Monte Ortigara

Monte Ortigara

Cima Sacra (m 2105)

 

Monte Ortigara - sentiero

Monte Ortigara - sentiero

Monte Ortigara - sentiero

Monte Ortigara - sentiero

Altre foto del sentiero.

Per raggiungere la cima Sacra del monte Ortigara si parte dal piazzale Lozze, seguendo il sentiero ben segnato, si raggiunge facilmente la chiesetta in circa 20 minuti.

Monte Ortigara - Chiesetta

Monte Ortigara - Chiesetta

Monte Ortigara - Chiesetta

Monte Ortigara - Chiesetta

Altre foto della chiesetta e dell'ossario.

Dalla chiesetta in pochissimi minuti si arriva a Cima Lozze (dove c'è la Madonnina che sorveglia i campi di battaglia) e dove si gode il panorama verso l'Ortigara e di tutte le cime a nord dell'altopiano di Asiago. E' stato fatto un enorme lavoro per ripulire e mettere in sicurezza la cima e le trincee circostanti. Devo dire che non riconoscevo il posto, vent'anni fà le trincee erano praticamente invisibili

Monte Ortigara - Lozze

Monte Ortigara - Lozze

Monte Ortigara - Lozze

Monte Ortigara - Lozze

Monte Ortigara - Lozze

Monte Ortigara - Lozze

Monte Ortigara - Lozze

Monte Ortigara - Lozze

Monte Ortigara - Lozze

Monte Ortigara - Lozze

Monte Ortigara - tabelle

Monte Ortigara - tabelle

Monte Ortigara - tabelle

Monte Ortigara - tabelle

Monte Ortigara - tabelle

Monte Ortigara - tabelle

Altre foto del Monte Lozze.

Da cima Lozze si prosegue per un caratteristico sentiero di montagna, camminando tra i mughi e rocce che fanno da marciapiede. In 30 minuti si arriva al baito Ortigara.

Monte Ortigara - sentiero

Monte Ortigara - sentiero

Monte Ortigara - sentiero

Monte Ortigara - sentiero

Monte Ortigara - il baito

Monte Ortigara - il baito

Monte Ortigara - bivio al baito

Monte Ortigara - bivio al baito

Monte Ortigara - bivio al baito

Monte Ortigara - bivio al baito

Altre foto del sentiero verso il baito

Al baito prendete il sentiero a sinistra che sale verso la cima, un'altra mezz'ora di cammino più impegnativo, ma se c'è la fatta una bimba di 5 anni ce la possono fare tutti

Monte Ortigara - trincea

Monte Ortigara - trincea

Monte Ortigara - trincea

Monte Ortigara - trincea

Monte Ortigara - cippo Italiano

Monte Ortigara - cippo Italiano

Altre foto attorno al cippo Italiano

In cima si trova subito il cippo Italiano, ma consiglio di proseguire a sinistra fino alla campana dove, facendo qualche rintocco, pensare o pregare agli eroi che hanno combattuto tra queste rocce.

Monte Ortigara - campana

Monte Ortigara - campana

Tornando indietro, si ripassa vicino al cippo Italiano e si prosegue fino al cippo Austriaco. Da qui un precipizio ci separa dalla Valsugana.

Monte Ortigara - Valsugana

Monte Ortigara - Valsugana

Monte Ortigara - cippo Austriaco

Monte Ortigara - cippo Austriaco

Monte Ortigara - cippo Austriaco

Monte Ortigara - cippo Austriaco

Monte Ortigara - trincea

Monte Ortigara - trincea

Monte Ortigara - trincea

Monte Ortigara - trincea

Monte Ortigara - trincea

Monte Ortigara - trincea

Monte Ortigara - panorama verso il Lozze

Monte Ortigara - panorama verso il Lozze

Monte Ortigara - postazioni

Monte Ortigara - postazioni

Altre foto attorno al cippo Austriaco

Il sentiero prosegue dentro una trincea Austriaca, e addirittura un passaggio in grotta che era un nido di mitragliatrici.

Monte Ortigara - sentiero in sicurezza

Monte Ortigara - sentiero in sicurezza

Monte Ortigara - passaggio in galleria

Monte Ortigara - passaggio in galleria

Monte Ortigara - passaggio in galleria

Monte Ortigara - passaggio in galleria

Monte Ortigara - sentiero in trincea

Monte Ortigara - sentiero in trincea

Altre foto del sentiero e della postazione di quota 2003

Il sentiero ci riporta al baito da dove si prosegue sullo stesso sentiero fatto all'andata.

Monte Ortigara - nidi di mitragliatrice

Monte Ortigara - nidi di mitragliatrice

Monte Ortigara - nidi di mitragliatrice

Monte Ortigara - nidi di mitragliatrice

Monte Ortigara - ricordo del passato

Monte Ortigara - ricordo del passato

Monte Ortigara - ricordo del passato

Monte Ortigara - ricordo del passato

Monte Ortigara - ex cimitero

Monte Ortigara - ex cimitero

Monte Ortigara - panorama sulla Valsugana

Monte Ortigara - panorama sulla Valsugana

Monte Ortigara - panorama Caldiera e Lozze

Monte Ortigara - panorama Caldiera e Lozze

Ma se in estate il posto è meraviglioso, d'inverno come sarà? La cima è raggiungibile con ciaspole o sci da fondo, ma la pista non è sempre battuta e comunque bisogna avere un grande allenamento

Queste sono le foto che Denis ha gentilmente offerto, scattate a marzo 2010.

Monte Ortigara in inverno - cippo Italiano

Monte Ortigara in inverno - cippo Italiano

Monte Ortigara in inverno - Marcesina e Forte Lisser

Monte Ortigara in inverno - Marcesina e Forte Lisser

Monte Ortigara in inverno

Monte Ortigara in inverno

Monte Ortigara in inverno

Monte Ortigara in inverno

Monte Ortigara in inverno

Monte Ortigara in inverno

Monte Ortigara in inverno

Monte Ortigara in inverno


Il monte Ortigara è un luogo che suscita sempre forti emozioni. Oltre alle foto, questo filmato che un altro appassionato di montagna ci ha inviato, aiuta a rivivere meglio le sensazioni che si trovano in questo luogo Sacro alla Patria. Un grazie a CarloAlberto L. per la sua gentile concessione.


Come si raggiunge:

Da Gallio(VI) in direzione di Enego, appena usciti dal centro abitato sulla sinistra troverete le indicazioni. La strada a tratti non è asfaltata.

Ulteriori informazioni del sentiero CAI sul sito 840 Monte Ortigara


Mappe Interattive:

Monte Ortigara

SCHEDA PERCORSO
Zona:Altopiano dei 7 Comuni o di Asiago
Provincia / Comune:Vicenza / Asiago
Categoria:Montagne, Fortificazioni
Tipologia:Paesaggistico, Storico, Panoramico
Periodo storico:Prima Guerra Mondiale
Coordinate punto di arrivo:46.010286 - 11.500836
(46°0'37" N - 11°30'3" E)
Coordinate parcheggio:45.996100 - 11.530950
(45°59'45" N - 11°31'51" E)
Altitudine di arrivo (m):2105
Difficoltà del percorso:E - Escursionistico
Ore a piedi:
(andata e ritorno, esclusa visita)
2 ore 45 minuti
Come si raggiunge:A piedi


Storia:

(tratta dai tabelloni trovati in loco)

MONTE ORTIGARA

Monte Ortigara - ricoveri italiani a pozzo della scala

Monte Ortigara - ricoveri italiani a pozzo della scala

Tutta la zona dell'Ortigara, con i vicini monti Campigoletti, Chiesa, Forno, Caldiera, Campanella e Lozze risulta ancora oggi profondamente segnata dai resti delle opere di guerra, ciò consente una percezione molto chiara e completa del campo di battaglia.

La battaglia dell'Ortigara è stata uno dei principali eventi bellici della Grande Guerra, non a caso nel 1967 tutta l'area è stata riconosciuta "Zona sacra alla patria" per l'inutile sacrificio consumato e a perenne monito "a non dimenticare".

"... ciò che resta sono molti monumenti e cimiteri, spesso oggi neppure più riconoscibili, e un cippo sulla cima q.2105 dell'Ortigara che reca una scritta lapidaria di tre parole: PER NON DIMENTICARE, apposto nel settembre del 1920 dall'Associazione Nazionale Alpini in memoria di quella Elite dell'esercito italiano inutilmente sacrificata su quelle aride rocce ..." da "Guida al monte Ortigara" di V.Corà - A.Massignani - ed.Rossato - VI 1996


CENNI STORICI

Monte Ortigara - trincea austroungarica

Monte Ortigara - trincea austroungarica

Il 16 Giugno 1916, smorzatesi gli effetti della Strafexpedition, il comando austro-ungarico decise di ritirare le truppe su una posizione facilmente difendibile (Winterstellung) attestando, tra il 24 e il 25 giugno la linea di difesa che dall'Ortigara scendeva verso sud toccandoi monti Campigoletti, Chiesa, Forno, Colombara, Zebio, Mosciagh, Interrotto, Rasta. Sfumata per motivi organizzativi e meteorologici l'operazione che, nel settembre 1916 doveva portare alla riconquista del Costone di Portule, l'offensiva Italiana venne posticipata alla tarda primavera del 1917.

Il 10 giugno 1917 la VI° Armata al comando del generale Mambretti attaccò le linee austro-ungariche dall'Ortigara alla Val d'Assa. Il XX°Corpo d'armata (comandante gen.Montuori) doveva sfondare a nord in direzione Ortigara - Forno con la 52° Divisione (gen. Di Giorgio), la 29° Divisione (gen. Caviglia) e il 9° reggimento Bersaglieri.

"... nonostante una presenza non trascurabile di Reggimenti di Fanteria ed uno di Bersaglieri, indiscussi protagonisti e vittime designate ..... della tragedia dell'Ortigara furono i 18 battaglioni alpini della 52° Divisione a cui vanno aggiunti 2 battaglioni alpini in riserva del XX° corpo d'armata e due della 10° Divisione." da "Guida al monte Ortigara" di V.Corà - A.Massignani - ed.Rossato - VI 1996


Il 10 giugno 1917, attraverso scontri che causarono elevatissime perdite, il Battaglione Bassano della colonna Di Giorgio riuscì ha conquistare l'avamposto austro-ungarico di quota 2003; successivamente, i Battaglioni alpini m.Baldo, Bassano, m. Clapier e Val Ellero conquistarono quota 2101 di m.Ortigara.

Il 15 giugno 1917 fallì, grazie ai battaglioni alpini Spluga e Tirano aiutati dai m.Clapier e Val Ellero un tentativo austriaco di riconquista di quota 2101 Ortigara.

Il 19 giugno 1917 l'attacco avvenuto con le colonne Di Giorgio e Cornaro, portò alla conquista anche di quota 2105 di monte Ortigara.

Il 22 giugno 1091, il generale Conrad Von Hoetzendorf, preoccupato per l'andamento della battaglia e la precarietà della nuova linea, affidò la situazione al generale L.Goiginger.

Il 25 giugno 1917, grazie ai Kaiserschutzen delle colonne Buol eForlbesky, alle dipendenze del Col.Sloninka, gli austro-ungarici riconquistarono definitivamente prima quota 2105 e successivamente, (29 giugno) anche quota 2003 dell'Ortigara.



(tratto da Wikipedia)

La battaglia dell'Ortigara fu combattuta dal 10 al 25 giugno 1917 tra l'esercito italiano e quello austriaco, per il possesso del Monte Ortigara, nell'altopiano di Asiago.

Il piano d'attacco

La battaglia si rese necessaria perché gli austriaci, a seguito della Strafexpedition, si erano ritirati su posizioni difensive più favorevoli, dalle quali potevano minacciare alle spalle le armate del Cadore, della Carnia e dell'Isonzo.

La linea austro-ungarica partiva dal torrente Assa (sponda destra, poi sponda sinistra all'altezza di Roana) all'estremità occidentale dell'Altopiano dei Sette Comuni, passando per i monti Rasta, Zebio, Colombara, Forno, Chiesa, Campigoletti e Ortigara.

Il piano italiano affidava al XX e al XXII Corpo d'armata il compito di sfondare il fronte austro-ungarico tra i monti Ortigara e Forno (il XX) e tra i monti Zebio e Mosciagh (il XXII). Il piano presentava però alcuni gravi svantaggi, come la mancanza di sorpresa (perché l'attacco era atteso dagli austro-ungarici), l'eccessivo concentramento di truppe italiane in pochi chilometri di fronte, la posizione dominante delle difese austro-ungariche e la loro disposizione ad arco che permetteva alla loro artiglieria di battere facilmente tutto il campo di battaglia.

L'attacco (10 e 11 giugno)

L'inizio dell'attacco fu preceduto da un massiccio bombardamento delle posizioni austro-ungariche. Alle 15 del 10 giugno i soldati andarono all'attacco. Mentre il XXII Corpo d'armata, schierato sul lato sud, si trovò davanti una strenua resistenza che gli impedì di avanzare, sul lato nord la 52a divisione (18 battaglioni alpini divisi in due colonne, la colonna Cornaro e la colonna Di Giorgio), ebbe un iniziale successo.

La colonna Cornaro, attraverso la Valle dell'Agnella, tentò di scardinare la linea fortificata che prende il nome di "Opere Mecenseffy" (Comandante austro-ungarico del settore) e di conquistare il Costone dei Ponari e il Monte Campigoletti. Al grido «Savoia», il Battaglione Mondovì si gettò sulle posizioni nemiche e conquistò il Corno della Segala riuscendo a mantenerlo con l'aiuto del Battaglione Ceva e del Battaglione Val Stura. Il Battaglione Vestone ed il Battaglione Bicocca, d'impeto e con numerose perdite, superarono la prima linea di reticolati del Costone dei Ponari, aiutati anche dalla nebbia, ma furono arrestati sulla seconda linea e presi d'infilata dal fuoco nemico.

La colonna Di Giorgio fu organizzata in una prima ondata composta dai battaglioni Bassano, Sette Comuni, Baldo e Verona, in una seconda ondata composta dai battaglioni Clapier, Arroscia, Ellero e Mercantoure in una riserva composta dai battaglioni Spluga, Tirano, Saccarello, Val Dora e 9º reggimento bersaglieri.

La colonna Di Giorgio scese nel Vallone dell'Agnellizza dove si divise in due tronconi: gli Alpini del Battaglione Bassano risalirono, sotto il micidiale fuoco nemico, su per il Passo dell'Agnella verso la quota 2.003 e la quota 2.101 mentre gli Alpini del Battaglione Sette Comuni, dopo aver cantato l'Inno di Mameli, puntarono direttamente sul settore più fortificato della quota 2.105, la vetta dell'Ortigara.

Il Battaglione Bassano insanguinò il Vallone dell'Agnellizza (che verrà nominato Vallone della Morte) e, decimato, espugnò la quota 2.003. Da qui sferrò l'attacco alla quota 2.101, chiamata dagli Austriaci "Cima Le Pozze" e strenuamente difesa; l'assalto si arrestò, ma accorsero in aiuto Compagnie dei Battaglioni Val Ellero e Monte Clapier e la quota 2.101 venne conquistata. Dopo un infruttuoso tentativo di procedere verso la vetta (quota 2.105) i soldati si attestarono e fortificarono sulle posizioni. La 52a Divisione perse 35 ufficiali e 280 militari; i feriti furono 1874, 309 dispersi.

Nella notte, fino all'alba i Battaglioni Tirano e Monte Spluga siportarono di rincalzo: iniziarono la discesa del Monte Campanaro e si accinsero ad attraversare il Vallone della morte, illuminato dalle esplosioni. In questo tratto caddero un gran numero di soldati. Queste truppe fresche giunsero a quota 2.101 (Cima Le Pozze) e da lì avrebbero dovuto sfondare verso Cima Dieci e il Portule.

Alle ore 8 giunse l'ordine del generale Ettore Mambretti, comandante dell'Armata, di sospendere l'attacco e rinsaldarsi sulle posizioni. Il nemico intanto si era ulteriormente fortificato su Cima Ortigara e il generale Como Dagna, per consolidare le posizione decise di sferrare un nuovo attacco contro le posizioni del giorno precedente.

Alle 16 ricominciò il Calvario degli Alpini. I Battaglioni Verona e Sette Comuni si sacrificarono nei reiterati attacchi contro Cima Ortigara, mentre i Battaglioni Val Arroscia e Monte Mercantour si dissanguarono contro le fortificate "Opere Mecenseffy". I Battaglioni Tirano e Monte Spluga riattaccarono il Passo di Val Caldiera e la Cima Dieci ad ovest dell'Ortigara e raggiunsero, a prezzo di pesanti sacrifici, le posizioni nei pressi di Passo di Val Caldiera, ma furono costretti a ritirarsi per non essere accerchiati. Alle perdite del giorno precedente si aggiunsero 12 ufficiali morti, 12 feriti e 1 disperso, 54 militari morti, 420 feriti, 54 dispersi (prigionieri o annientati dalle bombe).

Dal 15 al 19 giugno

Il generale Mambretti decise finalmente di sospendere l'azione per almeno tre giorni, ma il 15 giugno ci fu un tentativo da parte degli austro-ungarici di riprendere le posizioni perdute che,però, s'infranse contro la resistenza degli Alpini. A questa azione parteciparono anche i Battaglioni Valtellina, Saccarello e Monte Stelvio. Il bilancio delle perdite fu elevatissimo: persero la vita 229 militari, di cui 12 ufficiali, i feriti furono 944 e 271 i dispersi.

Tra il 15 ed il 19 giugno 1917 ci fu una relativa calma, fatta eccezione per un attacco a Cima Ortigara il 17 giugno.

Alpini in marcia in alta quota. Il 19 giugno giunse l'ordine di ripetere l'attacco a Cima Ortigara, Passo di Val Caldiera verso il Portule. La Colonna Cornaro attaccò da sud-est, mentre la Colonna Di Giorgio, che insieme ai Battaglioni Alpini schierò anche fanti del 4° Reggimento ed il 9° Reggimento Bersaglieri, attaccò da est e da nord-est. Alle ore 8 del 18 giugno cominciò il fuoco dell'artiglieria ed alle prime luci dell'alba del 19 giugno 1917 i Battaglioni erano ammassati nelle posizioni d'attacco. Alle ore 6 si scatenò l'assalto e dopo varie, sanguinose ondate, la Cima Ortigara, che si credeva inespugnabile, venne vinta da più lati dagli stanchi e decimati Alpini. Questa sofferta gioia non durò che pochi giorni.

L'ultimo giorno

Il 25 giugno 1917 alle ore 2,30 si scatenò l'inferno dei tiri d'artiglieria austro-ungarica. Alle ore 2.40 si accese l'assalto, reso ancora più tremendo dall'uso di lanciafiamme. Alle ore 3,10 un razzo bianco annunciò ai Comandi austro-ungarici che l'Ortigara era di nuovo nelle loro mani. Incredibile l'ordine del Comando Italiano: «occorre riprendere ad ogni costo» le posizioni. Alle ore 20 i provati e sfiduciati battaglioni di alpini, fanti e bersaglieri si rigettarono nel carnaio del micidiale fuoco nemico per concludere l'ultimo atto del massacro. Il Battaglione Cuneo, nuovo sul terreno dell'Ortigara, rioccupò la quota 2.003 che mantenne fino al 29 giugno 1917 quando fu catturato insieme al Battaglione Marmolada e inviato nei lager austro-ungarici. Complessivamente la 52a Divisione perse nella Battaglia dell'Ortigara 12.633 uomini, dei quali ben 5.969 soltanto l'ultimo giorno, il 25 giugno. Pochi giorni dopo, il generale Mambretti, considerato responsabile del disastro, fu rimosso dal comando e la stessa Sesta armata fu sciolta il 20 luglio, facendo confluire le sue truppe (il V, il X e il XXIX Corpo d'armata) nella Prima armata e, in parte (il XVIII Corpo d'armata, schierato in ValSugana), nella Quarta armata di stanza in Cadore. La battaglia dell'Ortigara era perduta.


Data visita: 14/08/2008
Data pubblicazione: 07 Febbraio 2009

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