Ore a piedi: 4,15
Difficoltà: E - Escursionistico
Ulteriori dettagli , Mappa e GPX
Il Monte Zebio e il suo museo all'aperto sono raggiungibili in diversi modi. Oltre che in auto – lungo una strada recentemente sistemata con tratti cementati e allargata dopo il tornante dello Scoglio Bianco – si può salire anche a piedi seguendo il classico sentiero 832, che parte dalla Croce di S.Antonio. Un’alternativa interessante è il percorso da Val Giardini (832B), raggiungibile in pochi minuti in auto da Asiago, che permette di attraversare luoghi di grande interesse storico.
Il percorso ha inizio lungo la strada che conduce in Val Giardini, dove si svolta subito a sinistra in direzione sud.
Inizio del percorso
Imbocco della strada subito a sinistra
La strada piega verso destra e si apre un ampio e suggestivo panorama su Asiago.
Panorama verso Asiago
La strada prosegue in leggera salita, la pendenza aumenta gradualmente fino a raggiungere i primi abeti, dove torna nuovamente a ridursi.
Dettaglio della strada verso la croce e gli abeti
Dettaglio del percorso
Con un’ampia curva a destra, la strada si orienta verso nord ed entra nel bosco.
Panorama verso Asiago
Dettaglio della strada
All'ingresso del bosco la strada si trasforma in sentiero e, poco dopo, si incontra un bivio. Qui si prosegue a destra, costeggiando una lapide dedicata a Giuseppe e Rinaldo Rigoni, “che su queste montagne caddero sotto il piombo nazifascista per la libertà”.
Lapide lungo il sentiero
Proseguendo nel bosco, il sentiero costeggia una postazione di artiglieria in caverna risalente alla Grande Guerra.
Postazione di artiglieria in caverna
Postazione di artiglieria in caverna
Postazione di artiglieria in caverna
Poco più avanti si incontra un’altra grotta, sormontata da un’iscrizione purtroppo ormai poco leggibile.
Dettaglio della grotta
Iscrizione sopra la grotta
Dentro la grotta
Il sentiero prosegue la sua salita nel bosco, dove si possono scorgere altre grotte e trincee.
Dettaglio del sentiero
Ricovero in caverna
Dettaglio del sentiero
All'incrocio con la strada forestale si prosegue in salita, svoltando a sinistra in direzione nord-est.
Incrocio con la strada forestale, proseguire a sinistra
Imboccata la strada, dopo una ventina di metri si incontra un nuovo incrocio, ma è sufficiente proseguire dritto.
Proseguire dritti
La strada si trasforma in una mulattiera militare lastricata, uno straordinario manufatto della Grande Guerra riportato alla luce con cura. Forse anche Emilio Lussu vi passò più volte, e chissà quanti altri soldati la percorsero soltanto una volta, faticosamente, in salita.
Dettaglio della mulattiera
Dopo un ampio tornante a sinistra, la strada lastricata si biforca: si prosegue a destra in salita, seguendo i segni bianco-rossi del segnavia ben visibili.
Incrocio, proseguire a destra
Dettaglio del sentiero
Dopo ancora pochi minuti di cammino si raggiunge il cimitero della Brigata Sassari (Casara Zebio “B”), recentemente restaurato e inaugurato nel 2025.
Cimitero Brigata Sassari (Casara Zebio "B")
Cimitero Brigata Sassari (Casara Zebio "B")
Oltrepassato il cimitero, si raggiunge l’ex comando del 151° Reggimento della Brigata Sassari e, poco più avanti, un secondo cimitero: il Casara Zebio “A”.
ex comando del 151° Reggimento della Brigata Sassari
Alcuni spunti storici sulla Brigata Sassari si trovano nella pagina dedicata Monte Zebio – Cimitero Brigata Sassari. Ma di questa brigata ci sarebbe molto di più da dire: il loro coraggio e le loro gesta eroiche ne hanno fatto un simbolo. Eppure, senza voler sminuire nessuno, va ricordato che ogni reparto, ogni reggimento, e ogni singolo soldato che salì su queste montagne lasciò una traccia di sacrificio e dignità: la sola presenza qui merita memoria e profonda stima.
Cimiteri Brigata Sassari
Monumenti alle medaglie d'oro
Nei pressi del cimitero si può visitare e percorrere l’interno di una vera trincea.
Trincea
Di fronte alle medaglie d'oro, oltrepassata la trincea, su di una roccia un po' nascosta, si trova anche questa lapide al Cav. Marco Ambrosini: Presidente della sezione fanti "Altopiano dei Sette Comuni", che seguendo l'orme dell'omonimo suo avo, si prodigò nell'opera di perpetuare il ricordo dei caduti della Brigata "Sassari" su queste montagne.
Lapide al Cav. Marco Ambrosini
Cav. Marco Ambrosini
Oltrepassata la lapide, il sentiero erboso delimitato da sassi conduce, dopo un piccolo ponticello di legno, al Rifugio Stalder.
Ponticello verso il rifugio
Rifugio Stalder
Superato il rifugio e saliti per pochi metri, alle sue spalle si incontra una lapide commemorativa dedicata alla Brigata Sassari. Alla sua destra, un piccolo sentiero si stacca in salita ed entra nel bosco.
Lapide commemorativa alla "Brigata Sassari"
Inizio del sentiero
Questo tratto di percorso è da alcuni anni oggetto di interventi di recupero, con l’intento di riportare alla luce postazioni, trincee e la celebre feritoia n. 14, citata da Emilio Lussu in "Un anno sull'Altopiano".
Proseguendo si incontra una croce recente e, seguendo le vecchie segnaletiche, si raggiunge la zona delle trincee, ufficialmente ancora chiusa al pubblico ma comunque facilmente oltrepassata dai turisti, visti i vari passaggi lungo la recinzione arancione di plastica.
Una nuova croce
Vecchie segnaletiche
Trincee in ristrutturazione
Feritoia in trincea (fotografata con lo zoom senza oltrepassare la recinzione)
Ancora un breve tratto in salita, con zig zag tra sassi e trincee, conduce alla zona sacra del Monte Zebio, dove per cause accidentali l’esplosione di una mina italiana costò la vita anche a soldati connazionali.
Zona sacra del Monte Zebio
Zona sacra del Monte Zebio
Cippo commemorativo
Primo e secondo cippo commemorativo
Ulteriori dettagli della vicenda accaduta quassù la potete leggere su Monte Zebio - Lunetta.
Trincea nei pressi della mina
Fiori nella zona dello scoppio
Panorama di Asiago
Dal monumento si prosegue verso nord-ovest seguendo il tracciato del sentiero 832.
Indicazioni del sentiero
Dettaglio del percorso
Dettaglio del percorso
Avvicinandosi alla cima il bosco scompare e lo sguardo si apre su un ampio panorama, che spazia dal vicino Monte Verena fino alle lontane Dolomiti Bellunesi.
Monte Verena
Dolomiti Bellunesi
Nella valle alla destra si scorge Malga Zebio e, poco più in alto, la Crocetta di Zebio.
Malga Zebio
Caposaldo Austroungarico a Crocetta di Zebio
Il percorso continua sui prati del monte, seguendo sempre i segnavia bianco-rossi.
Dettaglio del percorso
In prossimità di una postazione da caccia si abbandona il sentiero, svoltando a nord-est lungo una strada erbosa che inizia a scendere.
Postazione di caccia
Inizio della strada erbosa
Dettaglio della strada
Dopo una svolta a destra e cinque tornanti, la strada passa sopra Malga Zebio e termina all'ingresso del suo parcheggio.
Dettaglio del percorso
Dettaglio del percorso
Termine della strada nei pressi della malga
Attraversata la strada della malga – aperta nei mesi estivi e rinomata per i suoi ottimi salumi e formaggi – si risale verso la Crocetta seguendo un sentiero delimitato ai lati da file di sassi.
Salita verso Crocetta
Lungo il percorso si possono esplorare trincee ancora percorribili, con postazioni per mitragliatrici e fucilieri, oltre a visitare le strutture che un tempo fungevano da comando e magazzino. Per ulteriori approfondimenti si rimanda alla pagina dedicata Monte Zebio – Crocetta.
Magazzino
Altre costruzioni
Trincea
Cavalli di frisia
Postazione coperta
Usciti dalla trincea e scendendo a sinistra, sotto un piccolo riparo scavato nella roccia si incontra una targa dedicata al tenente cappellano Don Giovanni Minzoni, che proprio sullo Zebio ebbe il suo battesimo di fuoco e fu poi decorato con la medaglia d’argento al valore sul fronte del Piave.
Targa commemorativa a Don Giovanni Minzoni
Scendendo ancora per pochi metri e superata una piccola sella sulla sinistra, si incontra una lapide dedicata al tenente Colaci Corradino, caduto l’8 giugno 1917, con la dedica dei suoi genitori.
Dettaglio del percorso
Tabella che indica la lapide
Lapide dedicata al tenente Colaci Corradino
Dalla lapide si ritorna sui propri passi e si scende in direzione della malga.
Verso la malga
Raggiunta la strada della malga, si prosegue a sinistra in direzione sud-ovest.
Dettaglio della strada
Superata una pozza d’alpeggio, la strada inizia a scendere con una curva a sinistra fino a raggiungere un tornante, sopra il quale si trova una lapide dedicata al sottotenente Dario Bezzan, medaglia d’argento.
La strada verso il tornante
lapide dedicata al sottotenente Dario Bezzan
Superato il tornante, la strada continua in leggera discesa verso sud-ovest. Restando sul tracciato principale, dopo una curva a destra e due tornanti, si incrocia dapprima il sentiero che conduce alla Croce di S.Antonio e, poco oltre, quello che riporta al cimitero della Brigata Sassari.
Dettaglio del percorso
Dettaglio del percorso
Incrocio, proseguire dritto
Incrocio proseguire dritto verso il rifugio Stalder
All'incrocio per il cimitero si prosegue dritto, raggiungendo in breve il Rifugio Stalder e ripercorrendo per pochi metri un tratto già fatto.
Rifugio Stalder
Superato il rifugio, il percorso affronta una ripida discesa lungo la pista Stalder. Un tempo utilizzata per lo sci, questa pista fu intitolata ad Alberto Stalder, giovane studente che qui perse la vita in un tragico incidente.
Inizio della pista Stalder
Pista Stalder
La discesa è molto impegnativa, anche a piedi!
Dettaglio della discesa
Dettaglio della discesa
Per fortuna, a un certo punto la discesa si addolcisce e, in un tratto pianeggiante, il sentiero esce dal bosco. Poco più in alto, una decina di metri sulla destra, si trova la Croce di Parma — purtroppo non segnalata — eretta in memoria del 112° Fanteria, che combatté su queste pendici dal 26 giugno 1916 al 26 giugno 1917.
Verso la fine del bosco
Salita verso la croce
Croce di Parma
Croce di Parma
Si continua a scendere lungo la pista Stalder fino a incrociare una strada forestale, dove si svolta a sinistra in direzione est.
Incrocio con la strada
Dettaglio della strada
Si prosegue sulla strada per circa 500 metri, quindi si scende a destra lungo un sentiero non segnalato ma ben visibile.
Inizio del sentiero sulla destra
Dettaglio del sentiero
Forse per la luce, forse perché il giorno prima aveva piovuto, o chissà per quale motivo, attraversare questo bosco è stata un’esperienza incredibilmente rigenerante.
Dettaglio del sentiero nel bosco
Dettaglio del sentiero nel bosco
Dettaglio del sentiero nel bosco
Dettaglio del sentiero nel bosco
Questo sentiero era con ogni probabilità un collegamento militare. Particolare la roccia che costeggia il tracciato, al cui interno è ricavata una piccola postazione.
Postazione in roccia
Superata la roccia, il sentiero si ricongiunge al percorso dell’andata nei pressi della lapide dedicata a Giuseppe e Rinaldo Rigoni, da cui si scende lungo la stessa strada percorsa in salita fino al parcheggio.
Panorama lungo il sentiero del ritorno
Come si raggiunge:
Da Asiago (VI), uscire dal centro verso Gallio, seguire le indicazioni per la contrada Ebene, aeroporto. Tenete l'aeroporto sempre sulla sinistra fino nei pressi dell'hangar dove, a sinistra andrete verso l'ingresso dell'aeroporto e a destra verso il Monte Zebio. Seguite sempre la strada e, superati due tornanti, trovate sulla sinistra lo spazio per parcheggiare.
Mappa e traccia GPS:
Mappa e traccia Monte Zebio da Val Giardini
SCHEDA PERCORSO | |
|---|---|
Zona: | Altopiano dei 7 Comuni o di Asiago |
Provincia / Comune: | Vicenza / Asiago |
Categoria: | Montagne, Musei, Sacrari, Cimiteri e Lapidi di Guerra |
Tipologia: | Naturalistico, Storico, Panoramico |
Periodo storico: | Prima Guerra Mondiale, Seconda Guerra Mondiale |
Coordinate punto di arrivo: | 45.923297 - 11.510164 (45°55'23" N - 11°30'36" E) |
Coordinate parcheggio: | 45.900290 - 11.523162 (45°54'1" N - 11°31'23" E) |
Altitudine di partenza (m): | 1150 |
Altitudine di arrivo (m): | 1671 |
Altitudine minima (m): | 1150 |
Altitudine massima (m): | 1750 |
Dislivello (m): | 640 |
Difficoltà del percorso: | E - Escursionistico |
Ore a piedi:(complessive, esclusa visita) | 4 ore 15 minuti |
Km totali: | 11,40 |
Come si raggiunge: | A piedi |
Tipo di tragitto: | Percorso ad anello |
Data visita: 31/08/2025
Data pubblicazione: 28 Settembre 2025
Autore: Corrado De Zanche