La Strada del Genio, quando fu costruita, iniziava nei pressi del forte Tombion, oggi inizia da Pedancino di Cismon del Grappa passando a ridosso della ferrovia che da Bassano porta a Trento. Il sentiero inizia al termine di una strada, ed è ben segnalato. Il nostro percorso prevede un giro ad anello passando per il paese di Incino e visitando la diga di Corlo.
Strada del Genio - inizio del sentiero
Strada del Genio - passaggio vicino alla ferrovia
Strada del Genio
Il sentiero sale con una pendenza costante, con 16 tornanti e passando sopra al forte Tombion. Alcune tabelle (riportate a fondo pagina) spiegano la storia dello sbarramento Brenta-Cismon e delle particolari caratteristiche di questa area carsica.
Strada del Genio
Strada del Genio
Strada del Genio
Strada del Genio
Strada del Genio
Strada del Genio
Lungo il percorso si trova un bivio per San Vito, ma bisogna proseguire dritti.
Strada del Genio - bivio per San Vito
Dopo un'ora e venti minuti si arriva su di una strada asfaltata ed è il termine della salita. Si prosegue sul sentiero di destra verso Incino.
Strada del Genio - indicazione per Incino
Strada del Genio - Enego e Forte Lisser
Strada del Genio - sentiero per Incino
Rimaniamo decisamente colpiti da questo caratteristico sentiero con qualche scorcio sulla Valsugana.
Strada del Genio - vista sulla Valsugana
Strada del Genio - sentiero per Incino
Strada del Genio - sentiero per Incino
Strada del Genio - sentiero per Incino
Strada del Genio - ruderi
Strada del Genio - ruderi
Strada del Genio- ruderi
Strada del Genio - ruderi
Strada del Genio - Incino e Corlo
Dopo quaranta minuti di discesa si arriva ad Incino. Il paese molto piccolo ci ha sorpreso per una mostra di presepi, disseminati in ogni angolo ognuno con caratteristiche e fattezze diverse utilizzando diversi materiali per creare i personaggi. All'interno della chiesa il presepio principale occupa quasi un terzo della stessa.
Incino
Incino
Incino
Incino
Dalla "piazza" del paese ci incuriosisce la vista sulla diga di Corlo.
Diga di Corlo
Senza scendere dal paese, tenendo la valle a destra e la chiesa a sinistra, prendiamo una strada che poi diventa sentiero, passando per un antico lavatoio.
Lavatoio di Incino
Si continua seguendo il sentiero, attraversando la località di Tanisoi, fino ad arrivare alla strada asfaltata. Si prosegue a sinistra per poi trovare subito a destra la strada che scende a Corlo.
Da Incino alla diga ci vogliono circa 25 minuti.
Diga di Corlo
Diga di Corlo
Diga di Corlo
Il particolare di questa diga è la strada che sopra di essa entra in galleria per proseguire verso il paese di Corlo.
Diga di Corlo
Diga di Corlo
Diga di Corlo
Terminata la visita ripercorriamo la strada verso Incino e rimaniamo sempre sulla strada senza prendere deviazioni.
Lago di Corlo
Incino
Passati sotto ad Incino la strada scende verso Cismon del Grappa. La strada è chiusa al traffico e percorribile solo a piedi o in bicicletta.
Strada Incino - Cismon
Strada Incino - Cismon
Dalla diga alla macchina abbiamo impiegato un'ora e quindici minuti.
Come si raggiunge:
Da Bassano (VI) in direzione Trento sulla SS47 si prende l'uscita per Cismon del Grappa. Oltrepassato il paese si prosegue verso il santuario di Madonna di Pedancino. Appena superato il torrente si rimane a sinistra verso Trento. Dopo circa 200 metri si trova la strada dove inizia il sentiero.
Mappa e traccia GPS:
SCHEDA PERCORSO | |
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Zona: | Massiccio del Grappa e Colli Asolani |
Provincia / Comune: | Vicenza / Cismon del Grappa |
Categoria: | Montagne |
Tipologia: | Naturalistico, Storico |
Periodo storico: | Prima Guerra Mondiale |
Coordinate punto di arrivo: | 45.936320 - 11.729560 (45°56'10" N - 11°43'46" E) |
Coordinate parcheggio: | 45.932100 - 11.728600 (45°55'55" N - 11°43'42" E) |
Altitudine di partenza (m): | 207 |
Altitudine di arrivo (m): | 550 |
Dislivello (m): | 454 |
Difficoltà del percorso: | T - Turistico |
Ore a piedi: (complessive, esclusa visita) | 3 ore 40 minuti |
Km totali: | 9,30 |
Come si raggiunge: | A piedi |
Storia:
Sbarramento Brenta Cismon
Il sistema fortificato Brenta Cismon insiste in punti strategici per la difesa del Regno d'Italia, spesso in sostituzione di opere fortificate di periodi storici precedenti, come ad esempio il Covolo di Butistone e il Castello della Scala. Il territorio è un crocevia naturale fra Feltre, Trento e Bassano e non casualmente sorgono qui le opere fortificate di sbarramento atte a garantire il controllo del transito civile e militare.
Schema esemplificativo dello sbarramento Brenta-Cismon
1911 - modifiche al forte Tombion per il passaggio della ferrovia
Lo sbarramento Brenta Cismon deriva proprio da una tradizione di controllo e di confine, quando nel 1885 il generale Ferrero, ministro della guerra, presenta il Piano Generale per la Difesa dello Stato, composto di tagliate e batterie di protezione ad azione lontana. Il compito dello sbarramento consisteva nella difesa, per impedire all'aggressore l'avanzata lungo la valle del Brenta e del Cismon.
Il complesso fortificatorio è composto dalle tagliate con funzione di sbarramento stradale collocato nel fondovalle, caratterizzato da muraglie e munito di feritoie per fucilieri e da postazioni per cannoni di piccolo carico a tiro rapido. Fanno parte delle tagliate i forti del Tombion, di Primolano e di Faller, al quale si aggiunge in un secondo momento la Tagliata di S. Antonio. La batteria fortificata si affiancava alle opere di interdizione montana già esistenti ed insieme avevano il compito di azione a distanza e controllo del territorio. Le batterie del sistema forticato sono a Col del Gallo, Fontanelle di Fastro, ai quali si aggiungono i forti corazzati di cima Campo e cima Lan.
Le interruzioni stradali e ferroviarie andavano a completare il sistema forticatorio.
Lato meridionale del forte Tombion
foto del 1917 dopo l'occupazione austriaca
La strada del genio si inserisce in questo intricato sistema fortificato con la funzione di collegare il Forte Tombion al Col del Gallo. Come ogni strada militare ha una pendenza costante che consente il trasporto dell'artiglieria pesante, il passaggio dei muli e dei soldati. Insita alla strada vi sono degli interessanti fornelli di mina, nodi fondamentali del capillare piano di demolizione volto ad assicurare in qualsiasi momento l'interruzione delle comunicazioni stradali e ferroviarie, attraverso il brillamento di mine. Lo scopo consisteva nel far percorrere al nemico sentieri stretti e disagevoli, ma facilmente controllabili dal difensore. È curioso ricordare che già prima del 1866 lo Stato maggiore austriaco si era prodigato nel tenere sotto controllo la fervida attività difensiva italiana, spionaggio facilmente riuscito grazie alla manodopera utilizzata proprio nella costruzione delle fortezze. Vennero infatti reclutati operai anche oltre confine, fra i quali si inserirono fiduciari asburgici. Alle spie si aggiunsero attempati ufficiali dell'esercito che sotto le mentite spoglie di turisti, durante la bella stagione percorrevano la regione con moderne macchine fotografiche. Il risultato fu una conoscenza dettagliata sulla collocazione, caratteristiche costruttive, scopi e armamento delle opere italiane. Possiamo dunque ringraziare questa sistematica attività di spionaggio per molte delle notizie arrivate a noi.
Geomorfologia
Il Canale di Brenta corrisponde all'ultimo tratto del percorso montano del fiume Brenta. È un solco vallivo angusto, esteso per una trentina di chilometri, dall'abitato di Primolano fino allo sbocco in pianura, poco a settentrione di Bassano. Nel tratto fra Cismon e Primolano, si restringe ulteriormente, configurando la cosiddetta "Stretta del Covolo" - che qui dominiamo da sud - incassata fra il Col del Gallo e l'altopiano dei Sette Comuni. La particolare morfologia contrasta con i paesaggi aperti e articolati della parte del percorso del Brenta direttamente a monte, coincidente con parte della Valsugana vera e propria. Le ragioni di queste diversità sono molteplici, ma possono essere ricondotte a due fattori determinanti: le variazioni del percorso fluviale nei millenni e le differenti specificità mineralogiche dei territori in questione.
Gola del Covolo prima della realizzazione della superstrada
Bacino idrografico del Brenta
In epoche precedenti il quaternario, quando l'area prealpina era meno elevata di oggi, probabilmente il Brenta defluiva, a livello di Primolano, in direzione di Arsiè verso il Piave. Successive trasformazioni del territorio lo "obbligarono" al percorso attuale. A questa relativa "giovinezza erosiva" è legata l'angustia del Canale. L'altro fattore è ugualmente importante. Il bacino idrografico della Valsugana coincide, almeno in parte, con l'area di Cima d'Asta e del Lagorai, caratterizzata da formazioni rocciose vulcaniche (graniti e porfidi). Su queste rocce impermeabili l'acqua scorre abbondante in superficie e, attraverso i millenni, ha eroso una fitta rete idrografica superficiale in cui sono presenti sistemi vallivi ampi e articolati. Nell'area del Canale, diversamente, i rilievi montuosi ai lati sono formati da rocce carbonatiche in cui è presente su vasta scala il fenomeno carsico. L'acqua penetra in profondità e alimenta una misteriosa rete idrografica sotterranea. Riappare concentrata in pochi punti di risorgenza a fondovalle. I fianchi del Canale presentano, quindi, una rete idrografica minima e sono limitati da ripide scarpate, alte fin oltre i mille metri, incise da poche forre asciutte per la maggior parte dell'anno. Verso sud si apre l'anfiteatro di Cismon del Grappa. Una piana alluvionale la cui morfologia è legata alla confluenza del Cismon con il Brenta.
Stratigrafia mineralogica
Il rilievo del Col del Gallo, sulle cui pendici sud-occidentali ci troviamo, si presenta come una propaggine del Massiccio del Grappa, da cui è separato dal profondo solco vallivo del Cismon. Le sequenze degli strati mineralogici dei due rilievi sono strettamente connesse. Si tratta di strati di rocce carbonatiche sedimentatesi in epoche geologiche diverse.
La piattaforma basale del Col del Gallo è formata da calcari grigi giurassici, nei quali il Brenta e il Cismon, hanno inciso le loro valli anguste. Si tratta di rocce grigiastre compatte che caratterizzano, ad esempio, le pareti ai lati della gola del Covolo. Sopra si estende la più breve fascia di calcare rosso ammonitico. Una roccia stratificata a tessitura nodulare, di colorazione rossastra e di formazione più recente rispetto ai calcari grigi. Sopra il rosso ammonitico troviamo gli strati di biancone, relativamente sottili e friabili.
Sul Col del Gallo le quote di variazione stratigrafica non sono costanti. Spesso si notano accavallamenti e anomalie degli strati. Ciò è dovuto, probabilmente, alla particolare attività tettonica che ha interessato il luogo. Le sollecitazioni interne alla crosta terrestre hanno sollevato e "disturbato" la distribuzione stratigrafica, creando fratture e faglie. Non è da sottovalutare l'azione dei ghiacci durante le grandi ere glaciali. La presenza di grandi massi erratici di granito e porfido, provenienti da Cima d'Asta e dal Lagorai e presenti sulle superfici in quota, ne è una conferma.
Cisterna
Cisterne, vasche e fontane - di tipologie diverse - sono abbastanza frequenti in questi contesti geomorfologici. Siamo in presenza di un fenomeno carsico, legato ad un cambiamento della natura mineralogica degli strati rocciosi. Di fronte abbiamo strati di rosso ammonitico, sormontati da biancone. Quest'ultimo è carbonato di calcio puro, una roccia facilmente erodibile. L'acqua piovana presenta - come conseguenza dell'interazione chimica con l'anidride carbonica dell'atmosfera - piccole frazioni di acido carbonico. Riesce - così - a sciogliere il biancone, formando fessurazioni e inghiottitoi che le permettono di penetrare in profondità. Il rosso ammonitico, viceversa, è un calcare meno solubile del biancone. L'acqua piovana, giunta attraverso le fessurazioni allo strato di rosso ammonitico, defluisce orizzontalmente seguendo la superficie di separazione fra le due formazioni rocciose. E riappare all'esterno, formando una piccola sorgente.
Strada del Genio - cisterna
Strada del Genio
Gli abitanti delle antiche montagne venete hanno, da sempre, utilizzato queste sorgenti per alimentare cisterne e fontane. Alcune, presenti nei nuclei abitati, servivano le necessità domestiche. Altre, più lontane, fornivano l'acqua per le colture. I declivi occidentali del Col del Gallo erano, un tempo, intensamente coltivati. Sulle innumerevoli terrazzate esposte al sole prosperava la vite, ma crescevano anche mais, canapa, ortaggi, fagioli, patate.
Schematizzazione del fenomeno carsico
Data visita: 04/01/2020
Data pubblicazione: April 19, 2020
Ultimo aggiornamento: Nov. 5, 2024
Autore: Corrado De Zanche