
Se state salendo verso la Panarotta (TN), fermatevi a Vetriolo e fate questa deviazione per visitare il Forte Busa Granda.
Un forte completamente in roccia che si trova dopo 20 minuti di comoda passeggiata su strada ex militare, dalla quale si può godere di un gran bel panorama
Al parcheggio troviamo subito un cartello illustrativo, dettagliato con foto e descrizione del forte

Il cartellone
La nostra escursione inizia a fianco di questa tabella, su una strada sterrata in costante salita

Inizio della strada

la strada

la strada

la strada

la strada
Lungo la strada incontriamo un altro cartello illustrativo che spiega come venivano costruite le strade militari; si sale ancora e troviamo una scultura in legno che rappresenta un soldato Austriaco

Cartello illustrativo

La strada
L'arrivo al forte Busa Granda

Vicini al forte

L'arrivo con le aperture della cucina e magazzino

L'arrivo al forte

Ingresso cucine

Ingresso Magazzino

L'entrata del Forte Busa Granda
Prima di entrare possiamo capire la disposizione del forte grazie alla planimetria sul cartellone

La planimetria del forte
1 Ingressi
2 Cupola d'osservazione
3 Cupola corazzata numero 1
4 Magazzino per 1000 granate
5 Cupola corazzata numero 2
6 Cucina
7 Caverna per Ufficiali
8 Caverna per soldati
9 Caverna magazzino
10 Cisterne acqua
11 Officina
12 Munizioni per fanteria
13 Gruppo elettrogeno
14 Cabina elettrica
15 Infermeria
16 Uscita
17 Mitragliatrice in caverna
18 Trincee
19 Latrine
20 Benzina e l'acqua per raffreddamento motore
21 Bunker in calcestruzzo per mitragliatrice
22 Strada militare
Il primo locale che troviamo è la caverna per i soldati

Forte Busa Granda

La stanza vista dall'interno
Alla sua sinistra un corridoio ricolmo di materiale franato

Il corridoio

Galleria interrotta
Mentre a destra una galleria porta a quelle che erano le cucine

La galleria

La galleria con la protezione

Il locale cucine
si prosegue e sulla destra troviamo il locale ufficiali

Locale ufficiali

Locale Ufficiali

Particolare rivestimento del locale
Ora si trova la prima cupola

Verso il pozzo

Scalinata che saliva nel pozzo

Il pozzo
Vista questa, esattamente di fronte troviamo una galleria che porta all'officina, ad un magazzino e alla cisterna

Galleria della cisterna d'acqua - La scritta riporta: Spessore della lastra di cemento della vasca
Questa a sinistra è l'officina
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Officina

Officina

Particolare pavimento
Questa è la cisterna

Cisterna
A destra della cisterna una scala scende nel magazzino

Scalinata

Scalinata

Magazzino
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Magazzino

Particolare soffitto

Nicchia
ritorniamo indietro e andiamo verso il magazzino che poteva contenere mille granate, in un angolo manca una parte della copertura dove si nota la roccia,

Galleria per granate

Particolare costruzione soffitto
Di fronte a quello che era il magazzino è stato allestito un locale di ricovero per i soldati

Ricostruzione di una stanza
Si va avanti e troviamo il secondo pozzo

Entrata 2 pozzo

Il secondo pozzo

Particolare
Continuando ci dirigiamo verso un'uscita che porta ai trinceramenti

La galleria
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La discesa

La discesa

L'uscita verso la trincea

L'uscita con vista sui Laghi
A destra di questa uscita troviamo l'infermeria

L'infermeria
Ora visitiamo l'ultimo pezzo del forte, la parte dedicata ai locali di servizio

Galleria dei locali di servizio
A destra del corridoio le latrine

Il locale servizi

I servizi
A sinistra la cabina elettrica

Cabina elettrica

Particolare Cabina

Particolare Cabina
Ed eccoci all'ultimo locale il più importante quello del generatore

Stanza del generatore

Un pezzo del martello compressore
Qui con questa uscita verso le trincee e una vasca per l'acqua finisce la visita interna del nostro forte

Galleria

Vasca

Particolare

Si ritorna al'entrata
Ora proseguiamo all'esterno per vedere i panorami dalla copertura del forte

Forte Busa Granda

Cannone puntato verso la Panarotta

Forte Busa Granda

Forte Busa Granda

Forte Busa Granda

I laghi di Levico e Caldonazzo
I trinceramenti che circondavano il forte

Trinceramenti

Trinceramenti

Trinceramenti

Trincea che sale sulla copertura

Trinceramenti
Sulla copertura del forte oltre ai panorami troviamo anche una lapide commemorativa e due cartelli descrittivi

Lapide commemorativa

Cartello

Cartello
Altre foto

Uscita ai trinceramenti

uscita ai trinceramenti

Bunker per mitragliatrici

Uscita ai trinceramenti
Tempi di percorrenza:
Dal parcheggio al forte ci vogliono 20 minuti di comoda strada sterrata
Collocazione geografica:
Il forte si trova in località Compet nel comune di Vignola-Falesina
Come si raggiunge:
Da Levico terme seguire le indicazioni per Vetriolo, arrivati in località Compet parcheggiate. Guardando l'Hotel Compet prendete la strada in salita sulla destra

Indicazioni stradali per Forte Busa Granda
Mappe Interattive:
SCHEDA PERCORSO | |
---|---|
Zona: | Dolomiti di Fiemme (Lagorai) |
Provincia / Comune: | Trento / Vignola Falesina |
Categoria: | Fortificazioni |
Tipologia: | Storico |
Periodo storico: | Prima Guerra Mondiale |
Coordinate punto di arrivo: | 46.035725 - 11.298041 (46°2'8" N - 11°17'52" E) |
Coordinate parcheggio: | 46.039347 - 11.300283 (46°2'21" N - 11°18'1" E) |
Altitudine di partenza (m): | 1350 |
Altitudine di arrivo (m): | 1500 |
Dislivello (m): | 150 |
Difficoltà del percorso: | T - Turistico |
Ore a piedi: (andata e ritorno, esclusa visita) | 40 minuti |
Ore in mountain bike (andata e ritorno): | 20 minuti |
Km totali: | 1,20 |
Come si raggiunge: | A piedi, In mountain bike |
Storia:
tratta dai tabelloni in loco
Busa Granda progetto e realizzazione:
Il caposaldo di Busa Granda, con la sua batteria di obici corazzata fu costruito nei pressi dell'omonima cima come postazione sostitutiva del ex forte Colle delle Benne, in località Compet, sopra Levico. L'elaborazione del progetto e la vigilanza sull'esecuzione dei lavori vennero affidate al capitano Emil Huetter della direzione del Genio di Trento, che, il 7 febbraio 1915, aveva già presentato i primi schizzi della nuova batteria corazzata di obici.
All'inizio di marzo del 1915, fu possibile dare rapidamente inizio ai lavori di costruzione. L'archivio di Stato di Trento conserva una rassegna documentale completa di questa fortificazione dai primi disegni di progetto fino ai minimi particolari costruttivi: un evento piuttosto raro, perché simili fortificazioni solitamente non erano progettate in modo cosi particolareggiato. Le bozze dei progetti nascevano direttamente sul posto dal confronto tra ufficiali di Artiglieria ed il Genio e spesso venivano effettuate modifiche in corso d'opera. Questo è accaduto anche durante la realizzazione del caposaldo di Busa Granda, dove ad esempio l'impianto sotterraneo della batteria di obici corazzati effettivamente realizzato differisce in maniera significativa da quello presente sui disegni da progetto. Vennero inoltre aggiunti un terzo pozzo per una cupola di osservazione, grandi impianti cisterna, una stazione per un generatore di corrente elettrica, ulteriori caverne ed un tunnel di accesso alla trincea della fanteria, che circondava completamente il caposaldo.
Solamente in un momento successivo sono state aggiunte in superficie le postazioni per i riflettori e per la contraerea. L'ampio caposaldo venne armato con 8 cannoni da 9cm M75, distribuiti su 3 batterie (4+4+2 pezzi). Il cuore pulsante di questo caposaldo era la batteria corazzata costituita da 2 obici da 10cm M05 provenienti dal Forte Colle delle Benne e da una cupola osservatorio. L'artiglieria del caposaldo Busa Granda dominava ampie sezioni della Valsugana. La principale via di approvigionamento conduceva al riparo dallo sguardo nemico, direttamente da Pergine a Compet e da li proseguiva per il Monte Panarotta. L'intero progetto della batteria ad obici corazzati venne realizzato in soli tre mesi e mezzo, tanto che all'inizio della guerra la batteria era già attrezzata e pronta al fuoco.
Caposaldo Busa Granda:
Sui lati opposti al nemico c'erano baracche e cucine da campo.
Le baracche servivano come alloggi, officine e magazzini. Durante la fase di costruzione della base queste strutture sono state usate come ricovero per gli operai, come uffici per la direzioni dei lavori e anche come depositi per lo stoccaggio dei materiali di costruzione.
All'inizio della guerra alcune unita di fanteria abitavano in questi edifici.
Alcune di queste baracche avevano dei camminamenti che portavano direttamente nelle posizioni difensive. Tali trincee corrono ancora oggi proprio di fronte agli ingressi della batteria corazzata e non potevano essere individuate dal nemico perchè tutto questo lato del caposaldo era nell'angolo morto dalla vista e ricognizione nemica.
Dopo l'offensiva di primavera, nel maggio 1916, la base di Busa Granda è stata disarmata, perchè la nuova linea del fronte era stata spostata in direzione verso Ospedaletto molto più a est.
Furono smontate le canne del gli obici 10 cm M05 delle cupole corazzate, rimontate su affusti campali e spostate al fronte.
Busa Granda non fu mai abbandonato, venne convertito in un caposaldo di difesa aerea.
Nelle vicinanze ci sono le posizioni di una batteria contraerea con due basi di artiglieria e il sito per un gruppo elettrogeno per il faro elettrico.
Le struttere in galleria servirono fino alla fine della guerra solo come alloggi e magazzini.
Il caposaldo di artiglieria Busa Granda:
Nella costruzione di questa batteria sotterranea il Genio di Trento incontrò notevoli difficoltà causate dalla geologia del luogo. Gli strati rocciosi non avevano infatti una stratificazione a giacitura orizzontale e si mostravano piuttosto scompaginati. La formazione rocciosa tettonizzata non molto coesa favoriva perciò copiose infiltrazioni d'acqua.
Poiché la roccia stessa non offriva adeguate garanzie di stabilità, attorno ai pozzi destinati ad ospitare le cupole corazzate venne progettato un massiccio rivestimento artificiale di calcestruzzo.
Nella costruzione dell'intera fortificazione campale non è stata infatti utilizzata armatura metallica, i tunnel sotterranei sono stati rivestiti in parte con volte in laterizio, in parte con volte solo in conci intonacati con l'additivo Ceresit per ridurre in modo significativo le infiltrazioni dell'acqua.
Le caverne aggiunte più tardi ed alcuni tratti delle gallerie sono stati rivestiti con getti di cemento costipato con Ceresit senza armature in ferro. Il progetto della batteria ad obici corazzati ripropone il classico schema, seguito anche nell'approntamento delle batterie corazzate Zampetta (a Mattarello), Selva (Monte Celva) e monte Calisio: una galleria centrale principale da cui si dipartono gli accessi ai pozzi di artiglieria, tra i quali si trova la caverna del magazzino centrale delle munizioni.
Lungo la galleria principale si aprono inoltre numerose caverne laterali adibite ad alloggi, cucina, latrina e deposito.
La profondità dell'impianto in caverna (da 8 a 12 m di copertura rocciosa sopra la testa) faceva si che esse potevano definirsi a prova di bomba, nonostante i sopracitati svantaggi geologici; solo le infiltrazioni d'acqua meteoriche hanno creato notevoli problemi, causando alla struttura danneggiamenti nel corso del tempo.
Alla fine dei lavori di recupero la caverna adibita a magazzino di munizioni è stata rivestita internamente, con lamiere e uno strato di legno, secondo gli elementi preesistenti sulla muratura.
L'artiglieria del caposaldo Busa Granda dominava ampie sezioni della Valsugana dai suoi 1500 metri di altezza.
Storia:
tratta dai tabelloni in loco
Busa Granda progetto e realizzazione:
Il caposaldo di Busa Granda, con la sua batteria di obici corazzata fu costruito nei pressi dell'omonima cima come postazione sostitutiva del ex forte Colle delle Benne, in località Compet, sopra Levico. L'elaborazione del progetto e la vigilanza sull'esecuzione dei lavori vennero affidate al capitano Emil Huetter della direzione del Genio di Trento, che, il 7 febbraio 1915, aveva già presentato i primi schizzi della nuova batteria corazzata di obici.
All'inizio di marzo del 1915, fu possibile dare rapidamente inizio ai lavori di costruzione. L'archivio di Stato di Trento conserva una rassegna documentale completa di questa fortificazione dai primi disegni di progetto fino ai minimi particolari costruttivi: un evento piuttosto raro, perché simili fortificazioni solitamente non erano progettate in modo cosi particolareggiato. Le bozze dei progetti nascevano direttamente sul posto dal confronto tra ufficiali di Artiglieria ed il Genio e spesso venivano effettuate modifiche in corso d'opera. Questo è accaduto anche durante la realizzazione del caposaldo di Busa Granda, dove ad esempio l'impianto sotterraneo della batteria di obici corazzati effettivamente realizzato differisce in maniera significativa da quello presente sui disegni da progetto. Vennero inoltre aggiunti un terzo pozzo per una cupola di osservazione, grandi impianti cisterna, una stazione per un generatore di corrente elettrica, ulteriori caverne ed un tunnel di accesso alla trincea della fanteria, che circondava completamente il caposaldo.
Solamente in un momento successivo sono state aggiunte in superficie le postazioni per i riflettori e per la contraerea. L'ampio caposaldo venne armato con 8 cannoni da 9cm M75, distribuiti su 3 batterie (4+4+2 pezzi). Il cuore pulsante di questo caposaldo era la batteria corazzata costituita da 2 obici da 10cm M05 provenienti dal Forte Colle delle Benne e da una cupola osservatorio. L'artiglieria del caposaldo Busa Granda dominava ampie sezioni della Valsugana. La principale via di approvigionamento conduceva al riparo dallo sguardo nemico, direttamente da Pergine a Compet e da li proseguiva per il Monte Panarotta. L'intero progetto della batteria ad obici corazzati venne realizzato in soli tre mesi e mezzo, tanto che all'inizio della guerra la batteria era già attrezzata e pronta al fuoco.
Caposaldo Busa Granda:
Sui lati opposti al nemico c'erano baracche e cucine da campo.
Le baracche servivano come alloggi, officine e magazzini. Durante la fase di costruzione della base queste strutture sono state usate come ricovero per gli operai, come uffici per la direzioni dei lavori e anche come depositi per lo stoccaggio dei materiali di costruzione.
All'inizio della guerra alcune unita di fanteria abitavano in questi edifici.
Alcune di queste baracche avevano dei camminamenti che portavano direttamente nelle posizioni difensive. Tali trincee corrono ancora oggi proprio di fronte agli ingressi della batteria corazzata e non potevano essere individuate dal nemico perchè tutto questo lato del caposaldo era nell'angolo morto dalla vista e ricognizione nemica.
Dopo l'offensiva di primavera, nel maggio 1916, la base di Busa Granda è stata disarmata, perchè la nuova linea del fronte era stata spostata in direzione verso Ospedaletto molto più a est.
Furono smontate le canne del gli obici 10 cm M05 delle cupole corazzate, rimontate su affusti campali e spostate al fronte.
Busa Granda non fu mai abbandonato, venne convertito in un caposaldo di difesa aerea.
Nelle vicinanze ci sono le posizioni di una batteria contraerea con due basi di artiglieria e il sito per un gruppo elettrogeno per il faro elettrico.
Le struttere in galleria servirono fino alla fine della guerra solo come alloggi e magazzini.
Il caposaldo di artiglieria Busa Granda:
Nella costruzione di questa batteria sotterranea il Genio di Trento incontrò notevoli difficoltà causate dalla geologia del luogo. Gli strati rocciosi non avevano infatti una stratificazione a giacitura orizzontale e si mostravano piuttosto scompaginati. La formazione rocciosa tettonizzata non molto coesa favoriva perciò copiose infiltrazioni d'acqua.
Poiché la roccia stessa non offriva adeguate garanzie di stabilità, attorno ai pozzi destinati ad ospitare le cupole corazzate venne progettato un massiccio rivestimento artificiale di calcestruzzo.
Nella costruzione dell'intera fortificazione campale non è stata infatti utilizzata armatura metallica, i tunnel sotterranei sono stati rivestiti in parte con volte in laterizio, in parte con volte solo in conci intonacati con l'additivo Ceresit per ridurre in modo significativo le infiltrazioni dell'acqua.
Le caverne aggiunte più tardi ed alcuni tratti delle gallerie sono stati rivestiti con getti di cemento costipato con Ceresit senza armature in ferro. Il progetto della batteria ad obici corazzati ripropone il classico schema, seguito anche nell'approntamento delle batterie corazzate Zampetta (a Mattarello), Selva (Monte Celva) e monte Calisio: una galleria centrale principale da cui si dipartono gli accessi ai pozzi di artiglieria, tra i quali si trova la caverna del magazzino centrale delle munizioni.
Lungo la galleria principale si aprono inoltre numerose caverne laterali adibite ad alloggi, cucina, latrina e deposito.
La profondità dell'impianto in caverna (da 8 a 12 m di copertura rocciosa sopra la testa) faceva si che esse potevano definirsi a prova di bomba, nonostante i sopracitati svantaggi geologici; solo le infiltrazioni d'acqua meteoriche hanno creato notevoli problemi, causando alla struttura danneggiamenti nel corso del tempo.
Alla fine dei lavori di recupero la caverna adibita a magazzino di munizioni è stata rivestita internamente, con lamiere e uno strato di legno, secondo gli elementi preesistenti sulla muratura.
L'artiglieria del caposaldo Busa Granda dominava ampie sezioni della Valsugana dai suoi 1500 metri di altezza.
Data visita: 01/10/2016
Data pubblicazione: March 8, 2018
Autore: Denis B.
Coautore: Flavio Cattelan