Val d'Assa

Val d'Assa

Un luogo da riscoprire pieno di fascino e di storia (m 820)

 

Abbiamo visitato la Val d'Assa in agosto 2011.

La valle si estende per circa 25 chilometri dalla Piana del Vezzena fino alla Val d'Astico. La parte iniziale è percorsa dalla SP349 che da Asiago porta a Trento, ma a circa 5 Km da Camporovere comincia a scendere e diventare un ambiente tutto da scoprire.

Anticamente questa valle era utilizzata per salire all'altopiano e sarebbe interessante riuscire a ripercorrerla tutta.

Al momento abbiamo percorso le parti più facili e visitabili, ma che nascondono un loro fascino.

La nostra partenza è stata sempre da Canove, ma si può partire anche da Roana, che è sul versante opposto della valle.

Val d'Assa - Strada di accesso

Val d'Assa - Strada di accesso

Val d'Assa - Strada di accesso

Val d'Assa - Strada di accesso

Si percorre la vecchia strada detta della Sbarra e al primo tornante si vede per l'ultima volta Roana nel versante opposto.

Val d'Assa - Strada di accesso

Val d'Assa - Strada di accesso

Val d'Assa - Roana

Val d'Assa - Roana

Val d'Assa - Lungo la strada

Val d'Assa - Lungo la strada

Val d'Assa - Lungo la strada

Val d'Assa - Lungo la strada

In alcuni punti la strada è più ripida e scivolosa, ma è facilmente percorribile. In circa 25 minuti si arriva a fondo valle dove troviamo un punto dove è possibile riposarsi. Questo è il punto di unione con la strada che scende da Roana.

Val d'Assa - Area ristoro

Val d'Assa - Area ristoro

Val d'Assa - La vecchia strada verso Roana

Val d'Assa - La vecchia strada verso Roana

Seguendo le indicazioni per le incisioni rupestri del Tunkelbald, e quindi risalendo la valle, si incontra prima un'area didattica con le tabelle che abbiamo trascritto più sotto,

Val d'Assa - Area didattica

Val d'Assa - Area didattica

Val d'Assa - Area didattica

Val d'Assa - Area didattica

Val d'Assa

Val d'Assa

poi, in 10 minuti dall'area ristoro, si arriva alla zona grafitica. La zona è chiusa e visitabile solo con la guida.

Val d'Assa - Area archeologica Tunkelbald

Val d'Assa - Area archeologica Tunkelbald

Val d'Assa - Area archeologica Tunkelbald

Val d'Assa - Area archeologica Tunkelbald

Da lontano non si vedono bene i graffiti, ma è meglio essere guidati da qualcuno che possa spiegare anche quanto rappresentato.

Dalla zona dei graffiti è possibile proseguire risalendo la valle e passando sotto al ponte di Roana. Il percorso diventa più impegnativo e per esperti, perché in alcuni tratti è stretto, scivoloso, poco segnalato, ma è una avventura alla Indiana Jones!

Val d'Assa - verso il ponte

Val d'Assa - verso il ponte

Val d'Assa - verso il ponte

Val d'Assa - verso il ponte

Sulla valle si trova un muro di contenimento del torrente costruito nel periodo fascista e del quale si trova ancora una traccia.

Val d'Assa - Fascio Littorio

Val d'Assa - Fascio Littorio

Val d'Assa - Proseguimento del sentiero verso il ponte

Val d'Assa - Proseguimento del sentiero verso il ponte

Val d'Assa - Proseguimento del sentiero verso il ponte

Val d'Assa - Proseguimento del sentiero verso il ponte

Dopo circa 20 minuti dalla zona dei graffiti si arriva sotto il ponte di Roana.

Val d'Assa - Sotto il ponte di Roana

Val d'Assa - Sotto il ponte di Roana

Val d'Assa - Sotto il ponte di Roana

Val d'Assa - Sotto il ponte di Roana

Val d'Assa - Sotto il ponte di Roana

Val d'Assa - Sotto il ponte di Roana

Proseguendo ci si incammina nella stretta e alta valle che lentamente si apre fino ad avere dei grandi prati.

Val d'Assa - parti del canyon

Val d'Assa - parti del canyon

Val d'Assa - parti del canyon

Val d'Assa - parti del canyon

Val d'Assa - parti del canyon

Val d'Assa - parti del canyon

Val d'Assa - dettagli sulla forma rocciosa

Val d'Assa - dettagli sulla forma rocciosa

Val d'Assa - dettagli sulla forma rocciosa

Val d'Assa - dettagli sulla forma rocciosa

Val d'Assa - prato sul fondo valle

Val d'Assa - prato sul fondo valle

Noi abbiamo proseguito ancora e risalito lungo una strada sulla destra che sbuca nella provinciale che da Camporovere va verso Passo Vezzena, a metà tra la Tagliata val d'Assa e la strada per Galmarara. Restando sulla strada siamo tornati a Canove, con un tempo totale del percorso di 3 ore e mezza.

E' possibile percorrere la valle lungo la sua naturale pendenza per raggiungere un posto che anni fa era veramente incantevole e che adesso, purtroppo, è molto trascurato.

Il luogo da raggiungere, denominato S. Antönle, è un luogo particolarmente tranquillo ed isolato, un toccasana per il relax, con un ruscello che scorre vicino e che risuona per rompere l'altrimenti assoluto silenzio.

Per raggiungerlo ci sono le indicazioni dalla strada della Sbarra, per un totale di 45 minuti da Canove.

Val d'Assa - Verso S.Antönle

Val d'Assa - Verso S.Antönle

Val d'Assa - Verso S.Antönle

Val d'Assa - Verso S.Antönle

Anche qui il sentiero è particolarmente difficile, non ben segnalato e avventuroso, ma il bello arriva alla presenza del cartello Fine del percorso segnalato!

Val d'Assa - Verso S.Antönle

Val d'Assa - Verso S.Antönle

Val d'Assa - Fine del percorso

Val d'Assa - Fine del percorso

In effetti, per raggiungere il punto di sosta, è necessario crearsi il sentiero per un centinaio di metri, attraverso erbe e piante alte anche mezzo metro.

Quindi: ATTENZIONE!

Proseguire però ne vale la pena.

Val d'Assa - Torrente nei pressi di S.Antönle

Val d'Assa - Torrente nei pressi di S.Antönle

Val d'Assa - Torrente nei pressi di S.Antönle

Val d'Assa - Torrente nei pressi di S.Antönle

Val d'Assa - Torrente nei pressi di S.Antönle

Val d'Assa - Torrente nei pressi di S.Antönle

Questo è il luogo di ristoro, creato in pietra, con un tavolo al centro e due panchine attorno.

Val d'Assa - Punto di ritrovo S.Antönle

Val d'Assa - Punto di ritrovo S.Antönle


Come si raggiunge:

Dal centro di Canove (VI), verso la chiesa dove si parcheggia e si prosegue a piedi.


Mappe Interattive:

Val d'Assa

SCHEDA PERCORSO
Zona:Altopiano dei 7 Comuni o di Asiago
Provincia / Comune:Vicenza / Roana
Categoria:Montagne
Tipologia:Naturalistico, Storico
Coordinate punto di arrivo:45.871425 - 11.469619
(45°52'17" N - 11°28'10" E)
Coordinate parcheggio:45.865412 - 11.473546
(45°51'55" N - 11°28'24" E)
Altitudine di partenza (m):994
Altitudine di arrivo (m):820
Dislivello (m):200
Difficoltà del percorso:T - Turistico
Ore a piedi:
(andata e ritorno, esclusa visita)
1 ora 10 minuti
Come si raggiunge:A piedi


Storia:

(tratte dai tabelloni trovati in loco)

Il Carsismo

Il fenomeno carsico consiste nella dissoluzione delle rocce carbonatiche da parte delle acque meteoriche e dello scioglimento delle nevi, rese acide dall'anidride carbonica dell'aria e del suolo. Ne consegue l'allargamento delle fessure nella roccia, che costituiscono una agevole via di penetrazione dell'acqua nel sottosuolo, la quale scava delle cavità sotterranee che sono in grado di convogliarla in profondità. In superficie si formano, in corrispondenza dei punti assorbenti, delle conche chiuse a forma di imbuto o di ciotola: le doline. Esistono anche le doline di crollo, di origine diversa, che si formano in seguito al crollo dei soffitti di sale sotterranee vicine alla superficie.

Il carsismo porta così alla formazione di un paesaggio particolare nel quale, in superficie, spiccano le città di roccia, calcari dalla forma molto particolare, e i campi solcati, rocce con forme di soluzione caratteristiche come scannellature, solchi e vaschette; in profondità è caratterizzato dai loch (buchi), cioè voragini, sale sotterranee e pozzi carsici.

In questo modo, l'ossatura calcarea dell'Altopiano non risulta affatto compatta ed impermeabile, ma porosa, disgregata, incisa e fratturata: una sorta di grande serbatoio di acque sotterranee dove sono state finora esplorate e accatastate migliaia di cavità.

La conca mediana è caratterizzata da poche forma carsiche, data la presenza prevalente del Biancone (un calcare marnoso intensamente fratturato) e di estese coperture di depositi glaciali e fluvioglaciali che hanno determinato una parziale fossilizzazione di forme carsiche precedenti. Sono presenti doline imbutiformi di modeste dimensioni, qualche pozzo carsico, come quello del Tanzerloch (Camporovere) e del Giacominerloch (Cesuna) e alcuni inghiottitoi situati lungo il corso del torrente Ghelpach.

Nell'ambito geografico della Val d'Assa sono state finora individuate ed esplorate decine di voragini e grotte. Tra quelle più conosciute vi sono: la voragine del Tanzerloch e la grotta delle Seleghen Baiblen, per le leggende ambientate in esse: la Cava degli Orsi, distrutta da un crollo, e la Grotta Obar de Leute, per i ritrovamenti di manufatti preistorici; La Belcugola e la Leute Kuvola per la loro dimensione e suggestione.

Val d'Assa - prato sul fondo valle

Val d'Assa - prato sul fondo valle

Geologia e Idrografia

Il massiccio dell'Altopiano è costituito dalla serie di formazioni carbonatiche del Mesozoico, appartenenti soprattutto alla Dolmia principale, ai Calcari Grigi, al Rosso Ammonitico e al Biancone.

Le formazioni di età giurassica coprono gran parte della superficie del massiccio, mentre la Dolomia principale affiora estesamente solo nell'Altopiano settentrionale.

Essendo i calcari del Giurese e del Cretaceo particolarmente sensibili al carsismo, nella parte meridionale e centrale il paesaggio presenta declivi con pendenze poco accentuate e dossi arrotondati. Diventa invece più aspro, con pareti ripide e scoscese a nord, dove l'erosione ha inciso la Dolomia.

La parte occidentale dell'Altopiano è incisa dalla Val d'Assa, una profonda frattura del tipo canyon-carsico di origine glaciale, formatasi durante la glaciazione di Wurm che fino a 10.000 anni fa modellò l'arco alpino.

Il canyon attuale è dato dalla originaria presenza di un corso d'acqua regolare, dal successivo sollevamento del massiccio e dal conseguente abbassamento del letto dell'Astico, unito ad azioni di erosione di tipo fluviale prima, e di tipo carsico poi.

Il carsismo infatti condiziona in modo determinante l'idrografia dell'altopiano, in quanto le acque meteoriche trovano immediatamente la via di penetrazione nel sottosuolo, perciò la presenza di corsi d'acqua superficiali è un evento raro.

Il Ghelpach, torrente che nasce sul versante occidentale del Monte Ongara, in comune di Gallio, attraversa la conca Asiaghese e confluisce in Val d'Assa, formando un vero e proprio canyon, profondo 350 mt.

Nella Valle confluiscono altri impluvi, come la Valdesele, che origina dal deposito fluvioglaciale prewurmiano su cui sorge l'abitato di Roana, in passato utilizzata per far funzionare un mulino per la macinazione di cereali o la Pachaltal, sulla destra orografica, a Rotzo, la cui acqua compie un salto sulle cengie rocciose, formando delle cascate, cosa rara nel paesaggio altopianese.

Val d'Assa - prato sul fondo valle

Val d'Assa - prato sul fondo valle

La vegetazione

Val d'Assa - prato sul fondo valle

Val d'Assa - prato sul fondo valle

Il bosco occupa oltre tre quarti della superficie della Val d'Assa, soprattutto il fondovalle e i versanti scoscesi. Nelle aree a valle dei centri abitati prevalgono i prati ed i pascoli. Il clima, la quota ed il suolo plasmano diversi tipi di bosco e l'uomo modifica la dinamica naturale di questi ambienti utilizzandoli in vario modo. I boschi risentono comunque della difficoltà di accesso che rende difficile le utilizzazioni e gli interventi colturali.

Sui versanti occidentali, fino a 1.000 m. s.l.m. si trovano il carpino nero, l'orniello, la roverella, il sorbo montano, talvolta il pino silvestre e lo scotano (Orno - Ostrieto tipico).

Lo sbocco alle vallecole secondarie del versante sinistro, con esposizione a nord, è dominato dal carpino nero associato al carpino bianco, dal tiglio platifillo, dall'acero montano e dal tasso (Ostryo - Quesrceto a Carpino bianco).

L'ostrieto si situa nel fondovalle, sostituito nell'ultimo tratto, dal saliceto a Salix eleagnos. Vi si trovano il carpino nero, vari salici, l'orniello, la robinia, il frassino, gli aceri (Ostriello di forra e Saliceto).

Alla faggeta submontana con Ostrya si associano picea, larice, orniello, ciliegio, olmo montano e maggiociondolo alpino, mentre allo stato arbustivo si aggiungono l'acero montano, il sorbo degli uccellatori e l'abete bianco.

Nella metà orientale della valle, per lo più al di sotto dei 1.000 metri, il faggio è associato alla picea e, sporadicamente, all'orniello con il ciliegio, l'acero di monte e il pioppo tremulo. Allo stato arbustivo dominano il nocciolo e il viburno lantana (Faggeta submontana tipica).

A monte del ponte di Roana, sulla destra e sinistra orografica, il faggio è misto a picea e, sporadicamente, all'abete bianco. Allo stato arbustivo spicca il viburno lantana (Faggeta montana xerica).

Numerose peccete artificiali sono state messe a dimora dopo la Grande Guerra nelle aree maggiormente danneggiate dagli scontri bellici. Altre formazioni più giovani (20-40 anni) hanno trovato posto su ex coltivi, abbandonati perché scomodi e scarsamente remunerativi. Questi popolamenti sono diffusi lungo la sinistra orografica e nelle vicinanze di Roana.

La fauna

Val d'Assa - prato sul fondo valle

Val d'Assa - prato sul fondo valle

Sono numerosissime le specie di mammiferi, anfibi, rettili e uccelli che vivono negli svariati ambienti della Valle. Gli animali selvatici sono generalmente schivi e prudenti e svolgono le loro funzioni vitali principali nelle prime ore del mattino, alla sera o in piena notte, mentre di giorno preferiscono riposare. Tra quelli che più spesso possono essere avvistati dall'uomo e che suscitano molto interesse si ricordano:

Capriolo: frequenta con una certa assiduità i prati-pascoli ricchi di alimento ai margini del bosco, nel quale trova rapidamente rifugio. E' possibile osservarlo all'alba o verso il tramonto, alla ricerca dell'erba più fresca, specialmente in primavera.

Scoiattolo: è più facile incontrarlo nei boschi di abete, dove trova un'abbondante fonte alimentare nei semi contenuti nelle pigne, che lascia a terra a fine pasto.

Volpe: ricava la sua tana nelle gallerie naturali che si aprono lungo i bordi alti della Valle. Da qui, con rapide incursioni e ritirate, visita i dintorni degli abitati, attratta dalla presenza di molti appetibili animali domestici.

Rapaci diurni: per avvistarli, basta sedersi ed aspettare pazientemente al limite dei dirupi del Bisele che si affacciano sulla valle del Ghelpach vicino alla confluenza con la Val d'Assa oppure sulla sommità delle rocce che scendono a strapiombo sulla strada del Piovan, tra Rotzo e Pedescala.

Gufo reale: è un rapace notturno piuttosto raro che domina il canyon tra Roana e Rotzo.

Rondine montana: ha eletto il suo domicilio sotto le arcate del Ponte di Roana, dove rimane tutto l'anno senza migrare.

Picchio nero e Picchio verde: sono stati segnalati sia sotto le cascate di Rotzo che nei boschi di Conca bassa, dove trovano abbondante cibo (insetti lignicoli) nei tronchi dei molti abeti divelti dal vento o dalla neve.

Salamandra pezzata e Rospo comune: questi anfibi si possono osservare, dalla primavera all'autunno, nelle pozze delle contrade Pozzo, Toccoli e Sartori, a sud dell'abitato di Roana.

La preistoria

La Val d'Assa racchiude le tracce più suggestive degli uomini altopianesi delle epoche più remote. Le prime tracce della presenza dell'uomo si trovano proprio in questa valle: risalgono al Paleolitico medio, nell'interstadio tra la 1° e la 2° fase della glaciazione di Wurm, tra i 50.000 e i 35.000 anni fa. Esse appartengono al Musteriano (facies culturale del Paleolitico Medio, definita in base ai materiali rinvenuti in una piccola grotta della Dordogna, detta di Le Muostier), come risulta dal ritrovamento di manufatti litici e resti di animali (tra cui Orso delle Caverne) nei siti denominati Cava degli Orsi e Grotta Obar de Laute, in località Bisele, lungo il fianco destro della valle del Ghelpach.

Altri siti si trovano sull'Altopiano, appartenenti al Paleolitico Superiore, sono: il Riparo Battaglia (bosco del Prunno vicino ad Asiago) dove sono stati trovati 24.000 prodotti di lavorazione della selce; il Riparo Dalmieri (parte settentrionale della piana di Marcesina) che ha restituito una serie di focolari, resti di fauna cacciata e una abbondante industria litica; il sito di Val Lastaro (terrirorio di Conco) dove è stato rinvenuto un deposito di 56 blocchi di selce disposti l'uno accanto all'altro, in file sovrapposte, che mostra le strategie adottate dai paleolitici nell'approvvigionamento della selce.

Al Mesolitico appartengono i siti di Cima XII e della Grotta d'Ernesto, occasionale bivacco di caccia usato da un gruppo di cacciatori, tra i 9.100 e gli 8.200 anni fa. Probabilmente i cacciatori frequentavano stagionalmente i territori di montagna quando questi offrivano condizioni favorevoli. Infatti, dopo questa prima fase di frequentazione, nel territorio altopianese mancano le testimonianze di tutta la fase appartenente alla seconda parte del Mesolitico, al Neolitico e alle prime fasi delle età dei metalli, per riprendere in seguito, in modo stabile, con nuclei abitativi come i Villaggi protostorici del Bostel (Rotzo) e del Cornion (Lusiana). Questa dinamica trova una esauriente spiegazione nelle modifiche climatiche degli ultimi 100.000 anni, poiché l'uomo dipende dall'ambiente nella stessa misura in cui questo dipende dal clima.

Quindi i periodi di non frequentazione dipendono da fasi del clima troppo fredde o troppo aride.

Le incisioni rupestri

Lungo la Val d'Assa sono numerosi i siti caratterizzati dalla presenza di incisioni rupestri, per la maggior parte eseguite su rocce verticali e su ripari sotto roccia. L'area del Tunkelbald, cioè quella con maggior concentrazione di segni, ha tutto l'aspetto e le caratteristiche di un'area culturale dove periodicamente qualcuno si recava ad incidere.

Ogni rappresentazione è stata regolata da precisi intendimenti, da bisogni profondi, che dovevano esprimersi attraverso ideogrammi, segni, figure e simboli con una prefissata forma e composizione, quasi come se la valle fosse stata eletta a santuario. Incidere era un gesto magico-propiziatorio, perché rappresentava un rito, un modo per avvicinarsi alle forze soprannaturali per vincere le ostilità, le paure, le avversità.

La Val d'Assa era quindi area sacra, un ambiente legato al culto al quale probabilmente, in determinate occasioni, convenivano non solo le genti di stanza sull'Altopiano ma anche altre, provenienti da aree limitrofe, per celebrarvi i riti propiziatori.

L'incisione su queste rocce non doveva essere un'operazione difficoltosa, dal momento che le superfici rocciose si presentavano abbastanza tenere e quindi intaccabili.

Le incisioni sono eseguite con le tecniche dette a Grafito e a Polissoire.

Nel primo caso l'incisione è eseguita graffiando una volta sola la roccia, con uno strumento litico costituito da schegge di selce facilmente reperibili in loco.

Con la tecnica al Polissoire il segno è ottenuto con una ripetizione del gesto, ottenendo così un segno più profondo e marcato, spesso con errori dovuti a deviazioni del tracciato iniziale. Le rappresentazioni sono in genere più elaborate che non quelle che utilizzano la tecnica del Graffito.

Altre incisioni eseguite in epoca più recente, reminescenze inconsce dell'antico bisogno di incidere, sovrapposte in maniera disordinata a quelle precedenti più antiche, sono state eseguite con strumenti metallici. Si possono riconoscere infatti segni lasciati da lame, bulini e scalpelli usati in diversi modi.

Le antiche vie della Val d'Assa

L'avvento della Serenissima (anno 1404) favorisce in Val d'Astico e sugli adiacenti altipiani, un intenso sviluppo economico ed un rilancio delle attività artigianali e commerciali. La Val d'Astico diventa un'importante via di transito per i prodotti che dagli altipiani scendono in pianura: attrezzi di legno lavorato, pelli, lana grezza, formaggi, carbone e soprattutto legname.

La più importante via di transito per il legname era la Val d'Assa: per l'Altopiano dei 7 Comuni, il centro di Pedescala rappresentava il porto fluviale della Val d'Astico, come Valstagna lo era per la Val Brenta. L'importanza di questo commercio fa sì che alla fine del '500 la Val d'Astico sia detta felice ... poscia che dentro vi concorre grandissimo traffico di legnami. Per secoli, da Pedescala il legname veniva fatto fluitare fino a Passo di Riva da dove, con carri, veniva portato a Vicenza e quindi per il Bacchiglione verso Padova e poi Venezia.

In seguito all'estendersi del diritto di pensionatico nel territorio della Serenissima a favore dei pastori dell'Altopiano, diventò pure ingente il numero delle greggi che transitavano per la vallata. A tutte queste attività commerciali devono aggiungersi quelle che erano sorte già da tempo legate alla presenza d'acqua nel fondo valle (mulini, segherie, filande).

La gente dell'Altopiano scendeva in valle per fruire di questi servizi, creando una fitta rete di collegamenti: il Sentiero del Raparo e la Mulattiera salivano alle contrade di Conca; il sentiero da Albaredo portava a Rotzo; la mulattiera di fondo della Val d'Assa fungeva da asse di collegamento; le strade del Castagnero e della Sbarra, portavano a Roana, Camporovere e Canove; la mulattiera delle Banchette saliva da Pedescala a Castelletto, esternamente alla Val d'Assa.

L'alluvione del 1966 ha in parte distrutto questi collegamenti e, a risentirne maggiormente, è stata la mulattiera di fondo valle, da sempre usata per il trasporto del legname e della carbonela prodotta in loco. I lavori di ripristino eseguiti in seguito, ne hanno modificato il tracciato, deviandone il corso, dove questa attraversava l'Assa con un ponte.

La Prima Guerra Mondiale 1915-1918

Durante tutto il 1915, la parte centro-meridionale della Valle fu oggetto di ricognizione da parte dell'esercito Italiano. Nella primavera del 1916 ebbe inizio la Strafe Expedition austriaca e le linee italiane del piano Vezzena-Costesin furono sfondate in pochi giorni. Le truppe italiane ripiegarono sul versante sinistro della Val d'Assa formando una linea di resistenza dal Monte Interrotto a Tresche Conca.

In seguito a questo ripiegamento, il ponte di Roana, inaugurato nel 1906, fu fatto saltare dai militari italiani il 23 maggio 1916, dopo aver fatto transitare le ultime retroguardie dell'esercito e gli abitanti di Roana, Mezzaselva e Rotzo, costretti al profugato.

La Valle divenne così linea di demarcazione tra lo schieramento Italiano e quello austriaco, allineato sul versante destro da Roana a Rotzo.

Tale situazione rimase invariata fino a novembre 1917, quando le linee italiane si accorciarono lasciando in mano austriaca Camporovere, Canove, Case Ambrosini e Cima Tre Pezzi. Le truppe austriache, padrone di ambedue i versanti della valle, costruirono manufatti militari tuttora visibili tra Canove e Cima Tre Pezzi.

Il 15 giugno 1918 partì da questa linea l'offensiva austriaca Radetzki, con lo scopo di riuscire ad arrivare alla pianura, che fallì. Nell'ottobre del 1918 i reparti italiani operarono l'offensiva finale; dopo aver riconquistato Case Ambrosini e Cima Tre Pezzi, il maggior sforzo fu concentrato lungo la vecchia strada Canove - Roana, detta della Sbarra. Alla fine di ottobre furono riconquistate Canove, Camporovere, Roana e il Forte Interrotto. Da qui fu iniziata l'avanzata lungo la Val d'Assa verso il vecchio confine a Vezzena.

Il 4 novembre 1918 finiva la guerra, lasciando lungo la valle immense quantità di residuati bellici e centinaia di cadaveri insepolti sia italiani che austroungarici. Sono visibili ancor'oggi tratti di trincea, ruderi di costruzioni belliche e mulattiere. Di particolare interesse sono le fortificazioni di Cima Tre Pezzi (loc. Bisele) ed il caposaldo austroungarico del Piovan, all'imbocco della vecchia strada del Piovan, presso Castelletto di Rotzo.


Data visita: 01/08/2011
Data pubblicazione: 08 Aprile 2012

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Commenti

Corrado
13 Agosto 2014
Segnalazioni

Riporto quanto segnalato da Anna nella pagina Facebook di Montagnando:
"... volevo segnalarvi una situazione di enorme degrado in Val d'Assa. Finalmente tra tanti giri fatti sull'altopiano di Asiago ci siamo decisi a farci la discesa (e poi al ritorno tutta salita argh!) che da Canove porta a Roana passando per la Val d'Assa per vedere i graffiti. Sapevamo che non avremmo potuto vederli da vicino, ma la zona è splendida e ci siamo andati lo stesso... eh...che tristezza. La passerella per i graffiti era aperta, lucchetto tranciato e i graffiti...sono praticamente scomparsi sotto il muschio. i cartelli sono sbiaditi o addirittura rotti. che peccato! pensare che la zona e la passeggiata sono meravigliose, in mezzo al bosco. ..."