Forte Luserna
Fortificazione Austro-Ungarica della Grande Guerra (m 1549)
La prima volta che abbiamo visitato il forte Luserna, visitato 25 anni fa, era difficile capire se era un forte o solo un mucchio di macerie. Oggi il forte si presenta in parte ripulito e sistemato.
Ad ogni luogo che visitiamo diventa sempre più difficile scegliere tra le centinaia di foto che scattiamo, riordinarle un po' e dare una giusta cronologia alla visita. Ma le nostre ore di lavoro non sono certo paragonabili all'enorme lavoro che è stato eseguito per il recupero di questo maestoso forte.
La passeggiata da Malga Millegrobbe è veramente piacevole, in poco più di mezz'ora a piedi e senza sforzo si arriva facilmente al forte. La strada è addirittura arricchita da tabelle per l'apprendimento del Nordic Walking.
Già lungo il percorso si cominciano ad intravedere i resti di una cisterna ed altri edifici.
La strada si dirama in due direzioni, prendete a destra, ma le tabelle vi portano facilmente. Ad un tornante la tabella vi consiglierà di prendere un sentiero. Continuate lungo la strada così il forte vi apparirà all'improvviso e se provate ad immaginare, da quella punta che scorgerete, di essere sotto il tiro di qualche mitragliatrice.
Il forte è a pianta triangolare (come il Forte Cherle) interamante scavato nella cima del monte, circondato da un profondo fossato ben difeso e con l'unico ingresso in una delle punte dove era situata una batteria traditore.
Il forte Luserna fu il primo forte ad essere bombardato. Nei primi giorni di guerra fu colpito da 5.000 proiettili in 4 giorni, praticamente un'esplosione ogni minuto Sebbene il forte fosse stato costruito solidamente è difficile pensare che potesse resistere. E i militari all'interno? Io li immagino spaventati, stanchi per l'impossibilità di dormire, qualcuno seduto appoggiato alla parete nel panico con la testa tra le mani. E poi nel tentativo di soccorrere i compagni, con il fiato corto per l'aria pesante, carica di polvere.
Una bandiera bianca fu l'unico modo per fermare quel disastro Bravo Comandante.
Ma poi dai forti vicini sono arrivati in aiuto e la bandiera bianca ritratta.
Certo il forte era messo molto male, praticamente inusabile. Ma in poco tempo è tornato in servizio. Si vedono chiaramente i lavori di rinforzo della struttura. In certi casi hanno dovuto stringere i corridoi interni per rendere la struttura più solida.
Del combattimento rimane questo monumento eretto dagli stessi militari del forte a ricordo dei caduti.
La nostra visita continua nella zona delle batterie, sapientemente ricostruite e protette. Se si osserva bene ci sono ancora i gradini in legno.
Nel terzo piano hanno reso i passaggi praticabili.
Nel secondo piano hanno ricavato in una stanza la zona didattica con la storia e le piantine del forte (in parte riportate sotto).
Del piano terra rimane poco, la galleria che porta alla controscarpa di difesa al fossato, ed un'altra allagata.
Vicino all'ingresso altre cose interessanti, gli Austro-Ungarici hanno voluto abbellire un po' il forte con dei fossili forse trovati durante lo scavo. A differenza dei forti italiani che tenevano molto all'aspetto ma poco alla robustezza, gli austro-ungarici li costruivano robusti e funzionali.
La visita non è ancora finita. Il forte aveva dei fortini supplementari
Prendete il sentiero che parte nei pressi del monumento e inizialmente troverete una trincea coperta.
Proseguite e troverete l'avamposto Viaz dopo aver attraversato una lunga galleria.
Poi ancora un vero e proprio fortino in miniatura completamente autosufficiente, l'avamposto Oberwiesen.
Particolare è l'ingresso attraverso anfratti naturali della roccia.
La posizione del forte Luserna era realmente strategica. Poteva comunicare per via ottica con i forti Busa Verle, Spitz Vezzena, Cherle, Belvedere.
L'immancabile foto di gruppo:
 
Al ritorno non mancate di visitare la ricostruzione delle trincee di Millegrobbe. Non sono in buono stato ma danno ancora l'idea di com'era un tempo la vita di trincea.
Questa andava messa: a guardia del forte questo albero sembra spaventare il viandante O forse la versione naturale del famoso "Urlo" di Edvard Munch.
Guardando da vicino è tutta opera di un picchio. Woody Woodpecker è passato da qui
Come si raggiunge:
Da Asiago in direzione Trento fino al passo Vezzena. Da lì a sinistra fino a Malga Millegrobbe dove si parcheggia per proseguire a piedi o in bici. E' possibile partire a piedi anche dal centro di Luserna.
Mappe Interattive:
SCHEDA PERCORSO | |
---|---|
Provincia: | Trento |
Comune: | Luserna |
Coordinate punto di arrivo: | 45.92664 - 11.33648(45°55'36" N - 11°20'11" E) |
Altitudine di arrivo (m): | 1549 |
Difficoltà del percorso: | T - Turistico |
Ore a piedi: (andata e ritorno, esclusa visita) | 1 ora 30 minuti |
Come si raggiunge: | A piedi, In mountain bike, Ciaspole |
Tipologia: | Paesaggistico, Storico |
Altre Foto:
Storia: (tratta dai tabelloni trovati in loco)
FORTE CAMPO LUSERNA
Il Forte Campo Luserna, costruito tra il 1908 ed il 1912, si costituisce di un'opera principale sull'altura di Cima Campo (1549 m.s.m) e da due avamposti, Viaz (1507 m.s.m) ad est e Oberwiesen (1517 m.s.m) ad ovest. Il corpo principale ha forma triangolare con fossati di gola larghi fino a 10 m e profondi 4 m, intagliati nella viva roccia. Forte Luserna è tra i più grandi ed importanti degli Altipiani e possedeva un armamento costituito da 4 Obici da Torre da 10 cm in cupola corazzata girevole dello spessore di 25 cm, 2 cannoni da feritoia minima a tiro rapido da 8 cm nella Traditorenbatterie (casamatta corazzata), 2 cannoni da casamatta a tiro rapido da 6 cm per la difesa ravvicinata nella controscarpa di gola e 19 mitragliatrici. La guarnigione del forte era costituita da 312 uomini. Per la sua poderosa mole, Forte Campo Luserna fu soprannominato "Il Padreterno" e data la sua posizione strategica a controllo della testata della Val d'assa, il forte ebbe un ruolo centrale nei primo giorni di guerra. Il 28 maggio 1915 (quinto giorno di guerra) l'altura sovrastante Luserna era già stata colpita da circa 5000 proiettili provenienti dai cannoni di Forte Verena, Forte Campolongo, Porta Manazzo, foreste del Civello e del Posellaro. Il forte subì ingenti danni e vi fu un momento in cui un tentativo di resa subito rientrato avrebbe potuto cambiare il volto della guerra. Dopo un momento di incertezza, la fortezza riprese il proprio ruolo chiave fino al maggio del 1916, quando con l'Offensiva di primavera (Strafexpedition) la linea si allontanò dagli altipiani. Fino agli anni trenta, quando fu minato per estrarne il ferro, la fortezza era in perfetta efficienza. Nell'agosto 1993 presso il forte si è svolta la cerimonia ufficiale dell'incontro Italo-Austriaco della Pace.
 
LA BATTAGLIA
Luserna per la sua posizione a difesa dell'area più sensibile del fronte degli Altipiani visse una delle vicende più drammatiche dell'intera linea. Sebbene collaudato per resistere ai più pesanti bombardamenti, l'opera fortificata di Cima Campo venne a trovarsi in gravi difficoltà sotto i pesanti bombardamenti provenienti da Forte Verena ("Bosco dei Larasi"), Forte Campolongo, Porta Manazzo, Campomolon, foreste del Civello e del Posellaro. Come risulta dagli atti del Tribunale di Guerra di Trento, "il giorno 25 maggio 1915 il forte di Luserna fu preso di mira dalle artiglierie italiane, le quali continuarono ininterrottamente il fuoco fino al 28 maggio, colpendo il forte con non meno di 5000 proiettili ..., ma in special modo con pezzi da 28 cm. Il forte ebbe le torri corazzate abbattute, la corazza in centro spaccata (spessore circa 500 mm). Riferendosi al 28 maggio, si dice: da tre giorni nel forte non si dormiva, da tre giorni non giungevano notizie da fuori, perché persino i fili telefonici posti a due metri entro la roccia, erano stati spezzati dai proiettili italiani."
L'eccezionale intensità e durata del bombardamento, l'impossibilità a reagire efficacemente ai bombardamenti a causa dell'artiglieria di minor potenza e del divario di quota rispetto al nemico (1549 m.s.m contro una media di 1900 m.s.m.), l'impossibilità della ridotta guarnigione di riposare, le difficoltà di respirare causate dai gas e dai fumi penetrati nella fortezza dagli squarci nelle corazze, il grave pericolo di esplosione dei depositi di carburante e la conoscenza dell'uso sul fronte orientale (Galizia) di allontanare la guarnigione dalle fortificazioni nei momenti di intensissimo bombardamento, indussero il comadante Emanuel Nebesar a radunare gli ufficiali in consiglio di guerra e decidere l'abbandono del forte alle 16.30 del 28 maggio, nonostante le opposizioni del Tenente Singer e di alcuni allievi ufficiali. Avvistate le bandiere della resa dalle Postazioni della riserva di Costalta e comunicato l'accaduto anche a Gschwnet-Belvedere e Verle, al fine di impedire l'avanzata nemica alla presa di Luserna, prima l'uno e poi l'altro, iniziarono a sparare proiettili antifanteria (Shrapnels) verso Cima Campo. A mezz'ora dall'accaduto, il volontario Jochler riuscì a raggiungere il forte e, salendo la copertura, strappò la bandiera bianca. Il comandante Nebesar venne sottoposta alla corte marziale ma assolto sia in primo che in secondo grado in quanto le condizioni fisiche e psichiche del particolare momento escludevano che si fosse trattato di un atto di viltà, quanto piuttosto di umana debolezza in una situazione di assoluta eccezionalità di bombardamento. Il processo in terza istanza decadde per la fine della guerra. Dagli atti del processo risulta anche che se fosse caduto Forte Luserna il fronte si sarebbe dovuto ritirare fino a Mattarello a addirittura fino a Gardolo, abbandonando anche la città di Trento. Il mattino successivo alla tentata resa, il Tenente Singer fu nominato comandante provvisorio della fortezza.
Il 29 maggio fu nominato comandante il Tenente Schaufler ed il 30 maggio, un obice, la Traditorenbatterie con i suoi cannoni da 8 cm e quasi tutte le postazioni da mitragliatrice erano nuovamente pronte per il combattimento, contribuendo attivamente all'azione di fuoco contro l'attacco italiano nella zona di Cima Vezzena-Marcai-Vezzena. Il 9 giugno erano nuovamente in funzione anche gli altri obici da torre sotto cupola corazzata girevole. Dai dati posseduti risulta che nell'anno del 24 maggio 1915 al 20 maggio 1916 il forte fu colpito da circa 200 proiettili da 30.5 cm, 8100 da 28 cm e da oltre 16000 da 14.9 cm. Nel 1916, quando ormai il forte si trovava in retrovia in seguito all'avanzata austroungarica verso l'altopiano di Asiago - erroneamente detta Strafexpedition (Spedizione Punitiva) ma in realtà denominata semplicemente Fruhjahresoffensive (Offensiva di Primavera) - la guarnigione del forte eresse a ricordo dei compagni caduti un monumento alla memoria (l'unico delle fortificazioni).
 
GLI ANNI DEL RECUPERO
Forte Luserna alla conclusione del conflitto divenne proprietà demaniale italiana. Negli anni trenta, a causa della politica coloniale del governo fascista, la Società delle Nazioni decretò l'embargo all'Italia, la quale si trovò ben presto a lottare con la carenza sul territorio dei metalli indispensabili per sostenere l'industria siderurgica nazionale. Per affievolire la crisi di materie prime si pensò al recupero dei rottami e alla demolizione delle fortezze della Grande Guerra. Ad esclusione parziale di Forte Gschwent-Belvedere, tutti i forti dell'Altipiano subirono la pesante opera dei recuperanti. Le opere corazzate furono fatte brillare causando danni ingentissimi. Forte Luserna fu acquistato dal Comune di Luserna il 3 giugno 1935 ed il 16 dello stesso mese l'impresa Mondini di Trento aveva già l'autorizzazione allo sparo delle prime mine; l'estrazione di travi, putrelle e tondini di acciaio dalle macerie fu invece affidata ad operai locali, portando un certo reddito alla popolazione locale ma certamente cancellando un tratto di storia.
 
L'OPERA EDIFICATA
Forte Luserna sorge sull'altura di Cima Campo a quota 1549 m.s.m., poco a monte del paese omonimo. Con un progetto approvato tre anni prima, sotto la direzione del capitano Lacom il 15 luglio 1908 iniziò la realizzazione di questa imponente fortificazione. Il forte si componeva di un'opera principale, che assieme a Forte Verle doveva controllare la testata della Val d'Assa, e due avamposti: Viaz e Oberwiesen. L'avamposto Viaz (con cupola corazzata fissa, a 1507 m.s.m), collocato ad est del caposaldo, aveva funzione di monitoraggio su Malga Campo e la Val Torra, mentre Oberwiesen (batteria con postazione per il combattimento di fanteria sotto corazza fissa, a quota 1517 m.s.m.) ad ovest, controllava la Val d'Astico; le tre opere erano in collegamento attraverso gallerie e camminamenti controllati da posti di guardia. Mentre gli avamposti erano postazioni corazzate di modeste dimensioni, l'opera principale era costituita da un blocco parzialmente interrato, scavato nella viva roccia, con tre piani emergenti. Con un volume di oltre 200.000 metri cubici - contro i 51.000 di Forte Verle ed i circa 100.000 di Forte Belvedere Gschwent - era una delle opere più importanti che l'Impero aveva costruito per difendere i confini dell'antica provincia del Tirolo. Per impedire gli assalti della fanteria, il territorio circostante fu ricoperto di reticolati e furono scavati dei fossati di gola larghi fino a 10 metri e profondi 4 metri con un'opera in controscarpa munita di mitragliatrici. 14 riflettori da 21-35 millimetri controllavano l'area: 6 illuminavano il terreno antistante il caposaldo, 3 erano in dotazione all'avamposto Oberwiesen e 2 al Viaz. Ulteriori 3 riflettori erano collocati nei fossati.
Il forte disponeva di dormitori che potevano ospitare fino a 301 militari, di una centrale elettrica autonoma, di depositi carburante e di un sistema a pompa in grado di portare 1200 l/h di acqua potabile dalla sorgente all'altura di Cima Campo. All'interno dei locali del forte funzionava un impianto di ventilazione a corrente elettrica, nonché un sistema di ventilazione manuale. In fine, la comunicazione con le altre fortificazioni austroungariche avvenivano attraverso un telefono esterno che aveva la centrale a Monterovere, oltre a linee dirette con Forte Verle e con l'Osservatorio Fortificato di Cima Vezzena; esisteva pure un telefono per l'artiglieria. L'opera principale era collegata con gli avamposti attraverso linee sotterranee ed il forte poteva mettersi in contatto con la centrale ottica di Monte Rust, Belvedere-Gschwent di Lavarone, Cherle di Folgaria (da Oberwiesen) e con i forti di Vezzena attraverso apparecchi meccanici per le segnalazioni ottiche. Per la costruzione del forte furono impegnate alcune centinaia di uomini (tra i quali molti operai locali) fino al 20 ottobre 1912. Con un preventivo iniziale di 1.605.400 Corone, dopo oltre quattro anni di lavori l'opera fu completata con una spesa di 2.259.648 Corone, paragonabile a diverse decine di milioni di euro in valuta corrente.
 
L'ARMAMENTO
Forte Luserna era armato di 4 obici da torre da 10 cm M09 in cupola corazzata girevole dello spessore di 25 cm, 2 cannoni da feritoia minima a tiro rapido da 8 cm M09 nella "Traditorenbatterie" (casamatta corazzata), 2 cannoni da casamatta a tiro rapido da 6 cm M10 nella controscarpa di gola per la difesa ravvicinata e 19 mitragliatrici M07/12. A differenza degli obici e dei cannoni, tutti dislocati nell'opera principale (Cima Campo), le mitragliatrici furono ripartite nel seguente modo: 11 a difesa del blocco casematte, 6 nell'avamposto Oberwiesen e 2 nell'avamposto Viaz.
 
Data visita: 02/06/2008Creato il: 13/07/2008
Autore: Corrado DZ.
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Team Montagnando
Ma se si gira a sinistra del monumento hanno messo una scala che permetto l'accesso a tutta la fortificazione.
L'avamposto Viaz da un cartello apposto all'ingresso ( che ne vieta l'accesso anche se è tutto aperto) riporta la scritta " visitabile al costo di un euro " prenotabile presso il centro studi di luserna.
Per quanto riguarda le trincee invece è una desolazione nessuna è percorribile dato che i detriti hanno chiuso tutti i passaggi.
Comunque la passeggiata è stupenda e alla fine sosta alla malga Fratte per un panino