Colli Berici - Sentiero n.3

Colli Berici - Sentiero n.3

Anello tra boschi e panorami sopra Lumignano (m 255)

 

Il percorso si snoda sui colli sopra Lumignano, attraversando punti di interesse geologico, storico e panoramico.
Si parte dal campanile della chiesa di Lumignano, seguendo il sentiero n. 3 in direzione nord per circa cento metri sopra la strada.

Inizio percorso

Inizio percorso

Dettaglio del percorso dopo il campanile

Dettaglio del percorso dopo il campanile

Superato il primo tratto, il sentiero si inoltra nel bosco e, dopo circa 400 metri, si raggiunge il Covolo di Copacan, vicino a una sorgente naturale. 

Dettaglio de sentiero

Dettaglio de sentiero

Proseguire per il sentiero a sinistra

Proseguire per il sentiero a sinistra

Sorgente vicino al covolo

Sorgente vicino al covolo

Covolo di Copacan

Covolo di Copacan

Proseguendo oltre il covolo, si arriva rapidamente a un bivio che conduce all’Eremo di San Cassiano. L’eremo, visitabile solo la prima domenica di ogni mese, merita una deviazione per una breve visita. Maggiori informazioni sono disponibili nella pagina dedicata.

Dettaglio del sentiero

Dettaglio del sentiero

Salita verso l'eremo

Salita verso l'eremo

Salita verso l'eremo

Salita verso l'eremo

Ingresso all'eremo

Ingresso all'eremo

Dopo la visita, si torna indietro per riprendere il sentiero principale. Una svolta a U permette di attraversare la valle in direzione sud-sud-est. 

Nei pressi della svolta ad U

Nei pressi della svolta ad U

Poco dopo, si svolta a sinistra, seguendo le indicazioni per la grotta del Broion, un’importante area archeologica in fase di studio come riportato nella storia a fondo pagina. 

Dettaglio del sentiero

Dettaglio del sentiero

Riparo del Broion

Riparo del Broion

Riparo del Broion

Riparo del Broion

Proseguendo il percorso si raggiunge un'altra zona di scavo.

Dettaglio del sentiero

Dettaglio del sentiero

Zona di scavo

Zona di scavo

Dalla zona di scavo il sentiero scende in direzione sud est.

Dettaglio del sentiero

Dettaglio del sentiero

Dettaglio del sentiero

Dettaglio del sentiero

Prosegue con qualche bello scorcio sull'eremo fino a congiungersi ad una strada asfaltata.

Eremo di San Cassiano

Eremo di San Cassiano

Dettaglio del sentiero

Dettaglio del sentiero

Imbocco alla strada asfaltata

Imbocco alla strada asfaltata

Alla strada asfaltata si prende a sinistra verso nord est, raggiungendo alcune case. Il sentiero sembra terminare in una casa, ma prosegue infilandosi a sinistra tra due edifici.

Dettaglio della strada

Dettaglio della strada

Il percorso prosegue a sinistra tra i due edifici

Il percorso prosegue a sinistra tra i due edifici

Si prosegue verso nord con panorama sui colli Euganei.

Dettaglio del percorso

Dettaglio del percorso

Colli Euganei

Colli Euganei

Con un'ampia curva il sentiero punta adesso verso ovest. All'incrocio in foto si prosegue in salita a destra. Un cartello avvisa della presenza di cinghiali.

Si prosegue a destra

Si prosegue a destra

Non mancano i punti panoramici, ne i segnavia bianco rossi che in certi punti aiutano molto a capire la strada da intraprendere.

Lumignano

Lumignano

Dettaglio del sentiero

Dettaglio del sentiero

Dettaglio del sentiero

Dettaglio del sentiero

Dettaglio del sentiero

Dettaglio del sentiero

Dettaglio del sentiero

Dettaglio del sentiero

Dettaglio del sentiero

Dettaglio del sentiero

Il sentiero termina in una strada asfaltata dove si prosegue a sinistra verso Contrà Vescovane.

Via Vescovana

Via Vescovana

Contrà Vescovane, proseguire a destra

Contrà Vescovane, proseguire a destra

Poco prima di entrare in contrada si prosegue a destra.

Dettaglio del percorso

Dettaglio del percorso

Dettaglio del percorso

Dettaglio del percorso

Un ulteriore incrocio ci porta in salita a destra verso la croce.

Prendere il sentiero a destra

Prendere il sentiero a destra

Destra o sinistra? E' lo stesso, noi siamo andati a sinistra.

Destra o sinistra? E' lo stesso, noi siamo andati a sinistra.

Dettaglio del sentiero

Dettaglio del sentiero

Finalmente siamo arrivati alla croce, poco prima del tramonto.

Monte alla Croce

Monte alla Croce

Monte alla Croce

Monte alla Croce

Monte alla Croce

Monte alla Croce

Panorama dal Monte alla Croce

Panorama dal Monte alla Croce

Il sentiero ben segnalato prosegue verso Lumignano. Un solo punto difficile dove delle corde aiutano la discesa.

Discesa attrezzata con corde

Discesa attrezzata con corde

Si prosegue nel bosco fino ad arrivare al centro abitato e, rimanendo sempre a sinistra si torna alla chiesa. Ormai era troppo buio per poter fare altre foto!


Mappa e traccia GPS:

Mappa e traccia Colli Berici - Sentiero n.3

Colli Berici - Sentiero n.3

SCHEDA PERCORSO

Zona:

Colli Euganei e Berici

Provincia / Comune:

Vicenza / Longare

Categoria:

Montagne

Tipologia:

Naturalistico, Paesaggistico, Storico, Panoramico

Coordinate punto di arrivo:

45.461351 - 11.583356
(45°27'40" N - 11°35'0" E)

Coordinate parcheggio:

45.459732 - 11.587546
(45°27'35" N - 11°35'15" E)

Altitudine di partenza (m):

26

Altitudine di arrivo (m):

255

Altitudine minima (m):

26

Altitudine massima (m):

255

Dislivello (m):

496

Difficoltà del percorso:

E - Escursionistico

Ore a piedi:


(complessive, esclusa visita)
3 ore 10 minuti

Km totali:

7,90

Come si raggiunge:

A piedi

Tipo di tragitto:

Percorso ad anello

Natura e Ambiente:

Fonte e Covolo Copacan 

La fonte Cópacan, celata all'interno della struttura muraria, è una tipica sorgente di ambiente carsico. 
L'acqua dopo aver attraversato uno spesso strato calcareo carsificato, viene bloccata da un livello roccioso impermeabile e quindi fuoriesce all'esterno.
Negli ultimi decenni è stata utilizzata come punto di raccolta dell'acquedotto locale, recentemente dismesso, di cui rimangono le opere idrauliche e murarie di captazione-protezione. A lato, sopra la piccola cengia, si trova un incavo-mortaio con gradino scavati nella roccia, utilizzati probabilmente per pestare i cereali.
Poco più avanti si apre una grande cavità - covolo Copacan - nel quale però non sono state rinvenute testimonianze di presenze preistoriche.

 

Grotta del Broion

Segnalata come cavità carsica da Gastone Trevisiol (1940) e come sito preistorico da Giuseppe Perin (1947). Scavi promossi da Alvise da Schio e realizzati da Piero Leonardi, professore all'Università di Ferrara, con la collaborazione del Gruppo Grotte "G. Trevisiol" del C.A.I - Vicenza (Aldo Allegranzi, Gaetano Appoggi, Giorgio Bartolomei, Alberto Bizzi, Alberto Broglio, Ippi Caneva, Benedetto Sala) tra il 1951 e il 1969.
Studi condotti da P. Leonardi e A. Broglio (stratigrafia, industrie), D.Magaldi (sedimenti e suoli), L.Cattani (pollini), A. Pasa, G. Bartolomei e B. Sala (faune).
I reperti della Grotta del Broion sono conservati a Vicenza, nel Museo Naturalistico - Archeologico.
Nel Pleistocene medio, oltre 130.000 anni fa, la cavità era limitata all'attuale parte più interna della grotta "Sala Grande" e costituiva una voragine senza accessi dall'esterno, profonda circa 30 metri. In questa fase si accumulò il riempimento più antico, costituito da sabbie grossolane trasportate dall'acqua nella voragine e sedimentate nel pozzo più profondo, dove sono state scavate fino ad una profondità di 6 metri. Questo deposito sabbioso è sigillato da un crostone stalagmitico, che si trova a circa 9 metri di profondità nella "Sala Grande". Nel corso dell'Interglaciale riss-wurmiano (130.000-110.000 anni dal presente) l'erosione e i crolli fecero arretrare il versante, aprendo così una comunicazione con la voragine: l'ingresso attuale. Da questo momento la grotta fu frequentata da animali (soprattutto dall'orso delle caverne, del quale sono stati trovati abbondanti resti scheletrici in tutti gli strati) e a volte anche da gruppi di cacciatori paleolitici, che vi lasciarono le tracce del loro passaggio. I sedimenti, i pollini, i resti scheletrici degli animali offrono un'immagine dell'ambiente circostante e consentono di ricostruire la storia del paesaggio vegetale durante l'ultima glaciazione (110.000-10.000 anni da oggi). Complessivamente questi depositi, che si sovrappongono al crostone stalagmitico, hanno uno spessore di circa 9 metri.

Pianta della grotta

Pianta della grotta

Sezione della grotta

Sezione della grotta

L'ambiente attuale

La grotta del Broion si apre su un versante ricco di affioramenti rocciosi, pareti strapiombanti, piccoli ripiani su cui si sviluppa una vegetazione cespugliosa tipica di ambienti xerotermici: terebinto, marrucca, scotano e pero corvino.
E' un ambiente ricco di presenze animali per la grande varietà di habitat che offre.
Tra i mammiferi sono presenti il riccio, la donnola, la faina, la volpe, il tasso; nelle zone in cui la vegetazione a prevalenza di cespugli è sostituita da formazioni boschive, è presente il ghiro.
L'assenza di acque superficiali e l'aridità dell'ambiente limitano la presenza di specie di anfibi ma forniscono l'habitat adatto ad alcune specie di rettili: la lucertola muraiola, il ramarro, il biacco, il colubro di Esculapio e qualche raro esemplare di vipera comune.
Specie di uccelli sedentarie osservabili tra la vegetazione a cespugli sono il merlo, l'occhiocotto, la capinera, il codibugnolo, la cinciallegra, il fringuello, il verzellino, il verdone, il cardellino e lo zigolo nero.
Solo durante la stagione riproduttiva si possono osservare la tortora, il cuculo, il succiacapre (che predilige spazi aperti tra la vegetazione bassa e ha abitudini crepuscolari), l'usignolo, il canapino, la sterpazzola, l'averla piccola.
Queste oasi xerotermiche ospitano in inverno, grazie alle loro favorevoli condizioni microclimatiche dovute soprattutto all'esposizione e quindi per l'abbondanza di risorse alimentari, numerosi individui di uccelli di varie specie, sia svernanti che sedentarie; tra esse risultano particolarmente abbondanti il pettirosso e la capinera che spesso sono preda dello sparviero.
Gli ambienti ipogei, le grotte, sono abitate da insetti specializzati a vivere in totale assenza di luce: hanno quindi perso o quasi il senso della vista, sono spesso privi di occhi e hanno colorazione diafana. In compenso hanno sviluppato altri sensi come l'olfatto o la capacità di percepire l'umidità e le sue variazioni: possiedono quindi lunghe antenne in cui si trovano gli organi di senso. Hanno capacità di movimento ridotta, mancano infatti di ali o muscoli per il volo e si spostano solo camminando.
Insetti che vivono in grotte se ne trovano soprattutto fra i Coleotteri e gli Ortotteri, di questi ultimi fa parte la comune gryllomorpha dalmatina che spesso trova rifugio anche negli angoli bui ed umidi delle nostre case.

 


Storia:

Riparo del Broion

Il Riparo del Broion è in corso di scavo da parte di un gruppo di ricercatori dell'Università di Ferrara con la collaborazione dei Gruppi Archeologici del Veneto e del Gruppo Grotte "G. Trevisiol" del C.A.I. - Sez. di Vicenza, con il contributo finanziario dell'Amministrazione Provinciale di Vicenza (Assessorato alla Cultura) e con l'appoggio della Soprintendenza Archeologica del Veneto e del Comune di Longare.
Le ricerche preliminari hanno consentito di accertare la frequentazione del sito in età paleolitica, prima da parte dell'Uomo di Neandertal, quindi dell'Uomo moderno.
Gli scavi (1998-2000) hanno finora interessato i depositi formatisi durante le frequentazioni dell'Uomo moderno; uno degli strati superiori è stato datato col metodo del radiocarbonio attorno a 17.000 anni da oggi.
I reperti sono rappresentati quasi esclusivamente da armature di selce, finemente lavorate, che venivano inserite in aste di legno ottenendo le armi impiegate nella caccia. E' quindi probabile che il riparo sia stato utilizzato durante le battute di caccia. Tra gli altri reperti va segnalato un dente di cervo forato in modo da essere utilizzato come oggetto ornamentale.

 

I Neandertaliani

All'incirca tra 200.000 e 40.000 anni fa l'Europa era abitata dagli Uomini di Neandertal. Essi hanno lasciato tracce della loro presenza (cumuli di carboni, ossa degli animali cacciati e poi consumati, strumenti di selce) in varie grotte e in siti all'aperto dei Monti Lessini, dei Colli Berici e dei Colli Euganei. Una loro presenza sporadica è documentata anche sull'Altipiano dei Sette Comuni.
Nel deposito della Grotta del Broion vi sono le evidenze di più frequentazioni, all'incirca tra 80.000 e 40.000 anni da oggi. Un primo gruppo di raschiatoi e di punte di selce è stato trovato negli strati R-O, che rispecchiano un ambiente di prateria fredda, con pochi alberi; tra gli animali prevalgono lo stambecco, il camoscio, l'alce, l'uro.
Un secondo gruppo di manufatti proviene dagli strati N-I, formatisi in condizioni climatiche alterne, ma generalmente più temperate e umide. L'ambiente è boscoso, con prevalenza di caducifoglie; tra i mammiferi sono frequenti cervo e capriolo. Resti dell'orso delle caverne sono molto abbondanti. Due campioni di carboni provenienti dallo strato I sono stati datati col metodo del carbonio, con i seguenti risultati: 46.400 e 40.600 anni dal presente.

 

Gli Uomini moderni

Attorno a 35.000 anni fa, in Europa arrivarono i primi gruppi di Uomini moderni. Il loro aspetto fisico era simile a quello dell'Umanità attuale; il modo di vita, le strategie di caccia, le tecnologie adottate per lavorare la selce, l'osso e il corno sono più evoluti di quelli dei Neandertaliani. Inoltre essi avevano un "comportamento simbolico" simile a quello dei popoli cacciatori-raccoglitori che ci sono noti dalla etnografia: usavano oggetti ornamentali e coloranti, seppellivano i morti con rituali molto complessi, avevano una produzione artistica raffinata e si riunivano in determinate circostanze in luoghi di culto, dei quali conosciamo le grotte decorate.
La Grotta del Broion fu utilizzata da gruppi di cacciatori solo in occasione di qualche battuta di caccia, in un ambiente che stava diventando progressivamente più steppico e freddo, conseguentemente alla grande avanzata glaciale, che raggiunse l'apice attorno a 20.000 anni da oggi. Le prede erano rappresentate prevalentemente da stambecchi e da marmotte; non pare che i cacciatori abbiano affrontato anche l'orso delle caverne, che utilizzò frequentemente la grotta come tana. Campioni di ossa provenienti dagli strati E e D sono stati datati col metodo del radiocarbonio rispettivamente 25.250 e 24.700 anni da oggi. Le tracce del passaggio dei cacciatori sono rappresentate da alcuni manufatti di selce, soprattutto da punte accuratamente lavorate, che venivano inserite all'estremità di aste di legno per costituire delle armi efficaci. Nella grotta sono stati trovati anche alcuni denti di cervo forati, in modo da poter essere appesi e utilizzati come oggetti ornamentali.
Lo strato superiore del deposito della Grotta del Broion ha dato anche manufatti più recenti: selci e frammenti ceramici riferibili all'Età del Rame e all'Età del Bronzo.

 

 


Data visita: 25/11/2023
Data pubblicazione: Feb. 10, 2025

Autore:

Altri itinerari nelle vicinanze

Eremo di San Cassiano
Eremo di San Cassiano

Edificio storico in un covolo dei Colli Berici
T - Turistico - 45 minuti
Inizio percorso a: 0.0 Km

Commenti