Ore a piedi: 1,40
Difficoltà: E - Escursionistico
Ulteriori dettagli , Mappa e GPX
Questo percorso può essere un buon collegamento per unire eventuali visite al Forte Corbin o al Monte Cengio, partendo dalle rispettive zone.
L’itinerario inizia lungo la strada che porta al Forte Corbin, nei pressi dell’ex caserma dei Carabinieri.
Dal parcheggio si torna indietro sulla strada di arrivo e, dopo circa 150 metri, si nota sull'asfalto la scritta “Cippo A. Giuliani”. Salendo a sinistra per pochi metri si raggiunge il cippo dedicato ad Augusto Giuliani, volontario trentino e medaglia d’argento.
Inizio percorso
Indicazioni per il cippo
Cippo Augusto Giuliani
Ritornati sulla strada si prosegue per circa 300 metri, fino a imboccare sulla destra una strada che scende in direzione sud.
Incrocio, proseguire a destra
Inizio della strada dopo l'incrocio
Tra lievi saliscendi la strada continua verso sud, immersa nel bosco. Lungo il percorso si incontrano diverse trincee e postazioni risalenti alla Grande Guerra.
Dettaglio del percorso
Trincea
Dettaglio del percorso
All'uscita dal bosco la strada inizia a salire per circa 500 metri, fino a raggiungere il Piazzale dei Granatieri.
Verso il Piazzale dei Granatieri
Abitazione nei pressi del piazzale
Piazzale dei Granatieri
Da qui si apre un panorama magnifico sulla valle. Tutte le informazioni per visitare questo luogo storico sono disponibili al link Monte Cengio – Salto dei Granatieri.
Chi desidera ampliare l’escursione può percorrere la mulattiera militare, arroccata a strapiombo sulla valle, che conduce nei pressi della cima del monte. Da lì, rientrando lungo la strada che scende nuovamente al piazzale, è possibile riprendere questo itinerario.
Panorama
Ingresso in galleria della mulattiera militare
Il percorso prosegue lungo la strada che porta alla Chiesa Votiva Granatieri di Sardegna.
Chiesa Votiva Granatieri di Sardegna
La strada verso la chiesa
Dopo circa 100 metri, al primo tornante, si prosegue diritti, lasciando il tornante e continuando in direzione nord.
Inizio del sentiero al tornante
Il sentiero con segnavia 639 continua nel bosco in leggera discesa lungo una strada militare. Anche qui, nei pressi del tracciato, si incontrano diverse trincee della Grande Guerra.
Dettaglio del sentiero subito dopo il tornante
Dettaglio del sentiero
Dettaglio del sentiero
La strada termina presso una casa molto isolata. Poco oltre, le indicazioni per ‘Forte Corbin’ guidano a proseguire verso nord-ovest lungo un sentiero.
Nei pressi della casa isolata
Indicazioni per il Forte Corbin, proseguire in discesa sul sentiero di destra
Il sentiero prosegue in discesa diventando poi una strada forestale.
Dettaglio del sentiero
Dettaglio della strada forestale
Dettaglio della strada forestale
Dopo alcuni tornanti la strada si fa quasi pianeggiante e si immette in un’altra via, dove si trovano le indicazioni per la tomba di Carlo Stuparich.
Incrocio con le indicazioni per la tomba
Proseguiamo a sinistra, in direzione ovest, verso la prima sepoltura del tenente Stuparich, ufficiale dei Granatieri di Sardegna.
Dettaglio della strada verso la tomba
Usciti dal bosco in un prato erboso, non si deve seguire la strada che sale verso un’abitazione. Sulla destra si trovano invece le indicazioni che riportano subito nel bosco, in direzione della prima sepoltura.
Si prosegue verso destra
Indicazioni verso la prima sepoltura
Indicazioni verso la prima sepoltura
In breve si raggiunge la prima sepoltura di Carlo Stuparich. La tabella storica presente nei pressi della tomba è riportata nella sezione Storia di questa pagina.
Prima sepoltura di Carlo Stuparich
Prima sepoltura di Carlo Stuparich
Dopo la visita alla tomba si torna indietro lungo lo stesso percorso dell’andata, ma all'incrocio da cui provenivamo dal Monte Cengio si prosegue invece diritti.
Dettaglio del percorso dopo l'incrocio
Dettaglio del percorso
Dettaglio del percorso
Dettaglio del percorso
Si segue la strada principale per circa 500 metri, fino a ricollegarsi alla strada asfaltata che conduce al Forte Corbin e quindi al punto di partenza.
Incrocio con la strada asfaltata
Monumento a Carlo Stuparich
Dietro al monumento, purtroppo quasi inaccessibile, è possibile scorgere la ex caserma dei Carabinieri di guardia al forte.
Caserma dei Carabinieri
Volendo prolungare l’escursione, si può continuare lungo la strada asfaltata e raggiungere facilmente il Forte Corbin, che si trova a 2 km.
Come si raggiunge:
Da Vicenza percorrete la S.S. 349 in direzione Altopiano di Asiago (strada del costo). Arrivati a Treschè Conca, raggiungere la chiesa e proseguire seguendo le indicazioni per Forte Corbin, percorrendo la strada asfaltata per circa 3 km fino ad arrivare al monumento a Carlo Stuparich.
Mappa e traccia GPS:
SCHEDA PERCORSO | |
|---|---|
Zona: | Altopiano dei 7 Comuni o di Asiago |
Provincia / Comune: | Vicenza / Cogollo del Cengio |
Categoria: | Montagne, Sacrari, Cimiteri e Lapidi di Guerra |
Tipologia: | Naturalistico, Paesaggistico, Storico, Panoramico |
Periodo storico: | Prima Guerra Mondiale |
Coordinate punto di arrivo: | 45.823876 - 11.390913 (45°49'25" N - 11°23'27" E) |
Coordinate parcheggio: | 45.825110 - 11.394835 (45°49'30" N - 11°23'41" E) |
Altitudine di partenza (m): | 1151 |
Altitudine di arrivo (m): | 1112 |
Altitudine minima (m): | 1100 |
Altitudine massima (m): | 1273 |
Dislivello (m): | 173 |
Difficoltà del percorso: | E - Escursionistico |
Ore a piedi:(complessive, esclusa visita) | 1 ora 40 minuti |
Km totali: | 5,70 |
Come si raggiunge: | A piedi, In mountain bike |
Tipo di tragitto: | Percorso ad anello |
Storia:
(tratta dai tabelloni in loco)
IL CENGIO E I GRANATIERI
Il 28 maggio 1916, le prime pattuglie austro-ungariche risalivano la Val d'Assa e si attestavano sul pianoro del Cengio, mentre i Granatieri si preparavano a resistere sulle alture a corona dello stesso monte. Alla sera del 29 maggio, un gruppo di fanti imperiali comandati dal Col. Kliemann penetrò nel forte italiano di Punta Corbin, che in precedenza era stato disarmato e sgombrato dalle truppe italiane.
Il 30 maggio 1916 i Granatieri ricevettero l'ordine di riconquistare il forte, ma durante l'avvicinamento si scontrarono con gli austriaci che, a loro volta, miravano alla conquista del Monte Cengio e di tutto il suo pianoro.
Nonostante le gravi perdite subite nei combattimenti, i granatieri riuscirono a fermare l'assalto austriaco e si asserragliarono attorno alla cima della montagna.
Il secondo tentativo di conquista austriaco, protagonisti i Rainer salisburghesi del 59° Reggimento, è del 31 maggio, ma anche questa volta i Granatieri, grazie anche all'aiuto dei fanti delle Brigate Pescara e Catanzaro, riuscirono a fermare gli assalti. Gli austriaci arrivarono ad attestarsi su alcune alture limitrofe al Monte Cengio e il 1° giugno riuscirono a conquistare il vicino Monte Barco. Alcune mitragliatrici posizionate dagli austriaci in Val Barchetto interruppero i collegamenti tra i Granatieri sul Cengio e i comandi a Campiello, impedendo il rifornimento di acqua, cibo e munizioni. Isolati sulle alture del Monte Cengio, al comando del Capitano Morozzo della Rocca, vi erano i Granatieri del 1° Reggimento, assieme ai fanti delle Brigate Catanzaro, Pescara e Novara. Con i pochi mezzi a disposizione, privi di rifornimenti, i soldati italiani stesero quel poco di filo spinato che avevano a disposizione e alzarono qualche muretto a secco, con le pietre trovate sul terreno, per difendersi dal fuoco di fucileria e delle mitragliatrici Schwarzlose. Il 13 giugno 1916, i soldati imperiali lanciarono l'attacco finale. Dopo un devastante bombardamento mattutino, risalendo la Val di Silà, gli Schützen comandati dal Col. Alpi riuscirono a sfondare la linea di difesa e ingaggiarono un combattimento corpo a corpo con i granatieri italiani che, alle spalle delle trincee, avevano solo lo strapiombo della Val d'Astico. E' in questi combattimenti che nacque la leggenda del "Salto del Granatiere", quando i soldati italiani, piuttosto che arrendersi, preferirono gettarsi dai dirupi, avvinghiati nella lotta agli austriaci, andando incontro entrambi a morte certa.
Nei mesi successivi la battaglia, tornato il Cengio in mano italiana, la Val Silà venne sbarrata da una duplice trincea e da una più a valle che raccordava la vecchia "trincea dei granatieri" e proseguiva per le pendici di Monte Barco fino a congiungersi a questo sistema difensivo.
CARLO STUPARICH
Nella fase decisiva dell'Offensiva austriaca di primavera (Strafexpedition), quando gli austro-ungarici cercarono di aprirsi la strada verso la pianura conquistando il pilastro orientale che chiudeva la Val D'Astico, l'ufficiale dei granatieri Carlo Stuparich, in posizione avanzata, guardava con il plotone affidato al suo comando l'accesso dal basso attraverso la Val Silà, non lontano da Forte Corbin, occupato dal 47° reggimento k.u.k. stiriano. Trovatosi circondato, col plotone ormai decimato, sapendo cosa lo avrebbe atteso in caso di cattura preferì togliersi la vita.
Il corpo venne inizialmente seppellito li dove era caduto, e dovettero passare tre anni prima che il fratello Giani potesse farlo esumare e seppellirlo in modo più dignitoso, prima a Treschè Conca, ancora sull'Altopiano, e infine a Trieste, nella tomba di famiglia.
Decorato di medaglia d'oro venne conosciuto dal grande pubblico dei lettori grazie alla raccolta dei suoi scritti pubblicata dal fratello.
Data visita: 24/08/2025
Data pubblicazione: 18 Settembre 2025
Autore: Corrado De Zanche