Monte Ricco - Monte Castello

Monte Ricco - Monte Castello

Percorrendo il sentiero nr.6 dei Colli Euganei (m 328)

 

I Colli Euganei nascondono delle vere perle per sentieri e punti panoramici. Questi due colli, isolati dal resto degli Euganei, si trovano a sud est degli stessi.

Il percorso inizia da dietro la stazione di Monselice percorrendo via Monte Ricco.

Inizio di via Monte Ricco

Inizio di via Monte Ricco

Dettaglio di via Monte Ricco

Dettaglio di via Monte Ricco

La strada porta all'eremo di Santa Domenica ed è chiusa al traffico dopo circa 400 metri.

Sbarra, da qui in poi solo a piedi

Sbarra, da qui in poi solo a piedi

La strada costantemente in salita e con pendenze a volte impegnative ci regala nei tornanti degli scorci su una cava e su Monselice.

Dettaglio della strada

Dettaglio della strada

Vista sulla cava

Vista sulla cava

Monselice e la rocca

Monselice e la rocca

Prima di ammirare il panorama vengono riportare alcune indicazioni utili: "Quando sei infelice torna nel luogo che più ami, lui ha sempre qualcosa da dirti (Fabrizio Caramagna)"

La Rocca di Monselice è sempre la protagonista di questi bellissimi scorci.

Monselice e la rocca

Monselice e la rocca

La rocca di Monselice

La rocca di Monselice

Lungo la salita troviamo una prima indicazione del percorso con relativa mappa.

Pianta del percorso

Pianta del percorso

Superato l'ennesimo tornante una tabella riporta "Tornante q 203", questo è il punto da dove usciremo dal nostro giro ad anello. 

Tornante q 203 - sentiero del ritorno

Tornante q 203 - sentiero del ritorno

Ancora un tornante con vista su Monselice.

Monselice e la rocca

Monselice e la rocca

All'11° tornante troviamo la "Casa rossa" il punto di partenza del sentiero. 

Tornante della Casa rossa

Tornante della Casa rossa

Noi però continuiamo sulla strada asfaltata con destinazione la cima del monte Ricco e l'eremo di Santa Domenica.
Sulla cima un posto meraviglioso per rilassarsi e riprendersi le energie perse, non solo nella salita, ma anche quelle di una settimana di lavoro.  

Terrazza panoramica

Terrazza panoramica

Panorama dalla terrazza

Panorama dalla terrazza

Molto particolare il finto chiostro davanti alla chiesa.

La chiesa e il finto chiostro

La chiesa e il finto chiostro

Finto chiostro

Finto chiostro

Di fronte alla chiesa una lunga scalinata ci porta alla terrazza di Ercole.

Inizio della scalinata

Inizio della scalinata

Dettaglio della scalinata

Dettaglio della scalinata

La terrazza di Ercole

La terrazza di Ercole

Ercole che sorregge mezzo mondo

Ercole che sorregge mezzo mondo

Vista su Monselice dalla terrazza

Vista su Monselice dalla terrazza

Su questa terrazza si incrocia il sentiero proveniente dalla Casa rossa che adesso riprendiamo in direzione nord.

Dettaglio del sentiero che esce dalla terrazza

Dettaglio del sentiero che esce dalla terrazza

Ad un primo incrocio prendiamo il sentiero a sinistra seguendo le indicazioni del sentiero nr.6 in direzione del Quadrivio M.Castello.

Proseguire in discesa a sinistra

Proseguire in discesa a sinistra

Dettaglio del sentiero

Dettaglio del sentiero

Vista su monte Castello

Vista su monte Castello

Ad un successivo incrocio privo di segnaletica rimaniamo sul percorso principale che prosegue in salita.

Proseguire sul sentiero di destra

Proseguire sul sentiero di destra

Al Quadrivio di M.Castello svoltiamo a sinistra. Anche qui qualche altro sentiero esce da quello principale, ma è difficile sbagliare.

Quadrivio di M.Castello

Quadrivio di M.Castello

Nei pressi della cima del monte una passerella ci fa attraversare uno strano fossato.

Passerella

Passerella

Area attrezzata sulla cima del monte Castello

Area attrezzata sulla cima del monte Castello

Una staccionata delimita l'area della cima da un altro fossato ... 
Scopriamo che questo fossato sono i resti di una trincea della seconda guerra mondiale probabilmente opera dei tedeschi.

Trincea della seconda guerra mondiale

Trincea della seconda guerra mondiale

Ripercorriamo i nostri passi tornando al quadrivio proseguendo in direzione nord-est.
Dopo una tabella informativa troviamo un incrocio. Le indicazioni per il "Tornante q 203" ci fanno prendere il sentiero di sinistra.

Tabella informativa

Tabella informativa

Incrocio verso il "Tornante q 203"

Incrocio verso il "Tornante q 203"

Giunti al "Bivio crinale Nord" proseguiamo sempre seguendo l'indicazione per "Tornante q 203".

Dettaglio del sentiero

Dettaglio del sentiero

Bivio crinale Nord

Bivio crinale Nord

Superato il bivio le indicazioni iniziano a mancare.

Dettaglio del sentiero

Dettaglio del sentiero

Ad un primo incrocio rimaniamo sul sentiero principale tenendo la destra.

Primo incrocio, proseguire dritto

Primo incrocio, proseguire dritto

Ad un secondo incrocio proseguiamo a destra in salita.

Secondo incrocio, a destra

Secondo incrocio, a destra

Al terzo incrocio rimaniamo a sinistra.

Terzo incrocio, dritto

Terzo incrocio, dritto

E poi si prosegue fino ad incrociarsi con la strada asfalta al "Tornante q 203".

Dettaglio del sentiero verso il "Tornante q 203"

Dettaglio del sentiero verso il "Tornante q 203"

Dettaglio del sentiero verso il "Tornante q 203"

Dettaglio del sentiero verso il "Tornante q 203"

Dettaglio del sentiero verso il "Tornante q 203"

Dettaglio del sentiero verso il "Tornante q 203"

Dettaglio del sentiero verso il "Tornante q 203"

Dettaglio del sentiero verso il "Tornante q 203"

Dettaglio del sentiero verso il "Tornante q 203"

Dettaglio del sentiero verso il "Tornante q 203"

Un altro scorcio sulla rocca di Monselice

Un altro scorcio sulla rocca di Monselice

Dettaglio del sentiero verso il "Tornante q 203"

Dettaglio del sentiero verso il "Tornante q 203"

 


Mappa e traccia GPS:

Mappa e traccia Monte Ricco - Monte Castello

Monte Ricco - Monte Castello

SCHEDA PERCORSO

Zona:

Colli Euganei e Berici

Provincia / Comune:

Padova / Monselice

Categoria:

Montagne

Tipologia:

Naturalistico, Storico, Panoramico

Periodo storico:

Seconda Guerra Mondiale

Coordinate punto di arrivo:

45.254251 - 11.742354
(45°15'15" N - 11°44'32" E)

Coordinate parcheggio:

45.247278 - 11.748118
(45°14'50" N - 11°44'53" E)

Altitudine di partenza (m):

16

Altitudine di arrivo (m):

328

Altitudine minima (m):

16

Altitudine massima (m):

328

Dislivello (m):

398

Difficoltà del percorso:

E - Escursionistico

Ore a piedi:


(complessive, esclusa visita)
2 ore 30 minuti

Km totali:

8,60

Come si raggiunge:

A piedi

Tipo di tragitto:

Parte del percorso ad anello

Storia:

(tratta dai tabelloni in loco)

Storia e arte

La valenza storica più importante è l'Eremo di Santa Domenica, abitato fino ad alcuni anni fa dai frati francescani. Accostata all'edificio principale, sorge una piccola chiesa con un finto chiostro che presenta elementi architettonici di un monastero del XIII sec. dedicato a S.Giovanni Evangelista del Montericco. La comunità che si insediò fu sempre di numero ridotto, pochi eremiti che avevano possedimenti agricoli e amministrativi nel territorio di Monselice.
Da segnalare la grande statua settecentesca di Ercole in pietra di Vicenza, posta nel belvedere che si apre al termine di una lunga e ampia scalinata che sale all'ex eremo, in uno dei punti panoramici più belli. La storia del colle è legata alla storia di Monselice e la continua attività estrattiva per la produzione di pietra da costruzione, la Riolite, roccia vulcanica dura e compatta, e di roccia calcarea ha lasciato tracce indelebili e ha segnato la struttura del colle.


Natura e Ambiente:

(tratta dai tabelloni in loco)

Sentiero del Monte Ricco e Monte Castello
Parco Regionale dei Colli Euganei 

LE CAVE DEI COLLI

La natura geologica dei Colli Euganei, formati sia da rocce sedimentarie calcaree che da massicce e resistenti rocce vulcaniche, ha costituito per l'uomo, fin dai tempi antichi, un'importantissima fonte per l'approvvigionamento di materia prima da costruzione.
Le rocce sedimentarie, Biancone, Scaglia e Marna, grazie alla loro natura calcareo-argillosa vennero utilizzate per la produzione di calce e cemento, mediante cottura in apposite fornaci, e di pietrisco. La trachite e la riolite, dette comunemente "masegna", per la loro resistenza all'usura e all'acqua furono impiegate fin dall'antichità nell'edilizia, nell'architettura, nella costruzione di acquedotti e di cippi di confine, di castelli e torri, di arginature di fiumi e canali e nella pavimentazione di vie e piazze (piazza S. Marco a Venezia). La pietra veniva trasportata dai burci (la tipica imbarcazione di legno per il trasporto delle merci diventata il simbolo della navigazione fluviale) lungo le vie d'acqua. Questo fattore ha determinato l'apertura delle cave ad iniziare dal lato più esterno, quello più vicino ai canali navigabili, per poi estendere lo sfruttamento anche a zone più interne del complesso collinare.
Dall'800 lo sfruttamento iniziò ad intensificarsi e si manifestarono i primi danni all'ambiente, che si aggraveranno alla metà del '900, con l'arrivo di nuovi mezzi di escavazione sempre più potenti e con l'aumentata richiesta di materiali.
Il fenomeno fu particolarmente intenso nell'area di Monselice nel Monte Ricco e nel Colle della Rocca, mentre alcune colline come il Monte Fiorin e il Monte Cucuzzola sono state addirittura smantellate dall'attività estrattiva. L'alluvione del Po del 1951 richiese, per il rinforzo delle arginature del fiume, una notevole quantità di roccia, portando l'estrazione a ritmi vertiginosi, e la mancata regolarizzazione comportò l'apertura di nuove cave: il numero di cave attive arrivò a superare il centinaio. Verso la fine degli anni '60 iniziarono le prime proteste per la salvaguardia dell'ambiente e il 24 novembre 1971 venne approvata dal Parlamento la Legge Romanato-Fracanzani che tutela le bellezze naturali ed ambientali dei Colli Euganei, limitando di fatto l'estrazione e portando alla chiusura di molte cave.
Attualmente le cave attive regolate dall'Ente Parco sia per le quantità che per le modalità di estrazione sono otto, di cui due nel comune di Cervarese S. Croce e sei a Vo' (due alle pendici del Monte Altore e quattro nel Colle di Zovon).
In particolare nelle cave dismesse sono stati realizzati numerosi progetti per il loro recupero ambientale, tra cui si ricorda quelli attuati con successo a Cava Bomba (Cinto Euganeo) e Cava di Monte Croce (Battaglia Terme).
Le ripide e numerose pareti di roccia vulcanica e l'esposizione troppo assolata hanno reso più difficile il recupero ambientale delle cave del Monte Ricco, lasciando il colle con tracce visibili dell'attività passata.

 

IL SENTIERO DEL MONTE RICCO E MONTE CASTELLO n.6

Toponomastica: Monte Ricco già "Monte Vignalesco" (1000), "Mons Vinearum" (1150), "Montericho" (1290), probabilmente per la ricchezza di vegetazione o di materiale da costruzione.

Geologia
Il M. Ricco (m 329) è quasi interamente formato da roccia vulcanica, la Riolite; nella parte più bassa del versante nord in una grande cava si possono osservare alcune rocce sedimentarie: la Scaglia rossa e la Marna euganea. In questa cava e nelle rocce sedimentarie sono stati recentemente rinvenuti importanti reperti fossili, conservati presso il Museo Geopaleontologico di Cava Bomba a Cinto Euganeo. Il sentiero percorre il colle nella sua parte vulcanica, mettendo in mostra la massa compatta e di colore chiaro della Riolite in corrispondenza delle enormi ferite prodotte dall'attività estrattiva nelle cave oggi dismesse dei versanti sud ed est. Da segnalare che la vicina Rocca di Monselice è formata da trachite, roccia vulcanica di colore più scuro.

Flora
È caratterizzata da variazioni molto significative di vegetazione dovute alla diversa esposizione dei versanti. Il colle è ricoperto da una vegetazione di tipo mediterraneo sul versante esposto a sud, con esemplari di roverella (Quercus pubescens), leccio (Quercus ilex), corbezzolo (Arbutus unedo), erica arborea e cisto a foglie di salvia (Cistus salvifolius). Meno significativa è la presenza di orniello (Fraxinus omus), ciavardello (Sorbus torminalis) e robinia e nel sottobosco di asparago e finocchio selvatico, achillea e rovi. Le caratteristiche cave presentano una vegetazione solo nelle parti meno scoscese, prevalentemente a carattere arbustivo e mediterraneo.
Il versante esposto a nord è interamente coperto da bosco di castagno (Castanea sativa) ed è curiosa la presenza, poco sotto l'eremo, di alcuni esemplari di betulla (Betulla pendula), piantati dall'uomo. La parte del sentiero rivolta verso sud-est presenta una vegetazione tipica di un clima caldo attraversando un notevole bosco di lecci (Quercus ilex) con abbondanti corbezzoli ed erica arborea. La deviazione per M. Castello introduce in un bosco di castagno con orniello e roverella; nel sottobosco, biancospino (Crataegus monogyna), pungitopo (Ruscus aculeatus) e alcune piante di scotano (Rhus cotinus). L'area attrezzata terminale è interamente sotto il castagneto.

Aspetti micologici
Da segnalare il Boletus aestivalis carnoso e di colore bruno presente in boschi di quercia e castagno e il Macrolepiota procera di colore bruno e gambo con anello diffuso in boschi misti di latifoglie.

Fauna
Nell'ambiente di cava trovano rifugio micromammiferi come il topo campagnolo (Microtus arvalis) facili prede per i rapaci notturni tra cui l'allocco e la civetta, e diurni tra cui la poiana. Si possono avvistare, in periodo riproduttivo, il gheppio (Falco tinnunculus) e lo sparviere (Accipiter nisus) e nidificano uccelli tipicamente rupicoli, come la rara rondine montana (Ptyonoprogne rupestris), il passero solitario (Monticola solitarius) e il codirosso spazzacamino (Phoenicurus ochruros). Sverna il picchio muraiolo (Tichodroma muraria). Nelle macchie di ginestra trovano rifugio l'occhiocotto (Sylvia melanocephala), lo zigolo nero (Emberiza cirlus), il canapino (Hippolais polyglotta) e l'averla piccola (Lanius collurio). Nelle piazzole delle cave si possono formare piccole pozze d'acqua, habitat ideale per anfibi come il rospo smeraldino (Bufo viridis) e la rana di Lataste (Rana latastei). Il mustiolo (Suncus etruscus), il più piccolo mammifero insettivoro, è stato rinvenuto sul M. Castello. In primavera, è possibile vedere, se si procede in silenzio, l'upupa (Upupa epops) ed udire il cuculo (Cuculus canorus), specie migratrici che svernano in Africa. Il castagneto con sottobosco fresco e molto umido ospita spesso i molluschi di terra quali la graziosa Cepaea nemoralis e la chiocciola comune (Helix pomatia) e si trovano anche alcuni anfibi come la salamandra pezzata (Salamandra salamandra).

Aspetti paesaggistici/panoramici
Il versante sud offre panorami di grande pregio e suggestione; le linee dei campi si legano alle forme morbide dei colli compresi tra Monselice ed Este, il M. Cecilia, i monti Cero e Castello, interrotte a sud est dal profilo inconfondibile della Rocca e dalla città di Monselice, con le sue torri, i campanili e il castello.

 

I PICCOLI FRUTTI DEI COLLI

Il paesaggio agricolo euganeo è caratterizzato dalla presenza di numerose coltivazioni, estese soprattutto nei pendii più dolci dei substrati sedimentari. Nel bosco e nelle zone antropizzate vivono specie vegetali che producono quelli che comunemente sono definiti "piccoli frutti", non tanto per le dimensioni, quanto perché, pur in alcuni casi coltivati, si rinvengono in modo meno continuo delle grandi coltivazioni. Una tra le piante tradizionali più conosciute è senza dubbio il giuggiolo (Ziziphus jujuba Mill.), originario della Cina settentrionale, è un albero resistente al caldo, ma anche a inverni molto freddi. Il frutto, di colore rosso scuro, ha una polpa dolce e farinosa, si consuma fresco, essiccato e nella preparazione di dolci, marmellate, bevande e sciroppi. Impreziosisce il paesaggio rurale euganeo il melograno (Punica granatum L.), albero originario dell'Asia Centrale, presente anche allo stato selvatico con forme più cespugliose. Specie amante del caldo, i suoi fiori sono di colore arancione vermiglio, provvisti di un calice molto ampio dello stesso colore e i dissetanti frutti sono consumati soprattutto freschi. Simbolo di prosperità e abbondanza, già apprezzato dagli Egizi per le sue proprietà vermifughe, il melograno era chiamato dagli Antichi Romani Mela Punica in quanto pensavano provenisse da Cartagine. La pianta del rovo (Rubus fruticosus L.), arbusto cespuglioso e spinoso, comune nelle siepi e ai margini di campi e vigneti, produce la gustosa mora, ottima soprattutto per la preparazione di marmellate e ricchissima di vitamina C. Il rovo è anche pianta officinale, le foglie e i germogli possiedono proprietà utili all'organismo umano. Il lampone (Rubus idaeus L.) preferisce terreni freschi, ha fiori bianchi con stretti petali eretti e i frutti, dal tipico colore vellutato rosa carminio, hanno un sapore assai caratteristico; sono consumati soprattutto freschi, ma per il loro gusto particolare aromatizzano dolci e liquori. Le foglie sono impiegate in erboristeria come ottimo astringente. Diffuso in zone dal clima temperato, con insolazione media, il ribes rosso (Ribes rubrum L.), arbusto perenne, ha foglie palmate e bacche rosse, trasparenti e succose utilizzate soprattutto nella preparazione di bevande e liquori. L'uva spina (Ribes grossularia L.) è pianta cespugliosa che cresce nelle zone più fresche e ombrose; i fiori sono di colore porpora e i frutti, bacche globose simili a chicchi d'uva, si consumano freschi o vengono utilizzati per la produzione di marmellate, succhi e confetture. L'amarena (Prunus cerasus L. var. marascha Rehb) è un arbusto o piccolo albero con foglie verde scuro e lucide, produce frutti di colore rosso acceso, dal sapore acido e aspro, adatti per marmellate e per aromatizzare liquori e bevande alcoliche (maraschino).

 

LA MACCHIA MEDITERRANEA E IL LECCIO

La vegetazione mediterranea è caratterizzata dalla presenza di alberi di modeste dimensioni e cespugli solitamente sempreverdi, adattati a condizioni climatiche calde tipiche dell'area mediterranea. Anche nella nostra regione vi sono particolari ambienti, chiamati anche "isole climatiche", in cui le condizioni sono tali da favorire la diffusione e la crescita di specie tipicamente mediterranee. Sui Colli Euganei, infatti, le temperature invernali non sono quasi mai troppo rigide e l'esposizione dei versanti meridionali, unitamente alla tipologia del terreno, consente l'instaurarsi di queste particolari condizioni. Le piante caratteristiche sono sempreverdi, con foglie coriacee o aghiformi: il leccio (Quercus flex), l'erica arborea (Erica arborea), il corbezzolo (Arbutus unedo) e il cisto a foglia di salvia (Cistus salvifolius). La "macchia mediterranea", caratteristica particolarmente singolare della flora euganea, è ben rappresentata sui versanti orientali e meridionali del Monte Ricco, sulla Rocca di Monselice, sul Monte Calbarina, sui monti Cero e Castello, sul Monte Ceva, sul Monte Rusta, sul Monte Grande e della Madonna. Sul versante meridionale e orientale del Monte Ricco, è abbondante la presenza del leccio, albero sempreverde, molto longevo, di altezza modesta (6 m) sui Colli e spesso presente in forme arbustive. Cresce in zone soleggiate, su terreni calcarei e asciutti tollerando anche condizioni di forte aridità, isolato o riunito in piccoli gruppi al limitare del bosco o lungo ripidi pendii. Il tronco è tozzo, con corteccia grigiastra, screpolata, che diventa scura con l'età. Il legno è molto duro e compatto, ha potere calorifero elevato e il suo carbone si mantiene a lungo incandescente; è caratterizzato da una forte percentuale di tannino che lo rende una fonte di sostanze per il trattamento del cuoio e delle pelli già in epoca greca e romana. La densa e ampia chioma, di un caratteristico verde scuro, è costituita da foglie coriacee a forma lanceolata, coperte da leggera peluria biancastra nella pagina inferiore. La fioritura avviene nel mese di maggio con piccoli fiori gialli poco vistosi e i frutti, ghiande lucide di colore molto scuro, maturano in autunno tra settembre e ottobre. Il leccio, insieme all'ulivo, è l'albero più rappresentativo dell'ambiente mediterraneo. Nel comprensorio euganeo si trova prevalentemente nelle zone a pseudomacchia, presso la cima della Rocca di Monselice, sul Monte Ricco, sulle pareti di Rocca Pendice e sui monti Ceva e Rosso.


Data visita: 01/03/2025
Data pubblicazione: March 2, 2025
Ultimo aggiornamento: March 13, 2025

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