Rifugio Locatelli-Innerkofler Tre Cime di Lavaredo
Il palcoscenico delle Tre Cime (m 2450)
Il Rifugio Locatelli
L'escursione al DreizinnenHütte meglio conosciuto come Rifugio Antonio Locatelli alle Tre Cime è un'esperienza che vi porterete per tutta la vita. Questo giro fatto il 28 agosto 2008 lungo il sentiero 102, parte a quota 1450 dal parcheggio dell'hotel Dolomitenhof in val Fiscalina e prosegue su comoda strada bianca inoltrandosi attraverso il fondo valle, dapprima costeggiando i prati del Piano Fiscalino e poi serpeggiando in un rado e luminoso bosco di larici.
Ben presto, in mezz'ora di facile cammino, si giunge al rifugio Fondo Valle - Talschlußhütte a 1548 m., dove potete anche far giocare i vostri bimbi con i giochi messi a disposizione dai gestori. È possibile giungere al Fondo Valle - Talschluss Hütte anche attraverso un altro percorso meno battuto, semplicemente prendendo, dopo il prato erboso, uno dei vari sentieri sulla sinistra che dopo aver attraversato il bosco vi conduranno lungo il greto del Rio Fiscalino.
Lasciato il rifugio il sentiero prosegue, piegando a destra, innalzandosi lungo la Val Sassovecchio. Qui inizia il tratto ripido del tragitto e il passo diventa breve e meno cadenzato. Per fortuna non manca dove riposarsi.
Nella prima parte della Val Sassovecchio c'è la deviazione al sentiero 103 che porta al rifugio Comici - Zsigmondy-Hütte, da questo si può proseguire per il Rifugio Pian di Cengia - Bullelejocht-Hütte e quindi per il Locatelli, oppure proseguire per il rifugio Carducci.
Lungo un tratto del sentiero scende il Rio Sassovecchio dove è possibile rinfrescarsi...
Dall'Alpe dei Piani il Rio Sassovecchio scende con alcune cascate
Salendo abbiamo a destra prima le pendici di Punta Slavina Lunga e poi quelle di Sassovecchio mentre a sinistra abbiamo Cima Una e le Crode Fiscaline.
Mano a mano che il sentiero sale il bosco lascia spazio ai pini mughi per terminare anch'essi intorno ai 2100 metri.
Il sentiero prosegue oltre e con un ultimo tratto impegnativo ci porta all'Alpe dei Piani, un pianoro che si estende dalla Torre di Toblin a destra fino alle pendici del Monte Paterno a sinistra.
Qui il passo diventa più rilassato ed è sufficiente attraversare il pianoro per portarsi sulla larga Forcella di Toblin, dove sorge il Rifugio Locatelli meta della nostra escursione.
Valicare l'ultimo tratto dell'Alpe dei Piani e vedere "sorgere" dinnanzi a noi le Tre Cime di Lavaredo è uno spettacolo che affascina ed entusiasma.
Finalmente il rifugio ! Un punto d'appoggio in tanto peregrinare, quando sembrava che mai potesse arrivare....
Il Rifugio - Locatelli - Monte Paterno
Vista sui Laghi dei Piani
Il percorso è impegnativo per la durata e il dislivello ma appaga veramente ogni sforzo fatto.
Al ritorno una meritata sosta al Rifugio Fondo Valle
Panorama dall'Alpe dei Piani con vista da sinistra sulla Croda Rossa, Cima Una, Crode Fiscaline, Forcella Pian di Cengia, Crode dei Piani e Monte Paterno
Panorama con didascalie
Da uno dei laghetti dell'Alpe dei Piani, da sinistra: Croda Rossa, Cima Una, Crode Fiscaline, Forcella Pian di Cengia, Croda dei Toni e Crode dei Piani
Panorama con didascalie
Panorama dal rifugio Locatelli, da sinistra: Monte Paterno, Forcella Lavaredo, Tre cime di Lavaredo, Monte Cristallino di Misurina con sotto il Monte Piana, la Croda Rossa, per finire la Croda dei Rondoi davanti alla Torre dei Scarperi, in ultima i pendii del Sasso Di Sesto
Panorama con didascalie
Storia sul Rifugio Locatelli-Innerkofler
La sezione Alta Pusteria del Deutscher und Österreichischer Alpenverein, il Club Alpino Tedesco-Austriaco, propose nel 1881 la costruzione di un rifugio che potesse godere della vista delle Tre Cime di Lavaredo, l'intera sezione in visita esplorativa scelse così la Forcella di Toblin data la vista meravigliosa che si gode da quel punto sulle Tre Cime di Lavaredo, sul Monte Paterno, Sulle Crode Fiscaline e su tutte le cime circostanti.
Nel 1882 su progetto del presidente della sezione Alta Pusteria l'ing. Rienzner e sotto la direzione dei lavori di Karl Stemberger, iniziò la costruzione di un piccolo edificio in pietra di 4 metri per 8. I lavori terminarono l'anno successivo e il rifugio con il tetto ad una falda comprendeva una sala, una cucina in muratura con accanto una piccola stanza come ricovero per i pastori. Nel sottottetto accessibile tramite una scala esterna trovavano posto per la notte altre dieci persone.
Distrutto nel 1915 durante la Grande Guerra, fu ricostruito nel 1922 dall'Alpenverein Südtirol (AVS) (il Club Alpino Sudtirolese), per essere espropriato nel 1923 e dato in gestione al CAI Club Alpino Italiano. Nel 1935 fu ristrutturato e ampliato. Ora è gestito dalla sezione CAI di Padova.
Non è chiaro quando al nome originario Dreinzinnen fu affiancato il nome di Antonio Locatelli, probabilmente sucesse quando fu espropriato ma recentemente (nel 2008), su iniziativa della sezione CAI di Padova è stato affiancato anche il nome di Sepp Innerkofler per rendere finalmente onore a questo celebre alpinista tirolese.
Storia di Sepp Innerkofler:
Sepp Innerkofler, nato nel 1865 a Sesto in Tirolo allora parte dell'impero Austroungarico, cacciatore e appassionato della montagna, riesce a conseguire nel 1889 il brevetto di guida Alpina dall'allora Club Alpino Austro-Tedesco (Deutscher und Österreichischer Alpenverein), nel 1890 scala la parete nord della Cima Piccola di Lavaredo, nel 1898 gestisce il piccolo rifugio Dreizinnen, alternando la gestione di rifugi alla sua passione per la montagna e a quella di cacciatore, accumula una discreta fortuna e costruisce l'hotel Dolomiten a Sesto.
Nel 1914 all'entrata in guerra dell'Austria-Ungheria non viene chiamato alle armi per raggiunti limiti d'età, ma nel maggio 1915 entra come volontario negli Standschützen tirolesi con compiti di guida alpina e ricognizione, dalla cima del Paterno il 25 maggio guida il tiro Austriaco sulla casermetta Italiana poco sotto a forcella Lavaredo e sempre dal Paterno vide il tiro Italiano colpire e bruciare il rifugio che gestiva, Dreizinnen, trasformato nel frattempo nella caserma per i Standschützen e gli Landesschützen che operavano in zona.
Il 4 luglio 1915 mentre con una pattuglia portava un attacco al monte Paterno, Sepp Innerkofler venne colpito in circostanze ancora non chiare e mori fra le rocce del camino Oppel.
Il suo corpo recuperato dai soldati italiani fu sepolto sulla vetta del Paterno con inciso sulla croce "Sepp Innerkofler, guida", a testimonianza della stima che provavano per lui.
Alla fine della guerra il suo corpo venne traslato dagli amici, dal figlio Gottfried e dai compagni d'arme, nel cimitero di Sesto.
Storia di Antonio Locatelli
Nato a Bergamo nel 1895, divenne famoso per le sue imprese aereonautiche nella Prima Guerra Mondiale, partecipò con Gabrielle d'Annunzio al celebre volo su Vienna, fu fatto prigioniero dopo essere stato abbattuto con il suo aereo ma riuscì a fuggire travestendosi da soldato Austriaco. Per questa impresa ricevette una medaglia di Bronzo al valore poi commutata in medaglia d'Oro
Dopo una breve carriera nel giornalismo e in politica ritornò alla passione del volo, tentando e a volte compiendo imprese temerarie quali la trasversata delle Ande e cercando di tracciare la rotta aerea commerciale nel Nord Atlantico per l'America.
Durante la Campagna d'Etiopia (1935-36) si distinse come pilota militare ricevendo una seconda medaglia d'Oro al Valor Militare. Nel giugno del 1936 in Etiopia, durante una spedizione aerea diretta a Lekempti, (nei pressi del confine con il Sudan) la formazione composta da due Caproni Ca 133 e un IMAM Ro. 1 (Industrie Meccaniche e Aereonautiche Meridionali Romeo 1) si dovette fermare per la notte e venne assalita dai ribelli che uccisero tutti gli equipaggi tranne gli interpreti e il capellano Militare. Per questo fatto d'arme fu insignito della medaglia d'Oro al Valor Militare alla memoria.
Curiosità... Antonio Locatelli è l'unico militare della Regia Aereonautica ad essere stato insignito di tre Nmedaglie d'Oro.
Storia della Grande Guerra
All'inizio della Grande Guerra l'allora confine tra Italia e Austria (attualmente tra Veneto e Trentino) che passava tra il Monte Piana, Croda dell'Arghena, i monti di Sesto e il Passo di Monte Croce Comelico, delineo subito i massicci strategici per il controllo della zona: Il Sasso di Sesto dominava la zona del rifugio delle Tre Cime e la Torre di Toblin, il Paterno dominava tutta la zona a Sud mentre la Croda Rossa rappresentava l'ultimo baluardo delle dolomiti e la sua caduta o superamento avrebbe significato l'avanzata su Sesto e San Candido.
Fin da qualche giorno prima dell'inizio del conflitto gli Italiani presidiarono tre importanti forcelle nella zona: forcella Lavaredo, forcella Pian di Cengia e forcella Giralba agli Austriaci rimase da occupare la piana di Grava Longa-Longe Almpiù conosciuto come l'altopiano delle Tre Cime, per occupazioni più imponenti e per le Vette mancavano gli uomini.
Dal 20 maggio 1915, il gestore del rifugio delle Tre Cime e guida alpina Sepp Innerkofler, arruolato come Standschützen austriaco venne posto a capo di una pattuglia alpina con il compito di esplorare e osservare il nemico, attacandolo in caso di incontri ravvicinati ma soprattutto con il delicato compito di farsi osservare ripetutamente su varie cime alpine con l'intenzione di far credere al nemico di averle già occupate stabilmente.
Verso la fine di maggio, dalla cima del monte Paterno come osservatore diresse il tiro sulla casermetta italiana sotto forcella Lavaredo, gli italiani risposero distruggendo il rifugio delle Tre Cime usato come caserma dagli Landesschützen e Standschützen.
La lotta diventava seria.
Vista l'inamobilità degli Italiani, gli Austriaci decisero di passare all'offensiva cercando di conquistare forcella Lavaredo e dopo un iniziale successo dovettero ritirarsi di fronte ai rincalzi italiani.
Come esperto conoscitore di quelle cime Sepp Innerkofler consigliò al comando militare l'occupazione del monte Paterno perchè avrebbe rappresentato una spina nel fronte italiano, ma questi soprasedettero ordinandogli invece di continuare a perlustrarla ripetutamente assieme alle altre cime. Gli Italiani invece l'occuparono stabilmente il 29 maggio senza colpo ferire.
A fine maggio quindi il fronte Italiano transitava per le Tre Cime, forcella Lavaredo, il Paterno, forcella Pian di Cengia e dominava da posizioni dominanti gli Austriaci ai quali infliggevano pesanti perdite in un stillicidio continuo.
Giocoforza degli Austriaci cercare di strappare al nemico quelle posizioni dominanti. Il 3 luglio Innerkofler venne messo a conoscenza del piano di conquistare il Paterno (impresa ora da lui giudicata un suicidio) ma ciò nonostante si mise al comando della pattuglia d'attacco. Nella notte tra il 3 e il 4 luglio assieme ad altre 5 guide iniziò la scalata per compiere l'assalto, alle 4 di notte iniziò il fuoco martellante degli obici austriaci sulle posizioni italiane coadiuvato da una mitragliatrice posta sul Sasso di Sesto. Alle 8 le sei guide erano radunate su una piccola sporgenza sotto le posizioni degli italiani, comunicato con una bandierina rossa di essere pronti a balzare all'attacco e di cessare il fuoco alle proprie posizioni, Innerkofler partì all'attacco lanciando le sue tre bombe a mano, delle quali forse una riuscì ad esplodere, i soldati italiani risposero sparando e lanciando massi sugli attaccanti... e qui la storia s'infittisce, si perchè è certo che Innerkofler venne colpito e cadde ma non è chiaro se colpito da un masso, da un proiettile italiano o addirittura da un proiettile della mitragliatrice austriaca che sparava dal Sasso di Sesto, cercando di coprire gli assalitori.
La pattuglia quindi si ritirò, lasciando il corpo della celebre guida alpina incastrato nel camino Oppel. Le truppe Italiane successivamente recuperarono il cadavere e lo seppellirono nella vetta del Paterno riconoscendo la grandezza dell'uomo.
Il fallimento di questa impresa pose temine anche alle successive idee di attacco e il resto della guerra trascorse a fronte immutato senza grandi battaglie ma solo con piccoli scontri tra pattuglie isolate.
Il corpo di Sepp venne invece riesumato dai compagni dopo la ritirata dell'agosto 1918 e seppellito nel cimitero di Sesto dove ancora oggi riposa.
Collocazione geografica:
Il Rifugio Locatelli-Innerkofler si trova a Sesto Pusteria in provincia di Bolzano. Val Pusteria, Valle di Sesto, Val Fiscalina.
Località:
Sesto, provincia di Bolzano
Come si raggiunge:
Da Bolzano autostrada del Brennero, uscita Bressanone, percorrere tutta la Val Pusteria, a San Candido prendere a destra per Sesto, proseguire per Bagni di Moso, quindi a destra per l'Hotel Dolomitenhof, seguire la strada fino al parcheggio (a pagamento).
Tempi di percorrenza:
Salita 3.00 h - (Tre ore); Discesa 2.30 h (Due ore e mezza)
Difficoltà del sentiero: EE Escursionisti Esperti - Sentiero impegnativo per la lunghezza e il dislivello di 900 metri d'altezza
Proprietà:
C.A.I. Sezione di Padova
Anno di costruzione:
- 1882-1883 Prima costruzione
- 1922 Ricostruzione dopo la I^ Guerra Mondiale
- 1935 Ampliamento e ristrutturazione
Bibliografia:
La Guerra in montagna 1915-18, volume 2, Il Fronte Dolomitico, di Heinz von Lichen, edizioni Athesia
Mappe Interattive
Posizione del parcheggio
Posizione del Rifugio Locatelli-Innerkofler
SCHEDA PERCORSO | |
---|---|
Provincia: | Bolzano |
Comune: | Sesto |
Coordinate punto di arrivo: | 46.63695 - 12.31058(46°38'13" N - 12°18'38" E) |
Coordinate parcheggio: | 46.66668 - 12.35363(46°40'0" N - 12°21'13" E) |
Altitudine di partenza (m): | 1450 |
Altitudine di arrivo (m): | 2450 |
Dislivello (m): | 1000 |
Difficoltà del percorso: | E - Escursionistico |
Ore a piedi: (andata e ritorno, esclusa visita) | 3 ore |
Come si raggiunge: | A piedi |
Tipologia: | Storico, Paesaggistico, Panoramico |
Data visita: Creato il: 08/10/2008Aggiornato il: 26/08/2012
Autore: Flavio C.
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