Questo breve percorso ci porta a scoprire cosa avveniva poco oltre il confine Italiano durante la Grande Guerra.
Dal parcheggio si procede verso il centro della contrada. Le indicazioni ci portano in pochi minuti a destinazione.
Dettaglio del sentiero di accesso
Dettaglio del sentiero di accesso
All'ingresso viene riportato: "Nel cimitero sono ancora sepolti 748 soldati"
Ingresso al cimitero
Bandiere
Sotto le bandiere delle due nazioni in guerra, adesso ancora più unite dalla bandiera dell'Europa, il silenzio abbraccia i caduti di un tempo.
Le croci del cimitero di Slaghenaufi
Le croci del cimitero di Slaghenaufi
Le croci del cimitero di Slaghenaufi
Un luogo dove il tempo si è fermato, e il silenzio racconta ciò che la guerra ha spezzato.
Camminando tra le croci, è impossibile rimanere indifferenti alle sofferenze vissute, mentre la storia, pur cercando di insegnare, continua a ripetersi nei conflitti recenti. Ma la vera "pace" si può trovare solo sotto a queste croci?
Cimitero di Slaghenaufi
Oltrepassato il cimitero si può salire verso la chiesetta, una ricostruzione di quella che c'era durante il conflitto.
Chiesetta di Slaghenaufi
Chiesetta di Slaghenaufi
Chiesetta di Slaghenaufi
Salendo ancora si trova una piccola tettoia dove viene riportata la storia di questo luogo. Potete leggerla nella sezione Storia di questa pagina.
La visita procede con l'immaginazione, questi pianori, adesso spogli, ospitavano un'immenso ospedale militare.
Oggi, camminando tra queste montagne, è difficile immaginare la sofferenza e il caos che un tempo vi regnavano. Eppure, questo luogo ci invita a non dimenticare, a riflettere su quanto la guerra abbia segnato non solo chi l'ha combattuta, ma anche il paesaggio che la circonda. Una visita che non lascia indifferenti, e che invita a portare via con sé un messaggio di pace.
Come si raggiunge:
Da Lavarone (TN) in direzione ovest verso Folgaria. Alla rotatoria proseguire per Bertoldi - Azzolini e seguire le indicazioni per il cimitero di guerra.
Mappa e traccia GPS:
Mappa e traccia Cimitero Austroungarico di Slaghenaufi
SCHEDA PERCORSO | |
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Zona: | Alpe Cimbra, Tonezza, Arsiero |
Provincia / Comune: | Trento / Lavarone |
Categoria: | Montagne, Sacrari, Cimiteri e Lapidi di Guerra |
Tipologia: | Storico, Culturale |
Periodo storico: | Prima Guerra Mondiale |
Coordinate punto di arrivo: | 45.955646 - 11.269572 (45°57'20" N - 11°16'10" E) |
Coordinate parcheggio: | 45.953480 - 11.268601 (45°57'12" N - 11°16'6" E) |
Altitudine di partenza (m): | 1235 |
Altitudine di arrivo (m): | 1271 |
Altitudine minima (m): | 1235 |
Altitudine massima (m): | 1271 |
Dislivello (m): | 36 |
Difficoltà del percorso: | T - Turistico |
Ore a piedi: (complessive, esclusa visita) | 15 minuti |
Km totali: | 0,70 |
Come si raggiunge: | A piedi |
Tipo di tragitto: | Percorso di ritorno coincide con quello di andata |
Storia:
(tratta dai tabelloni in loco)
Cimitero militare austro-ungarico di Slaghenaufi
Il cimitero di Slaghenaufi è sorto in diretta vicinanza al luogo dove ebbe sede durante il primo conflitto mondiale un ospedale da campo austro-ungarico.
Per il vicino fronte delle Vezzene l'ospedale militare di Slaghenaufi fu di fondamentale importanza. Nel cimitero sono ancora sepolti 748 soldati. Le salme sono state deposte con rito funebre officiato dal cappellano militare a.u. nella piccola cappella in legno eretta ancora all'inizio delle ostilità.
La chiesetta attuale è stata rifatta nell'anno 1954 nello stesso luogo e mantenendo la stessa tipologia.
Questo cimitero è rimasto intatto come all'indomani del primo conflitto mondiale, mantenendo le caratteristiche originali, in virtù di precisi accordi tra il Commissariato Generale Onoranze Caduti in Guerra e la Croce Nera Austriaca.
LA GUERRA SUGLI ALTIPIANI DI FOLGARIA, LAVARONE, LUSERNA
Antico territorio di confine, in vista di un probabile conflitto con l'Italia tra il 1908 e il 1914 gli Altipiani di Folgaria, Lavarone e Luserna furono fortificati e muniti di sette fortezze di cemento e acciaio. Lo scoppio del primo grande conflitto mondiale, nell'estate del 1914, vide la partenza degli uomini validi per il fronte russo, cioè per la Galizia. Pochi mesi dopo, il 24 maggio 1915, con la dichiarazione di guerra dell'Italia il conflitto giunse sulla porta delle case. Nel giro di pochi giorni tutta la popolazione civile fu evacuata, in un primo tempo nei paesi della Boemia, dell'Alta e Bassa Austria e della Moravia, successivamente nei campi profughi di Braunau e Mitterndorf. Partiti i civili, gli Altipiani furono occupati dai militari. Nell'estate e l'autunno 1915 la guerra divampò: dopo un pesante duello di artiglieria tra forti italiani e forti austriaci, il 24 e il 25 agosto ci fu il tentativo italiano, non riuscito, di sfondare la linea fortificata all'avamposto del Basson, nell'area di Passo Vezzena. In autunno si combatté furiosamente sull'altopiano di Folgaria, sulla prima linea dei Fiorentini, tra il monte Coston, il monte Durer, Pioverna alta, Passo Coe, il monte Maronia e il monte Maggio. Nel maggio 1916, a seguito dell'offensiva lanciata dal feldmaresciallo Conrad Von Hötzendorf, nota come Frühjahrsoffensive, il fronte si spostò rapidamente sulle alture veneto-vicentine. Da quel momento e fino alla fine della guerra gli Altipiani rimasero terra di retrovia. La popolazione civile rientrò dai campi profughi tra l'inverno 1918 e la primavera 1919.
Foto storica
L'OSPEDALE “MALGA BELEM” A SLAGHENAUFI
In prossimità di un conflitto con l'Italia e in vista dell'offensiva programmata dal Gen. Conrad Von Hötzendorf, sugli Altipiani furono allestiti vari ospedali militari, parte dei quali affidati all'attività ospedaliera dell'Ordine di Malta. Ospedali dell'Ordine furono allestiti a Folgaria (Villa Pasquali), a Carbonare, a Lavarone (Malga Belem) e a Monte Rovere. Gli ospedali di Villa Pasquali e di Malga Belem disponevano ciascuno di un'unità chirurgica e trattavano i casi più gravi, soprattutto chirurgici. L'ospedale “Malga Belem”, che prese il nome della vicina malga, era situato in prossimità dell'abitato di Slaghenaufi. Allestito in un'area protetta alle pendici del monte Cimone, gradevolmente esposto a sud, consisteva in un esteso complesso di edifici di legno, disposti su più livelli. Munito delle più moderne attrezzature dell'epoca, era capace di accogliere e assistere oltre duecento pazienti. Disponeva inoltre di due autoambulanze. Tra il personale paramedico figurarono Edina Clama Gallas e le sue colleghe infermiere, esponenti dell'aristocrazia asburgica, impegnate come volontarie al fronte. Ampliato nel 1917, fu attivo per tutto il conflitto, anche dopo che il fronte si spostò sulle alture dell'altopiano di Asiago. Fu abbandonato dal corpo medico e dalle infermiere il 1 novembre 1918. Dell'estesa struttura rimangono oggi pochi segni: i terrazzi su cui erano allestiti gli edifici, il cimitero militare e la chiesetta, che ha mantenuto l'aspetto dell'epoca. Alla macchina fotografica di Edina Clam Gallas e alla sua ricca corrispondenza dobbiamo le immagini e le informazioni che ci permettono oggi di conoscere e ammirare quello che fu un grande e moderno complesso ospedaliero posto al servizio di tutti i feriti, amici e nemici.
EDINA CLAM GALLAS - LA CONTESSINA INFERMIERA
Nata a Vienna il 25 gennaio 1889 da Franz e Maria Clam Gallas, esponenti di una delle più influenti famiglie dell'aristocrazia boema, Edina fu la terza di sei figlie. Trascorse un'infanzia e una prima giovinezza felici, tra la capitale viennese e il castello di Grafenstein, in Boemia. Come varie altre giovani esponenti aristocratiche dell'epoca, allo scoppio del grande conflitto europeo, nel 1914, si mise a disposizione come infermiera volontaria dell'organizzazione ospedaliera dell'Ordine di Malta, della quale il padre Adolf era un alto esponente. Dal settembre 1914 fino a maggio 1915 seguì un corso di formazione quale assistente chirurgica a Pötzleinsdorf, nei pressi di Vienna, e a fine giugno, a seguito dello scoppio del conflitto con l'Italia, fu inviata con un'equipe chirurgica sul fronte sud-occidentale, sull'altopiano di Folgaria. Aveva 25 anni. Nell'autunno 1916 fu trasferita a Dolina, in Galizia, dove rimase fino alla primavera del 1917, allorché fu trasferita col suo gruppo chirurgico nuovamente in Sudtirolo, questa volta a Lavarone, presso l'ospedale di Slaghenaufi, ove rimase fino alla fine della guerra. Dopo il conflitto, dal 1918 al 1921 visse con i genitori in Boemia. Nel 1921 sposò il dott. Adolf Winkelbauer e si stabilì a Vienna. Nel 1922 ebbe il primo figlio Andreas, nel 1923 i gemelli Leo ed Edina e nel 1926 Rudolf. Nel secondo conflitto mondiale perse Andreas (sul fronte russo) e Leo (in Crimea). Nel 1950 la famiglia si trasferì in Carinzia. È scomparsa a Vienna il 25 luglio 1970.
RUDOLF WINKELBAUER
Se le vicende di Edina Clam Gallas e degli ospedali dell'Ordine di Malta di Folgaria e Lavarone sono note, è merito del dott. Rudolf Winkelbauer, il figlio più giovane, trasferitosi nel 1951 negli Stati Uniti. Sposato con Marion Fahey, padre di Christine e Lori, nel 2000 il dott. Winkelbauer fece pervenire alle biblioteche comunali di Folgaria e Lavarone la ricca documentazione fotografica raccolta dalla madre durante il conflitto, pubblicata nel 2005 nel volume Folgaria, Lavarone, Luserna 1915-1918. Al 2013 risale la pubblicazione, per iniziativa della figlia Christine, dell'altrettanto ricca corrispondenza, raccolta nel libro Briefe von der Front, pubblicata in italiano nel 2015 per iniziativa della Magnifica Comunità degli Altipiani Cimbri con il titolo di Lettere dal fronte. Il dott. Rudolf Winkelbauer è scomparso nel Maine il 20 ottobre 2014. A lui e a Christine Winkelbauer Kelly va la nostra riconoscenza.
Foto storica
EDINA CLAM GALLAS A FOLGARIA 1915-1916
Edina Clam Gallas giunse a Folgaria il 26 giugno 1915, assegnata con il suo gruppo chirurgico all'ospedale dell'Ordine di Malta di Villa Pasquali. La guerra era in atto da oltre un mese, ma il fronte sull'altopiano folgaretano era ancora relativamente tranquillo. Si animò tra la fine di agosto e gli inizi di ottobre con i violenti attacchi al monte Coston e alla linea di difesa del monte Durer, Pioverna alta e monte Maronìa. Con il sopraggiungere dell'inverno le operazioni cessarono. L'inverno del 1916 fu molto nevoso. In quel contesto il Gen. Conrad Von Hötzendorf preparò l'offensiva (Frühjahrsoffensive) che, partendo proprio dall'altopiano di Folgaria, avrebbe dovuto portare le truppe imperiali nella pianura veneto vicentina, alle spalle dell'esercito italiano schierato sulla linea dell'Isonzo. Edina seguì le fasi preparatorie e con il suo Gruppo chirurgico si preparò a sostenere l'evento. Per poter accogliere un maggior numero di feriti, nel cortile di Villa Pasquali furono allestite delle baracche. Dopo l'attacco (15-20 maggio 1916) e lo spostamento del fronte, il territorio degli Altipiani diventò zona di retrovia. Edina ne approfittò per esplorare i dintorni e i luoghi che furono teatro delle furiose battaglie: Passo Coe, monte Maggio, la Val di Terragnolo, l'altopiano dei Fiorentini, Lastebasse. Troppo lontano dal fronte per poter essere ancora utile, nel settembre 1916 il gruppo chirurgico fu trasferito a Dolina, in Galizia, in prossimità del fronte russo.
Foto storica
EDINA CLAM GALLAS A LAVARONE 1917-1918
La permanenza in Galizia durò solo qualche mese. Nel marzo del 1917 Edina tornò infatti sul fronte italiano, non più a Folgaria, ma sull'altopiano di Lavarone. Fu felice di tornare in una zona, come scrisse nelle sue lettere, che amava moltissimo. Prese servizio con l'equipe medica presso l'ospedale di “Malga Belem”, a Slaghenaufi, cui toccava assistere i feriti gravi provenienti dal fronte dei Sette Comuni, cioè dall'altopiano di Asiago e zone contermini. Vi rimase per tutto il 1917 e il 1918 con momenti di intensa attività, a seconda della violenza degli attacchi e dei combattimenti al fronte. Nell'estate del 1918 percepì l'aggravarsi della situazione generale e alla fine di ottobre capì che ormai tutto era andato perduto. Abbandonò a malincuore l'ospedale la notte del 1 novembre e assieme ai medici e alle colleghe infermiere riuscì ad oltrepassare il Brennero, a rifugiarsi ad Innsbruck e successivamente a Monaco: Raggiunse infine Vienna, pronta, con rinnovato entusiasmo, ad affrontare le difficoltà di una nuova vita.
IL SOVRANO MILITARE ORDINE OSPEDALIERO DI SAN GIOVANNI DI GERUSALEMME DI RODI E DI MALTA
Comunemente noto come “Ordine di Malta”, il Sovrano Militare Ordine Ospedaliero di San Giovanni di Gerusalemme di Rodi e di Malta è un'istituzione antichissima, sorta nel 1048 a Gerusalemme e oggi presente in oltre 120 paesi del mondo con circa 13.500 cavalieri e dame, 80.000 esperti volontari e 25.000 dipendenti, molti dei quali medici e paramedici. Ordine religioso laicale, tradizionalmente militare, cavalleresco e nobiliare, opera principalmente nell'ambito dell'assistenza medico sociale e degli interventi umanitari. Il lavoro volontario di dame e cavalieri si esplica in strutture assistenziali di tipo sociale e sanitario. Si occupa di assistenza medico-sociale, soccorso alle vittime di conflitti o di calamità naturali, assistenza ad anziani, disabili, bambini in difficoltà, rifugiati e immigrati senza distinzione di razza, origine o religione. Lo stemma che lo rappresenta è la croce a otto punte, a simboleggiare le otto Beatitudini, cioè la spiritualità di chi vi aderisce. Il motto a cui si ispira è Tuitio Fidei et Obsequium Pauperum, cioè “la testimonianza della fede e il servizio ai poveri e ai sofferenti”. Retto da un Gran Maestro, è ente indipendente e sovrano, con sede a Roma, forte di un proprio, specifico ordinamento giuridico. Come tale intrattiene relazioni diplomatiche con oltre 100 paesi in tutto il mondo e ha rappresentanze presso le Nazioni Unite, l'Unione Europea e le principali organizzazioni internazionali. Per sua antica tradizione è neutrale, imparziale e apolitico, caratteristiche che lo rendono adatto a intervenire anche come mediatore nelle controversie tra gli stati.
Data visita: 28/07/2012, 22/08/2023, 17/11/2024
Data pubblicazione: Dec. 3, 2024
Autore: Corrado De Zanche