamo anche munizioni più grosse, i nostri calibri erano da 149 contro i loro 105.
Forte Cherle - Passaggio chiuso verso i sotterranei
Forte Cherle - Passaggi sotterranei non visitabili e allagati
Forte Cherle - Galleria verso la S.Barbara
Forte Cherle - S.Barbara o riservetta munizioni
Ancora passaggi e zone franate.
Forte Cherle - Galleria
Forte Cherle - Non si và avanti, passaggio franato
L'ingresso è bello da studiare un po'. Un grosso portone d'acciaio doveva sigillare il forte, ma alcune feritoie per fucilieri sicuramente avrebbero ostacolato l'avvicinarsi del nemico, se solo fosse riuscito ad avvicinarsi Tra reticolati, fossato, colpi di mortai, mitragliatrici, e fucilieri sempre pronti come si faceva ad avvicinarsi? Beh, magari non qui, ma il valore e il coraggio che hanno avuto i militari di ambo le fazioni è sempre da ammirare .... vi consiglio di leggere qualche libro in merito per capire come vivevano, soffrivano e come erano in grado di affrontare ogni avversità.
Forte Cherle - Porta d'ingresso principale
Forte Cherle - Feritoia fuciliere a difesa della porta d'ingresso
Altre foto dei corridoi, sotterranei e ingresso
Immagini dal drone del 2022
Come si raggiunge:
Sulla strada che da Folgaria (TN) porta a S.Sebastiano, al passo del Sommo, seguire le indicazioni per il Forte Cherle, ci si arriva dopo circa 5 Km. Prima si incontra il cimitero militare austriaco, con un piccolo parcheggio e la possibilità di raggiungere il forte a piedi in meno di 10 minuti, oppure si può proseguire fino all'albergo Cherle e anche da li in pochi minuti a piedi si arriva al forte.
Mappe Interattive:
SCHEDA PERCORSO | |
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Zona: | Alpe Cimbra, Tonezza, Arsiero |
Provincia / Comune: | Trento / Folgaria |
Categoria: | Fortificazioni |
Tipologia: | Storico |
Periodo storico: | Prima Guerra Mondiale |
Coordinate punto di arrivo: | 45.915522 - 11.229127 (45°54'55" N - 11°13'44" E) |
Coordinate parcheggio: | 45.913408 - 11.234172 (45°54'48" N - 11°14'3" E) |
Altitudine di arrivo (m): | 1445 |
Difficoltà del percorso: | T - Turistico |
Ore a piedi: (complessive, esclusa visita) | 30 minuti |
Come si raggiunge: | A piedi, In mountain bike |
Storia:
(tratta dai tabelloni trovati in loco)
Costruito tra il 1909 e il 1914, venne in seguito ribattezzato "Werk San Sebastian" (dal nome del paese che si trova al di là della valle) per evitare che nelle comunicazioni militari venisse confuso con Forte Busa Verle. Progettista e direttore dei lavori fu l'Ing. Eugen Luschiniski, tenente dello Stato Maggiore del Genio militare austriaco.
Nella sua struttura di base Forte Cherle ricalca il modello delle fortezze austro-ungariche degli Altipiani: ampio blocco casematte in pietra, spessa copertura in cemento rinforzata con putrelle di acciaio e - a distanza di sicurezza - blocco batterie munito di obici in cupola corazzata, cannoncini a tiro rapido, cupole osservatorio e postazioni di mitragliatrice. La difesa passiva era costruita dal fossato e da ampi fasci di reticolati che fasciavano tutta l'area circostante. Assieme a Forte Sommo alto (1614 m), opera intermedia che teneva sotto controllo gli accessi da Val Orsara - Passo Coe e Forte Dosso del Sommo (1670 m) che controllava l'accesso dal Passo della Borcola, Forte Cherle (1455 m) costituiva uno dei principali punti di forza dello schieramento fortificato dell'altopiano di Folgaria. In combinazione con Forte Gschwent Belvedere dominava il solco dell'alta Val d'Astico e in concerto con Forte Sommo alto sbarrava l'accesso dal Passo della Vena e dall'altopiano dei Fiorentini. Fu sottoposto al fuoco delle artiglierie italiane dislocate a Forte Campomolon.
A pianta triangolare, il forte è circondato su tutti i lati da un profondo fossato di gola. Il corpo casematte, lungo circa 80 m e largo 16 m, si sviluppa su due piani ed era protetto da una copertura di 2,5 m di cemento rinforzata con putrelle d'acciaio. A Forte Cherle si contrapponeva il forte italiano di Campomolon, situato a sud-est in posizione più elevata (1853 m) e armato con obici e mortai mobili di grosso calibro che più volte lo presero di mira come testimoniano i crateri delle granate ancora visibili sui pascoli circostanti il forte. Tra il maggio 1915 e l'offensiva austro-ungarica del maggio 1916 Forte Cherle intervenne coi propri pezzi a sostegno delle operazioni condotte nell'area compresa tra il Durer e il monte Coston. Non subì mai attacchi diretti da parte della fanteria italiana: comandante era il capitano Edmund Prosch. Nel novembre 1918 venne abbandonato dalla guarnigione e venne occupato dalle truppe italiane avanzanti dal Passo della Vena.
Forte Cherle - Mappa
grLa struttura fortificata
Al piano terra i locali di servizio (centrale elettrica, centrale telefonica, depositi, cucina, infermeria, officina etc.), al primo piano gli alloggi della guarnigione, copertura in cemento e - a distanza di sicurezza - il blocco batterie dotato di corridoio di collegamento, scale di accesso alle torri corazzate e cupole osservatorio. Il forte era autonomo, capace di operare in assoluto isolamento per oltre trenta giorni senza rifornimenti né di viveri né di munizioni.
Disponeva di un capiente deposito d'acqua alimentato da un acquedotto che la prelevava dal torrente Astico, cisterne di carburante per il funzionamento del gruppo elettrogeno, deposito di munizioni, stazione telefonica e due postazioni ottiche orientate verso Forte Sommo Alto e monte Rust. Verso est si avvaleva di una postazione avanzata a quota 1446 m: in caso di necessità un tunnel sotterraneo permetteva la rapida evacuazione del personale.
Dalla frazione Cùeli una teleferica saliva il versante settentrionale dell'altura fino a poche decine di metri dal complesso fortificato permettendo il veloce approvvigionamento di materiali e munizioni: forte Cherle era infatti un forte di "prima linea", il più vicino alle posizioni italiane nel settore Campomolon - Coston d'Arsiero - Costa d'Agra.
Nei pressi si trovano le caserme di servizio, il cimitero militare e, in cima alla cosiddetta Scala dell'Imperatore, l'ospedale militare di Val Fredda.
Forte Cherle - Obice
Forte Cherle rappresentò il principale ostacolo per un'avanzata italiana verso l'altopiano di Folgaria dall'altopiano dei Fiorentini e del Passo della Vena. I suoi obici, le molte postazioni di mitragliatrici e un articolato sistema di difesa avanzato basato su ridotte e ampia fasce di reticolati scoraggiarono l'avanzata nemica tant'è che non vi furono attacchi significativi. Gli obici da 10 cm in cupola corazzata, di piccolo calibro e della gittata massima di 7 km, non avevano un potenziale offensivo rilevante, erano adatti soprattutto ad impedire un' eventuale avanzata nemica, tuttavia entrarono in funzione nel maggio 1916 a sostegno dell'Offensiva di Primavera (Strafexpedition).
Forte Cherle - Obice
Nelle cupole corazzate stavano alloggiati gli obici, che potevano essere di modelli diversi (M99, M5, M6 e M9). Erano pezzi di modeste dimensioni adatti soprattutto all'azione difensiva, non concepiti per azioni offensive di rilievo, da contrapporre ad esempio ai cannoni da 149 mm installati sui forti italiani. Il modello M9, in dotazione a Forte Cherle, era installato su un affusto a deformazione. Munito di due freni idraulici per il recupero dell'assetto di tiro, aveva un alzata che andava da -15° a +45°. Le granate utilizzate erano di quattro tipi, in particolare granate ad ecrasite, molto utilizzate sugli Altipiani e note per il fuma giallo che provocavano e il puzzo acre conseguente lo scoppio; erano utilizzate inoltre granate a "shrapnel", usate in funzione anti-fanteria (granate a pallettoni) e proiettili illuminanti, utili per fare luce sui campi trincerati e sul terreno antistante la fortezza.
Forte Cherle - Cannoncino
Mitragliatrice Schwarzlose
Completavano l'armamento del forte vari pezzi atti alla difesa ravvicinata, soprattutto cannoncini da 60 e da 80 mm. Non erano pezzi molto moderni, comunque adatti a postazione di fortezza. I pezzi da 60 mm erano capaci di 12 colpi al minuto con una gittata massima di 1,5 Km e sparavano granate e shrapnel. Erano montati in casamatta su affusti deformabili e muniti di scudo protettivo. I cannoni da 80 mm, i più diffusi in casamatta, avevano una gittata di 2,5 Km e sparavano lo stesso tipo di proiettili. Le mitragliatrici erano invece rappresentate dalle moderne Schwarzlose M07/12 e M07/8.
Data visita: 24/07/2007 - 16/07/2022
Data pubblicazione: Sept. 2, 2007
Ultimo aggiornamento: April 3, 2023
Autore: Corrado De Zanche