Ore a piedi: 2,20
Difficoltà: E - Escursionistico
Ulteriori dettagli , Mappa e GPX
Con questo percorso ad anello è possibile salire al Monte Raitertal utilizzando il sentiero 888 dei Partigiani.
Come punto di partenza abbiamo scelto il Baito Pria dell'Acqua che si trova circa a metà nella strada che da Asiago porta al rifugio Granezza.
Baito Pria dell'Acqua
Abbiamo cominciato la salita in direzione ovest, lungo la strada sterrata.
Inizio del percorso di fronte al baito
Dettaglio del primo pezzo del percorso
Dopo 1,2 km troviamo sulla sinistra l'inizio del Sentiero dei Partigiani 888.
Inizio del sentiero dei Partigiani n.888
Il sentiero, dapprima strada, diventa tale dopo una radura
Particolare del percorso
Particolare del percorso
La radura, termine della strada
e si continua la salita su questo sterrato
Dettaglio del sentiero in salita
Dettaglio del sentiero in salita
fino ad incrociare diverse tabelle che indicano le posizioni dei vari accampamenti delle brigate partigiane.
Indicazioni del sentiero verso gli accampamenti partigiani
Zona di accampamento della compagnia "7 Comuni"
Indicazioni verso l'accampamento della "II compagnia"
Zona di accampamento della "II compagnia"
Nel bosco un geco gigante sembra si stia arrampicando sull'albero ...
Geco gigante
Attraversata la zona degli accampamenti inizia la discesa su sentiero per poi trasformarsi in strada forestale.
Sentiero di discesa
Dettaglio del sentiero
Dettaglio del sentiero
Dopo circa mezzo chilometro di discesa una deviazione a sinistra porta alle 5 lapidi dei partigiani trucidati.
Deviazione verso le lapidi dei partigiani
La deviazione è breve, e ben segnalata. Le lapidi sono sparse su diverse rocce.
Lapide di Antonio Rosa
Lapide di Rinaldo Arnaldi
Lapide di Giuseppe Binotto
Lapide di Bruno Brusaterra
Lapide di Giacomo Scopel
Tornati sulla strada si prosegue su di essa fino al termine della stessa. Non abbiamo preso il sentiero segnalato sulla destra.
Dettaglio del percorso
Indicazioni per il sentiero da non prendere
Arrivati all'incrocio si prosegue a sinistra verso nord-est in direzione del rifugio Granezza.
Arrivo alla strada verso il rifugio Granezza
Retro del rifugio Granezza
Monumento ai caduti
Al rifugio Granezza si prosegue a sinistra in direzione nord su strada asfaltata fino al punto di partenza.
Strada asfaltata verso il punto di partenza
Dettaglio della strada
Lungo la strada ...
In vista del punto di partenza
Un'osservazione personale sulle lapidi dei partigiani: perché una bandiera italiana è rovescia? Lungo il percorso se ne trovano parecchie sottosopra, ma almeno quelle nei pressi delle lapidi dovrebbero essere messe correttamente!
Come si raggiunge:
Da Asiago (VI) in direzione Bassano - Marostica. Superato l'ospedale, dopo circa 600 metri, si devia sulla destra su una strada sterrata con indicazione rifugio Granezza - Sacello di Granezza. Si prosegue per altri 2,5 km fino ad arrivare al baito.
Mappa e traccia GPS:
SCHEDA PERCORSO | |
|---|---|
Zona: | Altopiano dei 7 Comuni o di Asiago |
Provincia / Comune: | Vicenza / Asiago |
Categoria: | Montagne, Sacrari, Cimiteri e Lapidi di Guerra |
Tipologia: | Naturalistico, Storico |
Periodo storico: | Seconda Guerra Mondiale |
Coordinate punto di arrivo: | 45.818661 - 11.516783 (45°49'7" N - 11°31'0" E) |
Coordinate parcheggio: | 45.835653 - 11.520414 (45°50'8" N - 11°31'13" E) |
Altitudine di partenza (m): | 1118 |
Altitudine di arrivo (m): | 1398 |
Dislivello (m): | 280 |
Difficoltà del percorso: | E - Escursionistico |
Ore a piedi:(complessive, esclusa visita) | 2 ore 20 minuti |
Km totali: | 8,00 |
Come si raggiunge: | A piedi |
Tipo di tragitto: | Percorso ad anello |
Storia:
(tratta dai tabelloni in loco)
PRIA DE L'ACQUA
Il nome della località è evocativo di uno dei problemi logistici maggiormente drammatici e di più difficile soluzione, benché ampiamente trascurato nelle ricostruzioni degli eventi bellici sull'Altipiano: quello della scarsità d'acqua. Il carattere carsico della locale struttura geologica aveva reso arduo l'approvvigionamento dell'acqua per gli uomini, ed ancor più per i moltissimi quadrupedi che costituivano allora l'ossatura indispensabile dell'intero sistema dei trasporti, fin dai primi mesi del conflitto. L'offensiva della primavera del 1916, con la conquista austro-ungarica dell'intera parte settentrionale della conca altopianese aveva trasformato il problema in un autentico dramma. In mano avversaria erano infatti rimaste le principali fonti idriche cui attingere per garantire anche solo la sopravvivenza fisica di uomini e animali. L'unica soluzione possibile fu quella di trasportare con ogni mezzo utile, soprattutto con gli autocarri, dato che, la ferrovia a cremagliera da Piovene era sotto tiro, l'acqua dalla pianura ai 1.000 metri dell'Altopiano.
Foto storica
Nei primi giorni tale quantità non raggiungeva i 30.000 litri giornalieri, un'autentica goccia nel deserto; al termine dell'offensiva austriaca, quando la riconquista di Gallio consentì comunque il recupero di una delle sorgenti più importanti, e la ferrovia quanto meno. fino a Campiello era tornata funzionare regolarmente, raggiungevano l'Altopiano 700.000 litri di acqua al giorno. Quanto bastava per sopravvivere, ma non certo per consentire condizioni igieniche adeguate. Quando a fine agosto la Brigata "Milano", ad esempio, scese dalle linee dello Zebio, l'idea di internare in ospedale gli affetti da scabbia dovette essere scartata; da un esame anche solo sommario risultò infatti che si sarebbe dovuto internare oltre la metà della sua forza.
Foto storica
Data visita: 05/06/2022
Data pubblicazione: 23 Aprile 2023
Ultimo aggiornamento: 19 Luglio 2025
Autore: Corrado De Zanche