Monte Fior

Monte Fior

Una montagna piena di storia dalle caratteristiche particolari (m 1824)

 

Il monte Fior è storia, è natura, è panorama. Una facile escursione tra le vicende della Grande Guerra e la città di roccia, tra particolari trincee e panorami meravigliosi.

Monte Fior - Bivio iniziale

Monte Fior - Bivio iniziale

Il percorso rimane sotto la cresta sud ovest del monte dandoci la possibilità di ammirare la natura del luogo, con strane formazioni rocciose che possono sembrare delle costruzioni.

Da qui il nome di città di roccia.

Monte Fior

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Monte Fior

Monte Fior

Monte Fior

Particolari pavimentazioni carsiche (campi solcati) danno a questa città anche le vie di comunicazione.

Monte Fior - Campi solcati

Monte Fior - Campi solcati

Monte Fior - Campi solcati

Monte Fior - Campi solcati

Lungo il percorso si trovano delle tabelle dell'Ecomuseo della Grande Guerra con alcuni estratti di pagine di diari del periodo bellico (ritrascritte a fondo pagina nella sezione storica).

Monte Fior

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Monte Fior

Monte Fior

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Il percorso continua in leggera salita. Se prima le rocce dovevano sembrare delle costruzioni, adesso affiorano stranamente dal terreno ...

Monte Fior

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Monte Fior

Monte Fior

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Monte Fior

Monte Fior

Dopo circa un ora di cammino si arriva a Montagna Nuova.

Monte Fior - Montagna Nuova

Monte Fior - Montagna Nuova

Monte Fior - Montagna Nuova

Monte Fior - Montagna Nuova

Qui si trova una postazione in caverna della Grande Guerra, recentemente ristrutturata dall'Ecomuseo della Grande Guerra.

Monte Fior - Montagna Nuova

Monte Fior - Montagna Nuova

Monte Fior - Montagna Nuova, descrizione del panorama

Monte Fior - Montagna Nuova, descrizione del panorama

Monte Fior - Montagna Nuova, panorama

Monte Fior - Montagna Nuova, panorama

Monte Fior - Montagna Nuova, postazioni in caverna

Monte Fior - Montagna Nuova, postazioni in caverna

Monte Fior - Montagna Nuova, postazioni in caverna

Monte Fior - Montagna Nuova, postazioni in caverna

Monte Fior - Montagna Nuova, postazioni in caverna

Monte Fior - Montagna Nuova, postazioni in caverna

Monte Fior - Montagna Nuova, postazioni in caverna

Monte Fior - Montagna Nuova, postazioni in caverna

Monte Fior - Montagna Nuova, postazioni in caverna

Monte Fior - Montagna Nuova, postazioni in caverna

Monte Fior - Montagna Nuova

Monte Fior - Montagna Nuova

Sopra Montagna Nuova l'omonima malga, dove abbiamo trovato panca e tavolino per poterci rifocillare con i viveri portati appresso.

Monte Fior

Monte Fior

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Monte Fior

Monte Fior - Malga Montagna Nuova

Monte Fior - Malga Montagna Nuova

Dalla malga si procede in direzione nord-est su strada sterrata. Dopo pochi minuti si lascia la strada ritornando sul sentiero in direzione nord-nord-ovest. Una tabella indica il percorso per il Monte Fior.

Monte Fior

Monte Fior

Monte Fior - Trincee e linea greca

Monte Fior - Trincee e linea greca

Proseguendo lungo il sentiero si cominciano ad intravedere trincee e gallerie.

Monte Fior

Monte Fior

Dopo meno di due ore si arriva sulla cima del monte. Un altro punto per fermarsi ad ammirare il panorama, con le tabelle esplicative poste dall'Ecomuseo e un cannocchiale.

Monte Fior - Zona ristoro e panoramica sulla cima

Monte Fior - Zona ristoro e panoramica sulla cima

Monte Fior - sulla cima, 1824 m

Monte Fior - sulla cima, 1824 m

Monte Fior

Monte Fior

Monte Fior

Monte Fior

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Monte Fior

Monte Fior

Monte Fior

La particolarità del Monte Fior sono le trincee a linea greca, costruite in questo modo allo scopo di rendere i tratti di trincea molto corti per evitare il propagarsi di schegge in caso di scoppio di un ordigno all'interno della stessa trincea.

Monte Fior - Monte Castelgomberto

Monte Fior - Monte Castelgomberto

Monte Fior - Trincee

Monte Fior - Trincee

Una galleria ripulita sotto la cima porta da un versante all'altro.

Monte Fior

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Monte Fior

Monte Fior

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Monte Fior

Monte Fior

Monte Fior

Monte Fior

Monte Fior

Scesi a Selletta Stringa si può proseguire per Monte Castelgomberto, circa altri 10 minuti, o tornare verso il punto di partenza restando nel versante nord del monte.

Monte Fior - Verso il Monte Castelgomberto

Monte Fior - Verso il Monte Castelgomberto

Monte Fior - Sentiero di ritorno

Monte Fior - Sentiero di ritorno

Monte Fior - Postazione in roccia

Monte Fior - Postazione in roccia


Come si raggiunge:

Da Gallio (VI) in direzione di Enego, appena usciti dal centro abitato sulla sinistra troverete le indicazioni per Melette/Campomulo. Passato il rifugio di Campomulo all'incrocio girate a destra verso Marcesina. La strada diventa a fondo naturale. Proseguite per circa 1,5 Km ed imboccate la strada sulla destra per Malga Meletta, Malga Slapeur. La strada si fa più stretta ed in alcuni casi molto sconnessa per circa 2,5 km fino a Malga Slapeur.

Monte Fior - Mappa

Monte Fior - Mappa

Si prosegue a piedi in direzione est, passando nelle vicinanze della malga, fino ad un bivio. Si continua verso sud (al ritorno torneremo sullo stesso bivio). Il sentiero è ben segnalato.


Mappe Interattive:

Monte Fior

SCHEDA PERCORSO
Zona:Altopiano dei 7 Comuni o di Asiago
Provincia / Comune:Vicenza / Gallio
Categoria:Montagne
Tipologia:Naturalistico, Storico, Panoramico
Periodo storico:Prima Guerra Mondiale
Coordinate punto di arrivo:45.917485 - 11.599846
(45°55'2" N - 11°35'59" E)
Coordinate parcheggio:45.921505 - 11.586253
(45°55'17" N - 11°35'10" E)
Altitudine di partenza (m):1610
Altitudine di arrivo (m):1824
Dislivello (m):250
Difficoltà del percorso:E - Escursionistico
Ore a piedi:
(andata e ritorno, esclusa visita)
2 ore 50 minuti
Come si raggiunge:A piedi, Con le ciaspole


Storia:

(tratto dalle tabelle dell'Ecomuseo della Grande Guerra)

MONTE FIOR

Le linee difensive del monte Fior erano parte del più vasto caposaldo delle Melette di Foza che saldava tra loro il monte Miela, la dorsale del monte Spil e del monte Fior, il monte Castelgomberto e, verso est, il monte Tondecar formando un unico imponente campo trincerato.

Dopo i combattimenti del giugno 1916, durante i quali i reparti bosniaci erano riusciti ad occupare la selletta tra il monte Spil ed il monte Fior, il comando della 6a Armata italiana aveva emanato specifiche disposizioni per la sistemazione difensiva della dorsale Spil - Fior annettendo grande importanza alla sua realizzazione.

Vennero così realizzate 16 caverne in posizione defilata lungo il pendio orinatale, di cui 9 dalla Selletta Striga alla vetta del Fior, 4 in corrispondenza della selletta tra il monte Fior ed il monte Spil e 3 sullo Spil. Due camminamenti consentivano di raggiungere dalle gallerie il caposaldo principale di quota 1824 ed occuparne le trincee dove i difensori potevano anche avvalersi di numerose postazioni per mitragliatrici: 9 erano in postazioni fisse costruite in trincea sul versante occidentale del Fior, tra la selletta Stringa e la quota trigonometrica, e 11 quelle a corona del monte Spil.

Nel corso dell'offensiva austro ungarica del dicembre 1917, il settore del monte Fior venne suddiviso in tre sottosettori: il primo, a nord, comprendeva il Torrione del Fior dove era stato schierato il battaglione alpino Cervino. Il settore centrale, che da Selletta Stringa arrivava a ricomprendere la quota trigonometrica m.1824, era invece difeso dal battaglione monte Pasubio, con il Saccarello di rincalzo. Sulla selletta tra il monte Fior ed il monte Spil, a guardia della Busa di Sorlaro, era stato infine schierato il 129° Reggimento fanteria della Brigata Perugia.

Il 4 dicembre 1917 reparti del 3° reggimento Kaiserschutzen e del 14° Hessen, dopo essere penetrati all'interno della conca di malga Lora a seguito dello sfondamento delle difese italiane tra il Badenehhe ed il Tondecar, riuscirono a circondare i fanti della Perugia e quindi, con una manovra di aggiramento, a costringere alla resa anche i battaglioni alpini occupando definitivamente il monte Fior.


POSTAZIONE IN CAVERNA DI MONTAGNA NUOVA

All'interno del complesso sistema difensivo delle Melette, la dorsale monte Fior - monte Spil rivestiva un ruolo di primaria importanza in quanto sovrasta la profonda incisione della val Miela che, incuneandosi tra il massiccio delle Melette di Foza e quello delle Melette di Gallio, confluisce verso sud nella sottostante Val Frenzela. Contestualmente ai lavori di fortificazione della dorsale principale vennero così realizzate dai reparti del XX Corpo d'Armata in corrispondenza ripidi versanti meridionali dello Spil (ad ovest della Casara Montagna Nuova) una serie di appostamenti per mitragliatrice in caverna che avevano il compito di controllare proprio la Val Miela. Queste postazioni erano collegate attraverso profondi camminamenti alle trincee della dorsale di cui costituivano una sorta di prolungamento verso sud. Dopo l'occupazione del massiccio delle Melette da parte delle truppe austro-ungariche nel dicembre 1917 la postazione principale divenne un importante punto di osservazione verso i Tre Monti e la Val Frenzela.


MONTAGNA NUOVA

Dopo lo sfondamento austro-tedesco a Caporetto nell'ottobre del 1917 ed il ripiegamento delle armate italiane sulla linea del Piave e del Grappa, il comandante del Gruppo Armate del Tirolo, Franz Conrad von Hoetzendorf decise di lanciare una poderosa offensiva anche sull'Altopiano con direzione la Val Brenta e Bassano nell'intento di scardinare le difese italiane. Dopo aspri combattimenti ai primi del mese di dicembre le truppe imperiali riuscirono ad occupare l'intero massiccio delle Melette di Gallio e delle Melette di Foza costringendo i comandi italiani a ripiegare le truppe su una nuova linea difensiva che correndo lungo la Val Frenzela si appoggiava sui "Tre Monti" (Col d'Echele, Col del Rosso, Monte Val Bella) proseguendo poi lungo le alture che chiudono verso sud la conca centrale dell'Altopiano fino a raggiungere, sul versante occidentale dell'Altopiano, il profondo solco della Val d'Assa.

Dopo una breve pausa dei combattenti, la sera del giorno di Natale, il 25 dicembre 1917, con un nuovo decisivo assalto la linea dei "Tre Monti" venne occupata dalle truppe austro-ungariche ma dal 28 al 31 gennaio 1918, nella celebre "Battaglia dei Tre Monti", i reparti della Brigata Sassari, dei bersaglieri e degli arditi riuscirono a riconquistare le posizioni perdute arrestando definitivamente l'offensiva imperiale.


SELLETTA STRINGA

La selletta che unisce le pendici del Monte Fior con quelle orientali del Monte Castelgomberto nel giugno 1916 divenne l'obiettivo principale dei reparti austro-ungarici impegnati nel tentativo di penetrare il dispositivo difensivo italiano delle Melette di Foza.

Il primo attacco ebbe luogo il 2 giugno 1916 as opera dei reparti del 27° Reggimento "Konig Der Belgier" di Graz ma venne respinto, dopo una strenua lotta, dagli alpini dei battaglioni Morbegno e Monviso appartenenti al Gruppo Alpino Foza comandato dal col. Pirio Stringa.

Il 5 giugno l'offensiva austro-ungarica riprese con un prolungato tiro delle artiglierie contro le posizioni italiane. Alle 18 i tre battaglioni del 27° Reggimento si lanciarono all'attacco della selletta (che da allora venne indicata con il nome di Selletta Stringa) senza tuttavia conseguire i risultati sperati anche a a causa delle avverse condizioni meteorologiche.

Il 7 giugno dopo un nuovo violento bombardamento le truppe austro-ungariche reiterarono l'attacco e, nonostante la strenua difesa degli alpini e dei fanti della Brigata Sassari, verso le 13.30 dell'8 giugno riuscirono ad occupare la Selletta e le cime del Monte Fior e del Castelgomberto costringendo i reparti italiani a ripiegare sulla linea Monte Spil - Monte Miela.

Nei durissimi scontri venne ucciso il sottotenente Guido Brunner (che sarà insignito alla memoria della medaglia d'oro al valor militare), triestino di nascita ma di famiglia di lingua italiana che, perseguire il sogno degli irredenti che volevano Trieste annessa la Regno d?Italia, si era arruolato nell'Esercito italiano sotto il falso nome di Mario Berti ed era stato aggregato alla 8a compagnia del 152° Reggimento della "Sassari".



Molte delle più celebri opere letterarie sulla Grande Guerra sono ambientate in questi luoghi che sono stati indissolubilmente legati alla vita degli autori e fonte tragica di ispirazioni di tanti soldati-scrittori.

Luoghi di combattimento e origine di creatività e scrittura, risultato della suggestione esercitata dalla drammatica forza dell'evento.

La proposta di un percorso letterario attraverso questo ambiante, ricco di bellezze paesaggistiche e altrettanto carico di significati storici, ha lo scopo di ripercorrere, con una diversa chiave di lettura le vicende di soldati che come Emilio Lussu, Paolo Monelli, Carlo Emilio Gadda, Fritz Weber ... hanno con la loro esperienza umana e letteraria offerto un contributo determinante alla conoscenza dell'enorme sacrificio che in questi luoghi si è compiuto.


5 giugno 1916

[...] All'alba del 5 giugno la Brigata è già schierata in linea: il 151° occupa col II battaglione il tratto di linea da Casera Montagna Nuova alla strada Gallio-Foza, di contro alla Meletta Davanti e alla Meletta di Gallio tenute dal nemico. [...]

L'occupazione delle posizioni era stata fatta di notte e le tenebre avevano contribuito ad ingigantire nell'animo del fante l'orrida bellezza dei luoghi. [...]

Il silenzio solenne e cupo della valle era rotti dallo scrosciare delle acque del torrente che si frangevano fra i sassi spumeggiando, dai boati delle cannonate che rintronavano con lunghi echi fra le pareti nude e, all'alba, dal volo severo e dal lugubre canto degli uccelli da preda che uscivano dai nidi costruiti ad altezze vertiginose ed inarrivabili.

A mano a mano poi che l'alba si schiariva si delineavano nell'altopiano i monti circostanti, imponenti, severi, coperti di alberi o completamente nudi. Per erti e difficili sentieri, camminando faticosamente in fila indiana, si snodavano per le dorsali e per i canaloni i reparti, presentando uno spettacolo suggestivo [...]

Leonardo Motzo, Ten. 152° Rgt. f. - Brigata Sassari "Gli intrepidi Sardi della Brigata Sassari"


5 giugno 1916

[...] Il mantello della chiara notte di giugno si calava sui combattenti dei Reggimenti 27° e 2° bosniaco e la riuscita di ciò che il Comando della 6a Divisione austro-ungarica aveva ansiosamente sperato.

La conquista delle rocciose trincee nemiche, era rimasta senza esito, nonostante lo sforzo comune dei Reggimenti [...]

Diario del 27° I.R. - Konig der Belgier


6 giugno 1916

[...] le linee sul Castelgomberto e sulla Meletta, si proteggono reciprocamente sul fianco in modo tale da causare perdite elevate, a causa del fuoco sul fianco e alle spalle, qualora si tentasse di attaccare una delle posizioni prima di aver conquistato l'altra. Le trincee si trovano su di un terreno già forte per natura, tanto che il settore dell'azione è così favorevole ai difensori, che anche un attacco di fanteria condotto alla perfezione non può avere alcun risultato o prospettiva se prima non vengono battute e distrutte le linee citate.

L'attacco con i nostri mezzi di artiglieria sembra attuabile soltanto dalla piccola cima rocciosa ad est di quota 1.559 (presso Busa del Sorlaro - ndr) dove avevo sistaccato sei Compagnie del 2° Reggimento bosniaco. Queste Compagnie, ieri, sarebbero forse bastate e avrebbero preso Monte Meletta se non avessero subito pesanti perdite a causa del nostro fuoco di artiglieria.

[...] Le posizioni fiancheggianti nemiche e le trincee sarebbero ancora del tutto intatte malgrado l'assalto. Solo se l'artiglieria eseguirà una buona preparazione, colpendo con precisione, l'attacco potrà essere ritentato. [...]

Stefan Duic, Ten. Col. 2° Reggimento BH


7 giugno 1916

[...] La maggior parte degli ufficiali erano colpiti. Ogni singolo uomo comandava se stesso. Nel corso della mischia che durò a lungo, si era arrivati alle ultime forze, all'esaurimento.

L'intera situazione minacciava di diventare catastrofica, quando imporvvisamente, la truppa gridò: "Evo i nas Oberstlajtnant je ovdje" (il nostro Colonnello è qui con noi). Questo grido ebbe più effetto che non l'impiego di truppe fresche. La diretta partecipazione del Tenente Colonnello alla mischia, quel comportamento che rasentava il disprezzo per la morte, infiammò i combattenti a continuare la lotta ...

Spesso si parla di questa memorabile conquista del Meletta e del nome del Tenente Colonnello Duic ad essa intimamente legato; più spesso ancora si pensa con il più profondo rispetto, agli Eroi caduti laggiù ... "Zivio nas, junace, Tvoje ime je uklesato u srcama nas bosniaka, ostati cè vjecno (Evviva il nostro eroe, il tuo nome è scolpito nei nostri cuori e vi rimarrà in eterno)".

Gojkomir von Glogovac, Cap. 2° Rgt. f. - BH


7 giugno 1916

[...] Alle 11 del giorno 7 giugno il bombardamento nemico riprende più violento che mai contro tutte le nostre posizioni. I cannoni nemici urlano dai monti della piana di Asiago [...]

Verso le 18 il bombardamento, che sembrava già arrivato al massimo della intensità, diventa ancora più rabbioso e potente. Sembra che ogni sasso dei monti vomiti fuoco: commisti in una lugubre voluttà di morte e di terrore arrivano proiettili di tutti i calibri, dai 420 ai 305, dalle artiglierie divisionali ai piccoli cannoni da montagna. [...]

Alla brutale efficacia del bombardamento, mentre il cielo imbruna, si aggiunge la furia della natura: la pioggia flagella le carni del fante, lampi solcano le basse nubi, tuoni lacerano l'aria confondendo il loro cupo e maestoso brontolio con i boati dei cannoni. Pare veramente che la natura sia scossa da una forza sovrumana proveniente dalle viscere profonde della terra e dalle supreme regioni del cielo.

Finalmente, alle 21, il nemico scaglia contro le nostre posizioni le sue truppe preparate per l'assalto. Sono masse imponenti che in formazioni serrate si avanzano su Monte Fior. [...]

Leonardo Motzo, Ten. 152° Rgt. f. - Brigata Sassari "Gli intrepidi Sardi della Brigata Sassari"


8 giugno 1916

[...] La lunga cruenta battaglia era finita. Lungo la dorsale della montagna, nel cielo grigio e rigido che metteva una nota di maggiore tristezza, si profilavano le curve figure dei portaferiti con i loro pietosi fardelli.

E Foza, col campanile svelto in mezzo ad una sfilata di case basse, sembrava una madre che guardasse e tenesse aperte le braccia, aspettando ...

Giuseppe Tommasi, Ten. 151° Rgt. f. - Brigata Sassari "Brigata Sassari - note di guerra"


8 giugno 1916

[...] Io ero in linea, sul punto più elevato di Monte Spill, e guardavo Monte Fior. Gli austriaci vi affluivano disordinatamente. In poco meno di mezz'ora, la linea da noi abbandonata fu occupata da un gruppo di battaglioni. Tutta la cresta del monte fu gremita di truppe. Credo fossero le sei o le sette del pomeriggio. Nelle posizioni nemiche, io notai un fermento insolito. Che avveniva? I battaglioni s'agitavano, urlando, salutavano. Tutta la massa, come un sol uomo, si levò in piedi e un'acclamazione ci venne dalla vetta:

- Hurrà

Gli austriaci agitavano i fucili e i berretti, verso di noi.

- Hurrà

Io non mi rendevo conto di quella festa. Essa era qualcosa di più che la gioia per una posizione conquistata, senza contrasto. Perché tanto entusiasmo?

Io mi voltai indietro e capii.

Di fronte, tutta illuminata dal sole, come un immenso manto ricoperto di perle scintillanti, si stendeva la pianura veneta. Sotto, Bassano e il Brenta; e poi, più in fondo, a destra, Verona, Vicenza, Treviso, Padova.

In fondo, a sinistra, Venezia. Venezia [...]

Emilio Lussu, Ten. 151° Rgt. f. - Brigata Sassari "Un anno sull'Altipiano"


8 giugno 1916

[...] Un ordine scritto del comandante del settore ci rimise in movimento. L'ordine diceva: "Il nemico ha rotto prender posizione in più punti. La linea di Monte Fior non è più sostenibile.

Al ricevere del presente, il battaglione ripieghi in ordine su Monte Spill" ...

- Ripiegare su Monte Spill? - gridava il capitano Canevacci, inveendo sul portaordini.

- E domani, un altro ordine ci farà attaccare Monte Fior e noi saremo spacciati.

Il Capitano non ammetteva che si potesse abbandonare al nemico, senza resistenza ulteriore, una posizione così importante.

[...] Egli era convinto che l'abbandono del monte costituisse un tradimento. Non era passata mezz'ora e un caporale del comando del nostro reggimento si presentò con un altro ordine scritto. Era il colonnello in persona che lo aveva firmato.

"Se il battaglione - diceva l'ordine - non inizia il ripiegamento ordinato, il capitano Canevacci si consideri destituito dal comando".

- Io sono destituito dal comando? Ma l'esercito italiano è comandato da austriaci E' una vergogna

Egli era furibondo. Ma, passato il furore, dovette decidersi ad ubbidire. Ripiegammo per compagnie e riportammo indietro i morti. [...]

Emilio Lussu, Ten. 151° Rgt. f. - Brigata Sassari "Un anno sull'Altipiano"


8 giugno 1916

[...] - Hoch Hoch Hurràh Hurràh

Un nuovo assalto. Eccoli là Gesummaria Quanti sono

Fitti e compatti come una falange; coi loro fez rossi, che li fanno rassomigliare ai nostri bersaglieri, le punte delle loro baionette brillano ai raggi del sole già alto, e corrono, maledetti, come corrono

- Fuoco, ragazzi, fuoco A volontà Fuoco ... puntare, coscritti, puntare

Dalla nostra linea partono scariche micidialissime, in quella massa compatta di uomini. Ma non si arrestano;scavalcando i caduti e continuano, cadenzando:

- Hoch Hurràh - e vengono su - Hoch Hurràh - e vengono su [...]

A momenti li abbiamo addosso. A momenti togliamo le baionette dai fucili, per servircene come pugnali. Odo la voce di alcuni graduati:

- Sas bombas Sas bombas [...]

Lo schianto delle bombe terrorizza; sono vampate improvvise che si accendono nel folto degli assalitori, facendosi attorno un vuoto; la mitragliatrice spazza addirittura; la fucileria continua, inesorabile e precisa; un primo tentennamento; un primo arresto:

- Forza, Dimonios FOrza Paris, Dimonios

una raffica di piombo; un nugolo di bombe; un fracasso lacerante: Ta-ta-ta-ta-ta... Hoch Hoch -

...ma questa volta il grido d'assalto rimane senza risposta. Il nemico esita; si arresta; volta le spalle, fugge; [...]

Alfredo Graziani, Ten. 151° Rgt. f. - Brigata Sassari "Fanterie sarde all'ombra del tricolore"


8 giugno 1916

[...] Eravamo tutti arsi dalla sete. Ad ogni istante, lungo la linea si vedeva qualcuno rovesciarsi sulle spalle, slacciarsi la borraccia e bere. Pochi minuti di bombardamento erano bastati per inaridirci la bocca, la lingua e la gola, e farci desiderare, follemente, una goccia che ci dissetasse e frenasse, con l'arsura, un'impazienza frenetica [...]

Le granate si erano fatte così vicine al nostro gruppo che io non sentivo più quello che mi diceva il maggiore. Egli prese un foglio di carta, vi scrisse a lapis qualche parola e me lo passò. Il biglietto diceva: "Si levi in piedi e veda che cosa succede". Io mi levai in piedi e guardai. Il battaglione, immobile, rassomigliava a un lungo filare di cespugli. A destra, al centro della sua compagnia, il tenente di cavalleria Grisono era dritto, in piedi, le mani in tasca e la pipa in bocca. Non notai altro sulla linea.

Il bombardamento continuava, ma il battaglione teneva. Quanto abbia durato quel tiro io non saprei dirlo. Non l'avrei potuto dire neppure allora. Durante un'azione si perde la cognizione del tempo. Si crede di essere alla dieci del mattino e si è alle cinque del pomeriggio. Improvvisamente, una nostra mitragliatrice aprì il fuoco. Io mi levai per vedere. Gli austriaci attaccavano [...]

Emilio Lussu, Ten. 151° Rgt. f. - Brigata Sassari "Un anno sull'Altipiano"


8 giugno 1916

[...] Quando i nostri, privi di munizioni, si ritirarono da Monte Castelgomberto ed il capitano Fiumi muove da Malga Lora per contenere l'impeto nemico, Guido Brunner è il primo a slanciarsi con i suoi. I soldati lo seguono nella corsa impetuosa. Il nemico avanza sparando con le mitragliatrici leggere. Guido è avanti: s'impegna la lotta alla baionetta fra grida altissime di "Savoia" che incitano allo sforzo supremo. - "Qui si vince o si muore", grida nella corsa affannosa, "Viva l'Italia".

Una pallottola di mitragliatrice lo colpisce al cuore e cade. Mentre esce copioso il sangue dalla ferita e col sangue sfugge la vita, il pensiero corre a sua madr e muore col suo nome sulle labbra.

Attorno a lui sono i suoi fanti, morti anch'essi: gli umili fanti dal nome oscuro, vicini per sempre al loro tenente [...]

Leonardo Motzo, Ten. 152° Rgt. f. - Brigata Sassari "Gli intrepidi Sardi della Brigata Sassari"


2 dicembre 1917

[...] In bassi trinceramenti ghiacciati ed in tane di volpe abbandonati dagli italiani, la piccola schiera di valorosi doveva restare accucciata a congelare notte e giorno.

La posizione impediva di accendersi una sigaretta, figurarsi il poter contare su un fuoco. La situazione era quanto mai precaria.

Ad est li sovrasta la parete apparentemente insuperabile del Castelgomberto, con le sue mitragliatrici e le bombarde; a sud-ovest gravava la minaccia dell'anticima settentrionale della montagna letteralmente coperta di trincee e casematte [...]

Diario del 27° I.R. - Konig der Belgier


4 dicembre 1917

[...] Poco dopo l'avanzata dei plotoni assalitori del 1° Reggimento contro le postazioni nemiche nei pressi di Casara Meletta Davanti, si ha il primo combattimento ravvicinato. Gli scontri tra Kaiserjager e Arditi assumono forme sempre più brutali mediante l'uso di bombe a mano a distanza ravvicinata e di arma bianca [...]

[...] Già cala la notte e nella luce lampeggiante delle bombe a mano, si stagliano i corpi dei singoli combattimenti come fantasmi sullo sfondo roccioso. Ad un tratto la vampata di un lanciafiamme trasforma tutto il terreno in fumo e chiarore guizzante che colpisce un intero plotone di Kaiserjager striscianti in avanti e brucia un uomo per uomo [...]

Tassilio von Cordier, Ten. Col. 1° Rgt. - Kaiserjager


Data visita: 20/07/2013
Data pubblicazione: 31 Maggio 2016

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